Gaza. L’Italia con Regno Unito, Germania, Australia e N. Zelanda contro Israele: “Annessione viola il diritto internazionale”

  • Postato il 9 agosto 2025
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Una dichiarazione congiunta per affermare che i piani del governo Netanyahu per procedere all’occupazione della Striscia e controllare Gaza City non faranno altro che peggiorare una situazione già disastrosa. E’ stata firmata dai Ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito, che “respingono fermamente la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto di lanciare un’ulteriore operazione militare su larga scala a Gaza. Ciò aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e rischierà ulteriormente lo sfollamento di massa dei civili. I piani annunciati dal governo israeliano rischiano di violare il diritto internazionale umanitario. Qualsiasi tentativo di annessione o di estensione degli insediamenti viola il diritto internazionale”.

“Esortiamo le parti e la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per porre fine a questo terribile conflitto ora – si legge nella nota pubblicata questa mattina sul sito della Farnesina -, attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta la fornitura di un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli, mentre a Gaza si sta verificando lo scenario peggiore di una carestia. Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi senza ulteriori ritardi o precondizioni e deve garantire che siano trattati con umanità e non sottoposti a crudeltà e umiliazioni“.

“La situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica. Invitiamo il governo israeliano a trovare urgentemente soluzioni per modificare il suo recente sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali, al fine di garantire che questi attori vitali dell’assistenza umanitaria possano riprendere il loro lavoro essenziale, in linea con i principi umanitari, per raggiungere i civili bisognosi a Gaza. La loro esclusione sarebbe un segnale grave”.

“Siamo uniti nel nostro impegno per l’attuazione di una soluzione negoziata a due stati, unica via per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità. Una risoluzione politica basata su una soluzione negoziata a due stati richiede la totale smilitarizzazione di Hamas e la sua completa esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia di Gaza, dove l’Autorità Nazionale Palestinese deve avere un ruolo centrale”.

La nota di questa mattina è stata preceduta ieri sera da un post di Antonio Tajani: “La guerra a Gaza deve finire – ha scritto su X il ministro degli Esteri -. E ‘ necessario proseguire con il massimo impegno in un negoziato diplomatico che servirà a costruire una vera pace a Gaza e in Palestina, garantendo la sicurezza di Israele e senza alcun ruolo per Hamas. Siamo contrari ad ogni piano per l’occupazione di Gaza e per l’estensione delle operazioni militari con il rischio di coinvolgere ancora migliaia di innocenti cittadini palestinesi. Un’azione del genere metterebbe a rischio la vita degli ostaggi israeliani e aggraverebbe le disastrose condizioni umanitarie all’interno della Striscia”.

Venerdì il gabinetto di guerra di Netanyahu, contro il parere dei vertici delle Israel Defense Forces, ha concordato un’ulteriore escalation nelle operazioni militari che da 22 mesi conduce nella Striscia, pianificando la presa totale della città più grande di Gaza, che probabilmente provocherà lo sfollamento di massa di circa un milione di palestinesi. Il premier ha pubblicato un elenco di cinque obiettivi chiave: disarmare Hamas, restituire tutti gli ostaggi, smilitarizzare l’intera Striscia di Gaza, assumere il controllo della sicurezza del territorio e istituire “un’amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese”. Le mosse hanno suscitato indignazione a livello internazionale , ma non ha incontrato l’opposizione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il più forte sostenitore di Netanyahu a livello internazionale.

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Il Fatto Quotidiano

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