Genovese truffato con la tecnica dello ‘smishing’: nel covo della gang a Napoli sequestrato quasi un milione di euro
- Postato il 30 settembre 2025
- Cronaca
- Di Genova24
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Genova. Su delega della Procura di Napoli, i carabinieri del Comando Provinciale di Genova, insieme a personale della Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria e dei Nas di Napoli e Salerno, hanno eseguito nelle province di Napoli, Salerno e Caserta numerose perquisizioni per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi informatiche con accesso abusivo ad un sistema informatico, riciclaggio, auto riciclaggio, nonché per utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.
Le indagini sono state avviate dalla denuncia presentata da un cittadino genovese per una frode informatica, subita nel dicembre 2023, attraverso la tecnica dello smishing, che consiste nell’invio di SMS dal tenore urgente e allarmante tramite i quali vengono simulati, ad esempio, spedizioni di pacchi o problemi sui conti correnti bancari e richieste di informazioni riservate, successivamente usate dai malintenzionati per sottrarre denaro.
In particolare, nel caso denunciato la vittima prima aveva ricevuto messaggi, che sembravano provenire dalla propria banca, con cui veniva avvisata di un pagamento sospetto e, successivamente, veniva contattata da un finto operatore bancario che la convinceva ad effettuare una serie di bonifici verso conti intestati ad alcuni degli indagati.
Le investigazioni hanno permesso di individuare i contorni di un’associazione, con base in provincia di Napoli e operante su tutto il territorio nazionale, dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio anche mediante la compravendita di criptovalute.
Parallelamente, è anche emerso che uno degli indagati movimentava regolarmente ingenti somme di denaro, frutto della produzione e commercializzazione di sostanze anabolizzanti.
Le perquisizioni hanno consentito di trovare e sequestrare: – un locale adibito alla produzione di sostanze anabolizzanti, dove era conservato un ingente quantitativo di farmaci e macchinari per la loro produzione; circa 960.000 euro in contanti; 3 wallet contenenti criptovalute Bitcoin, USDT ed Ethereum, per un controvalore di circa 31.000 euro; numerose carte di credito intestate a prestanome; 50 cellulari e 50 sim card, gioielli in oro per circa 25.000 euro; un jammer e diversi rilevatori di frequenza per la ricerca di dispositivi di intercettazione ambientale.