Germania, Afd vola nei sondaggi e supera la Cdu. Scricchiola il “muro di protezione” per escludere i populisti di Alice Weidel

  • Postato il 18 ottobre 2025
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Sull’onda dei sondaggi che vedono la AfD ormai pronta a superare la CDU nel voto dei cittadini tedeschi, diversi ex politici cristianodemocratici incitano il partito ad aprirsi a collaborare con la forza populista. Incassando peraltro pesanti critiche dalla dirigenza del partito e della consorella CSU. Il rilevamento Ipsos dell’8 ottobre ha assegnato a AfD ial 25% delle preferenze di voto davanti a CDU/CSU al 23% e anche le interviste di Statista tra il 7 ed il 13 ottobre consegnano AfD al 26% ed CDU/CSU al 24%. Solo il sondaggio ARD DeutschlandTrend del 2 ottobre vede le due formazioni ancora in un testa a testa al 26%. In questo scenario, l’ex Segretario generale della CDU Peter Tauber, l’ex Ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg (CSU) e l’ex Presidente della Commissione valori fondamentali della CDU Andreas Rödder si sono espressi sulla rivista Stern a favore di un allontanamento dal “muro di protezione” contro l’AfD. Per Tauber “l’attuale stigmatizzazione non fa che aiutare l’AfD”. Dello stesso avviso Rödder: “Quanto più alto è stato costruito il muro di protezione, tanto più forte è diventata l’AfD”.

Secondo Tauber, la CDU/CSU dovrebbe “considerare una nuova politica di linee rosse, che consentirebbe anche di prendere decisioni condivise dall’AfD” anche perché, ammonisce, “come possiamo ancora raggiungere maggioranze comprensibili, soprattutto all’Est? Lì la gente ricorda sempre più la formazione del blocco durante l’era della DDR”; per questo sarebbe “politicamente necessario” un nuovo approccio all’AfD. Pure secondo Rödder, ciò che serve è “una disponibilità condizionata a dialogare da questa parte del ‘firewall’”, se “l’AfD rispettasse le linee rosse e prendesse chiaramente le distanze dalle posizioni e dalle figure dell’estrema destra”. Anche l’ex Ministro della difesa zu Guttenberg ha auspicato un confronto concreto: “Il disincanto non si otterrà con un boicottaggio”. Ciò che serve è un confronto concreto, che, a suo avviso, è ancora troppo limitato. L’attuale Governatore dello Schleswig-Holstein Daniel Günther e la Vicepresidentes federale della CDU nonché Ministro per l’istruzione Karin Prien ribadiscono però la posizione di assoluto confinamento di AfD decisa dal partito. Günther ha dichiarato a Stern: “Chi menziona CDU e AfD nello stesso fiato non ha capito cosa significhi borghese” e Prien rincara che AfD “è, almeno in parte – e sempre più – estremista di destra” pur distinguendo al contempo tra dirigenti ed elettori e rimarcando come “tra coloro che votano per l’AfD ci sono certamente conservatori che si stanno allontanando dai partiti democratici”.

Anche il Segretario generale della CSU Martin Huber esclude qualsiasi apertura, la cooperazione con l’AfD danneggerebbe la Germania e distruggerebbe l’Unione democristiana. “Sono oppositori della NATO, vogliono lasciare l’UE e unirsi a Putin. I parlamentari dell’AfD entrano ed escono dall’ambasciata russa e si recano al Cremlino per colloqui: questo non è patriottismo, è tradimento”. E rincara: “Continueremo a sfidare l’AfD sulle sue questioni sostanziali, a combatterla politicamente e a privarla del suo terreno fertile con politiche sensate”.

La presidente dell’AfD, Alice Weidel, per parte sua ha affermato di credere che nel prossimo futuro CDU e CSU collaboreranno con il suo partito. Dopo l’era del Cancelliere Friedrich Merz, la CDU/CSU non potrà più rifiutare, ha dichiarato a Stern: “Fnché esclude qualsiasi cooperazione con l’AfD, si lega ai Verdi, alla SPD e al Partito della Sinistra (la Linke), il cui unico vincolo è quello di tenere l’AfD fuori dal potere”. Weidel sorvola volutamente però sul fatto che l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) a maggio ha classificato l’AfD come “certamente di estrema destra”. Anche se la decisione si basa su un rapporto completo del BfV destinato esclusivamente a uso interno, l’agenzia ha spiegato che la classificazione è stata effettuata “a causa del carattere estremista dell’intero partito che ignora la dignità umana”; “la concezione etnica prevalente all’interno del partito è incompatibile con l’ordine fondamentale della libera democrazia” e mira a escludere determinati gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria alla società.

L’ascesa della AfD però incalza la CDU e lo stesso cancelliere Friedrich Merz ne accarezza l’elettorato. Martedì, in una visita a Potsdam, interpellato sull’immigrazione Merz ha vantato l’azione decisa del suo esecutivo nei respingimenti
dicendo però: “Naturalmente, abbiamo ancora questo problema nel paesaggio urbano”. Immediate le critiche da Verdi, Spd, Linke, e pure dal sindaco di Berlino Kai Wegner (CDU). II toni di Merz ricordano quelli del 2017, quando l’allora capo della AfD Jörg Meuthen aveva detto: “A volte vedo solo pochi tedeschi nei centri urbani in cui mi muovo. Questo non può essere l’obiettivo della nostra politica”. A rispondergli allora fu Angela Merkel: “Per strada non riesco a distinguere tra persone con un passato migratorio che sono cittadini tedeschi e persone che non hanno la cittadinanza tedesca”.

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Il Fatto Quotidiano

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