Germania, polemiche per l’incontro segreto tra una delegazione Spd-Cdu ed emissari russi: “Rischio per la sicurezza”

  • Postato il 11 maggio 2025
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Il 14 aprile una delegazione di politici tedeschi ha partecipato, senza che fosse reso pubblico, a un incontro con degli inviati russi a Baku, in Azerbaijan. Ne hanno parlato per primi Die Zeit e il rotocalco tv Kontraste. Il tema era il futuro del Dialogo di Pietroburgo, un forum di discussione lanciato dall’ex cancelliere Gerhard Schröder (Spd) insieme al presidente russo Vladimir Putin nel 2001. Per parte tedesca erano presenti Ralf Stegner, responsabile per Esteri della Spd, gli ex Ministri della Cancelleria Ronald Pofalla (Cdu) e per gli Affari Federali, Europei ed internazionali del Land Nord-Reno Vetfalia Stefan Holthoff-Pförtner (Cdu) e l’ex Governatore del Brandeburgo Matthias Platzeck (Spd). I nomi degli emissari dell’entourage del Cremlino sono politicamente forse ancora più esplosivi: innanzitutto Viktor Zubkov, ex primo ministro russo e presidente del Consiglio di vigilanza della società statale Gazprom dal 2008, poi Valery Fadeyev, capo del Consiglio per i diritti umani di Putin che è nella lista dei sanzionati dall’Ue per aver diffuso propaganda e disinformazione in seguito all’attacco all’Ucraina.

La notizia dell’incontro ha scatenato forti reazioni politiche in Germania. Nell’ultima legislatura, Stegner è stato membro della Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti. I Verdi parlano di “diplomazia ombra” di Spd e Cdu. Per Anton Hofreiter, esperto di politica estera del partito, pone un “rischio significativo per la sicurezza della Germania e dell’Europa”. La responsabile del gruppo parlamentare verde, Irene Mihalic, ha chiesto le dimissioni di Stegner, sottolineando al Redaktionsnetzwerk Deutschland che “la sua partecipazione per i russi era senz’altro di grande interesse”. Anche l’europarlamentare della Fdp, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, convinta sostenitrice dell’Ucraina, trova che è inaccettabile che resti.

Accese critiche sono arrivate d’altronde anche da Cdu/Csu e Spd. La Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti mette in guardia “intensamente dall’influenza ibrida della Russia nei confronti della Germania”, ha dichiarato al Tagesspiegel il vicepresidente della Commissione Roderich Kiesewetter (Cdu), “perciò il signor Stegner dovrà rispondere ad alcune domande”. “Un incontro sbagliato, al momento sbagliato, nel posto sbagliato”, ha scritto su Bluesky anche il socialdemocratico Michael Roth, ex presidente della Commissione affari esteri del Bundestag. “È in contraddizione con le politiche della Germania e dell’Europa, nonché con le convinzioni socialdemocratiche. Questo non crea la pace, ma piuttosto rafforza i guerrafondai russi”.

Stegner si è difeso con veemenza e ha sottolineato di ritenere sensato “qualsiasi contatto” con la Russia. In una dichiarazione congiunta, i politici tedeschi che sono intervenuti a Baku hanno scritto: “Uno dei principi di una buona politica estera è che, anche e soprattutto in periodi difficili di crescenti tensioni, conflitti e guerre, si debbano mantenere contatti con tutte le parti del mondo, compresa la Russia”. Non vi erano interessi materiali o economici, “incontri come quello del 14 aprile 2025 si basano su iniziative private e sono organizzati e finanziati in modo informale”, non sono state scambiate informazioni rilevanti per la sicurezza o addirittura segrete, né avrebbero potuto essere ottenute. Stegner è anzi passato all’offensiva sottolineando all’agenzia di stampa Dpa di non aver partecipato come rappresentante del governo, ma come membro del Parlamento liberamente eletto e che “avere contatti è una cosa positiva e non c’è bisogno di screditarla o diffamarla”. L’ex capogruppo parlamentare della Spd Rolf Mützenich gli ha dato manforte: queste discussioni sono “esattamente ciò che è sempre stato necessario in passato”, ha detto alla Deutschlandfunk, e potrebbero servire a “prepararsi bene” per eventuali discussioni formali successive.

Non è bastato a sedare le critiche, ma il quotidiano Süddeutsche Zeitung indica che effettivamente la dirigenza politica era conoscenza delle discussioni in Azerbaijan e anche l’allora cancelliere Olaf Scholz (Spd) era stato informato dei tentativi di negoziato. All’incontro pare avrebbe dovuto partecipare anche l’ex sfidante per la Cancelleria del 2021, Armin Laschet (CDU), che però si è sfilato. Il Ministero degli Esteri tedesco tuttavia si è precipitato a smentire che gli incontri siano stati svolti o pianificati per conto del governo federale.

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