Gentiloni: “La frontiera dell’Europa sarà sempre più la frontiera della politica”
- Postato il 11 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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Gentiloni: “La frontiera dell’Europa sarà sempre più la frontiera della politica”
“La frase del cancelliere Merz, non siamo in guerra ma non siamo neppure in pace, riassume bene il tempo che viviamo.” Così Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio e già commissario europeo, apre la sua riflessione sullo stato dell’Unione intervistato da Luciano Capone alla Festa dell'Ottimismo. “Questa condizione grigia dovrebbe spingerci, più che a moltiplicare le lamentele sull’Europa, a capire che la frontiera dell’Europa diventerà sempre più la frontiera della politica.”
Per Gentiloni, il confine orientale dell’Unione non è un tema di politica estera, ma il cuore della sfida democratica dei prossimi anni. “La discriminante si giocherà su due parole: difesa comune e Ucraina”, afferma. “Kyiv è più vicina a Milano che ad Atene. Non parliamo di una guerra lontana, ma della sicurezza europea”. Da qui l’appello a un salto politico: superare le logiche nazionali e costruire una vera difesa europea, sostenuta da risorse comuni. “Serve difesa europea, regole comuni e fondi comuni”, ribadisce, criticando “la timidezza imbarazzante anche da parte delle autorità italiane” nel chiedere un finanziamento europeo per la sicurezza comune.
Gentiloni lega il tema militare a quello economico: se l’Europa ha potuto condividere il debito con il Next Generation Eu, può farlo di nuovo “sulla difesa dell’indipendenza, dei valori e dei confini europei”. E avverte: “La Germania spenderà nei prossimi dieci anni mezzo trilione per la difesa. Bene, purché resti una Germania europea e non diventi un’Europa tedesca.”
Sull’Italia e la legge di bilancio, l’ex commissario apprezza “la prudenza nei conti” del ministro Giorgetti, ma richiama l’attenzione sul nodo della crescita: “Siamo fermi, e il fatto di essere fermi è particolarmente grave su due fronti: innovazione e potere d’acquisto". L’Italia, spiega, cresce la metà della media europea e deve investire “sul sostegno alle imprese e sui salari”, perché “senza consumi interni l’economia italiana andrà sempre peggio”.
In chiusura, un messaggio politico al centrosinistra: “La forza o la debolezza non dipenderanno dal pallottoliere delle regioni, ma dalla capacità di costruire un’alternativa di governo credibile”.
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