Geolier vola come Superman e balza in aria a 18 metri di altezza per il suo show: “Gli amici mi hanno detto ‘non preoccuparti ci siamo noi sotto a sorreggerti'”

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Geolier non è Napoli. È Napoli che è Geolier. Sono loro che mi hanno scelto, io ho solo preso un microfono in mano e ho cantato. Sono diventato quasi una bandiera, ma mi hanno reso loro una bandiera”. Con queste poche il rapper ha sintetizzato in maniera efficace la sua biografia pochi istanti prima del suo concerto più importante. E la sua città ha risposto in massa ieri sera venerdì 25 giugno all’Ippodromo di Agnano. Un concerto in grande stile che, oltre al racconto della storia di Geolier, ha incluso effetti speciali come i droni e un volo a 18 metri di altezza. In scaletta ben 43 brani. Due sold out e stasera si replica per un totale di 116 mila spettatori.

I droni sono serviti per un annuncio speciale: il 26 giugno 2026 concerto allo Stadio Diego Armando Maradona. La data si aggiunge al suo esordio allo Stadio San Siro di Milano e all’Olimpico di Roma, oltre al già calcato palco del Franco Scoglio di Messina. “Sarà incredibile perché è proprio una cosa diversa: là è un teatro, devi saperti muovere, devi saper parlare con le persone, non posso certo venire con le ciabatte”, ha commentato il rapper. Ieri sera sono saliti sul palco SLF, Luché, Lazza e Rocco Hunt. Presente un’orchestra di 23 elementi e la band.

“È stato eccezionale fare un concerto qui. – ha detto il rapper poco prima dello show – Questa zona è, come sappiamo, zona in cui ci sono i terremoti. Se non ci fosse il passaggio dei ragazzi, gli hotel, questa zona sarebbe abbandonata. Io ho preso casa e le persone che abitano qua si sono abituate da tempo. Quando c’è qualche piccola scossa io esco sempre, e c’è una vicina che mi dice ‘io vivo qui da 40 anni e non è mai successo niente’ e quindi è strano perché lei è tranquilla. All’inizio forse mi spaventavo un po’. Quando ho finito i lavori a casa c’è stato il terremoto da 4.7 e ho dovuto rifare dei lavori. Io fortunatamente i lavori posso rifarli, il mio pensiero va alle persone che hanno la casa distrutta e sono in difficoltà. Per fare il concerto qua abbiamo pensato prima di tutto alla sicurezza”.

Durante le note della hit “Secondigliano”, Geolier vola come Superman sui suoi fan. È la prima volta che accade in uno spettacolo italiano: “L’ispirazione è venuta da tutte le star mondiali a cui ho visto farlo, come ad esempio Chris Brown. Per quanto riguarda il palco, invece, non ci siamo fatti influenzare da niente. Siamo i primi in Italia che inseriscono un volo all’interno di uno spettacolo”.

E ancora: “Ci abbiamo pensato tutti insieme. Se fosse per me volerei, farei le cose più strane, poi ovviamente il team ti dice quello che puoi fare e quello che non puoi fare. Il problema è che l’Ippodromo è molto lungo e quindi le persone che sono indietro non vedono molto, quindi volevo fare questo volo per coprire tutte le aree con il pubblico. Voglio andare da tutti, è stato pensato per questo oltre che per la scena”.

Poi un simpatico aneddoto: “Mi diverto molto. I miei amici mi hanno detto un sacco di cose incoraggianti, come ‘Emanuele, stai attento, se cadi abbiamo un problema etc’, ironicamente. Alla fine io sono un sacco scaramantico, ma questa cosa non mi ha toccato. Mi hanno proposto anche di farlo la seconda sera, in maniera da farne almeno uno, di concerto (ride, ndr). È stato comunque bello quando mi hanno detto ‘non ti preoccupare ci siamo noi sotto a sorreggerti”.

Mi è venuto abbastanza naturale, fortunatamente mi alleno ogni giorno, – ha continuato – ed è molto una questione di addome, quindi mi sono abituato subito. Appena abbiamo provato sono riuscito a fare capriole, a girarmi tranquillamente, tant’è che mi chiesero se l’avessi già fatto. In realtà no, solamente nella mia testa”.

Un sogno per il futuro? “A me piacerebbe tanto fare il Teatro San Carlo, nonostante sia piccolo è per una questione mia personale, un’altra esperienza da aggiungere al mio bagaglio. Vorrei fare una cosa un po’ più confidenziale, un po’ più intima. Me lo disse Jovanotti, quando andai a trovarlo nel suo tour nei palazzetti e gli chiesi: “tu hai fatto 64 palazzetti, solo a Milano 10 date, perché non hai fatto due San Siro?” e lui mi rispose che il motivo era quello di stare vicino alla gente, perché gli stadi sono dispersivi. Questo mi ha fatto capire che è un bisogno che ho anche io, stare vicino alle persone, quindi mi piacerebbe esibirmi un giorno nei teatri”.

Intanto il disco nuovo c’è: “Ho fatto un sacco di cose in America, io da quando sono arrivati i live così grossi nella vita ho capito che parte tutto dallo studio e poi finisce sul palco. Avevo bisogno di nuovi suoni, nuove persone, sono andato in America per questo, per farmi influenzare dal mondo, che poi alla fine Los Angeles è la capitale della musica e dell’hip-hop mondiale, ho a che fare con dei produttori incredibili, al di là del disco e del prodotto che uscirà, io ho imparato un sacco di cose, a parte l’inglese”.

Infine una curiosità. È stata inagurata anche la piattaforma che si chiama “G-Fam” dedicata i fan: “Una cosa fondamentale è che non sarà a pagamento, devono solo scannerizzare un codice. Io voglio solo stare più vicino a loro, molte volte rispondo ai messaggi dei miei fan così nel chill magari chiedendo solo “Tutto a posto?” e loro si stupiscono che gli risponda, è così, quella piattaforma a me servirà per interfacciarmi di più con loro, magari mettere uno spoiler o una maglietta del merch e avere un loro riscontro, mi servirà proprio per stargli più vicino”.

L'articolo Geolier vola come Superman e balza in aria a 18 metri di altezza per il suo show: “Gli amici mi hanno detto ‘non preoccuparti ci siamo noi sotto a sorreggerti'” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti