Gaza, si abbassi la tensione sui civili. Ma sia chiara la condanna ad Hamas. Parla Loperfido

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
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“La situazione a Gaza è sempre più complicata e la pressione sulla popolazione civile deve essere allentata. Ma l’ondata di antisemitismo che ha visto il suo culmine nell’assassinio dei due diplomatici israeliani a Washington è inaccettabile”. Emanuele Loperfido, parlamentare di Fratelli d’Italia risponde a Formiche.net dall’altra parte dell’Oceano. In questi giorni è impegnato con la delegazione Osce in una missione di confronto con alcuni degli organismi statunitensi che si occupano in particolare di anti-terrorismo.

L’omicidio dei due diplomatici israeliani in suolo statunitense al grido “Palestina libera” sta generando una durissima contrapposizione che, in realtà, al centro vede il procrastinarsi del conflitto in Medio Oriente. Qual è la sua posizione?

Sulla questione di Gaza e del Medio Oriente, mi rifaccio alle parole della presidente Meloni. La situazione è complessa ma, da Paese amico, chiediamo a Israele di abbassare la tensione sulla popolazione civile che sta oggettivamente soffrendo troppo. Il raggiungimento di una tregua a Gaza è però condizionato da un fattore che reputiamo fondamentale.

A cosa si riferisce?

Bisogna prendere una posizione netta contro chi sostiene Hamas, contro chi sostiene la distruzione dello Stato di Israele. Il nostro governo si è sempre dichiarato favorevole alla soluzione dei due popoli e due Stati ma la pre-condizione è che non ci debba essere un rischio di sopravvivenza per lo Stato ebraico. L’assassinio dei due diplomatici israeliani ci mostra plasticamente quanto l’ondata di antisemitismo sia preoccupante e sfoci in atti estremi, intollerabili e che condanniamo fermamente.

Quale deve essere la postura italiana nel contesto mediorientale?

L’Italia può essere un facilitatore degli sforzi diplomatici, ma non siamo disposti a confrontarci con chi sostiene Hamas. Così come, ribadisco, occorre ridurre la pressione sui civili a Gaza per evitare spirali di odio incontrollabili e pericolose. Posto che il contrasto al terrorismo e alle organizzazioni criminali come Hamas è un obiettivo primario.

Un obiettivo che è al centro della missione Osce negli Stati Uniti a cui lei sta prendendo parte. Cosa è emerso?

In questi giorni abbiamo avuto modo di confrontarci con i referenti americani degli uffici governativi e delle organizzazioni internazionali che si occupano principalmente di anti-terrorismo. L’obiettivo dello scambio parlamentare è quello di un’armonizzazione degli strumenti legislativi per contrastare questi fenomeni. Più in generale, è stata un’occasione per rafforzare la cooperazione e condividere strategie volte al contrasto della disinformazione che spesso fa breccia nelle persone più fragili spingendole al radicalismo. Da qui, una riflessione sul fenomeno migratorio.

Quello migratorio è un tema che fa discutere spesso anche a latitudini europee. Qual è il giudizio degli interlocutori statunitensi circa le politiche del governo Meloni?

Estremamente positivo. Sia l’amministrazione Trump che l’esecutivo italiano guidato dalla premier Meloni si sono posti fra gli obiettivi principali il contrasto all’immigrazione e il controllo dei confini. D’altra parte, confrontandoci anche con alcuni referenti del Dipartimento del Tesoro americani, ci è stato confermato che la tratta degli esseri umani, così come il mercato nero degli organi, sono importanti fonti di finanziamento per le organizzazioni terroristiche.

Durante il confronto che lei ha avuto in questi giorni con alcuni esponenti del Congresso, che cosa è emerso in termini di rapporti fra Italia e Stati Uniti? L’asse Transatlantico regge?

Non solo regge, è molto forte. Tanti dei membri del Congresso, specie di area repubblicana, hanno espresso grande apprezzamento per il forte legame che questo governo ha sempre avuto con gli Usa. Ma soprattutto apprezzano la proiezione della leadership di Giorgia Meloni sul piano europeo, considerandola come un’interlocutrice privilegiata e affidabile. E questo è fondamentale anche per sperare di raggiungere, anche grazie alla mediazione vaticana, una pace giusta e duratura in Ucraina.

Autore
Formiche

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