Germania, Spd: “Basta appelli su Gaza, servono progressi”. Ma sul riconoscimento della Palestina non c’è accordo con Cdu e Csu
- Postato il 3 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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I partiti al Governo a Berlino hanno toni diversi su Gaza, ma aumentano la pressione su Israele. La posizione del Cancelliere Friedrich Merz sul riconoscimento di uno Stato palestinese solo alla fine di un negoziato è stata stemperata dal Ministro degli esteri Johann Wadephul (CDU) “una soluzione negoziata a due Stati resta l’unica via” ed un riconoscimento interverrà “più che altro alla fine di questo processo” ma “tale processo deve iniziare ora”. L’equilibrio verbale nasce anche dall’esigenza di assecondare l’alleato della SPD. La vicecapogruppo della SPD Siemtje Möller, già Sottosegretario di Stato parlamentare presso il Ministero federale della Difesa, ha infatti indicato di non vedere il passo “necessariamente alla fine di una trattativa”. Stesse indicazioni da un altro responsabile del gruppo parlamentare SPD, Dirk Wiese: “Il tempo degli appelli è finito, occorrono pressione politica e progressi concreti”.
Altri esempi di come la SPD sproni la CDU ad un atteggiamento più rigido nei confronti di Israele si leggono anche in altre dichiarazioni di Siemtje Möller: “Le attrezzature militari fornite dalla Germania non possono essere utilizzate per azioni militari che violano il diritto internazionale” e in Cisgiordania “è fondamentale che Israele rispetti anche le proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale”. E le differenze si sono assottigliate. Se Wadephul, in giugno, in un’intervista alla SZ aveva assicurato genericamente di voler esaminare “se ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza possa essere conciliato con il diritto internazionale umanitario”, ora afferma: “Abbiamo anche bisogno che Israele ci dica chiaramente che non sta perseguendo una politica di espulsione o una politica di annessione attiva” a Gaza e “respingiamo fermamente qualsiasi fantasia di annessione, sia per Gaza che per la Cisgiordania, espressa anche da alcune parti del governo israeliano. Non sarebbero riconosciuti”. Il ministro ha speso parole nette anche contro le aggressioni dei coloni: “Sono crimini, sono terrorismo e devono essere perseguiti dalla polizia” e “in quanto potenza occupante e Stato costituzionale, Israele deve garantire la sicurezza e l’ordine e perseguire i crimini” alla popolazione palestinese. Il governo tedesco chiederà ulteriori sanzioni contro i coloni violenti a livello europeo.
Nella scala internazionale IPC la situazione di carestia a Gaza è già stimata al quarto livello su cinque ed incontrando l’omologo israeliano Gideon Saar il ministro tedesco ha censurato “la catastrofe umanitaria a Gaza” che “supera ogni immaginazione”. Venerdì la Germania ha dato corso al lancio sulla Striscia di 34 pallet per un totale di quasi 14 tonnellate di cibo e forniture mediche. “Una goccia nell’oceano” ammette Siemtje Möller. Già nel marzo 2024 l’aviazione tedesca aveva distribuito in 39 voli 316 tonnellate di aiuti. Möller addita Israele quale responsabile “della mancanza di modi sicuri e affidabili per far arrivare effettivamente i rifornimenti alla popolazione di Gaza”. Anche in questo ambito i toni della CDU ormai si avvicinano, col ministro degli esteri tedesco che dichiara che Tel Aviv ha il dovere di “consentire l’arrivo tempestivo, sicuro e sufficiente di aiuti umanitari e medici, in modo da evitare morti di massa nel contesto di una carestia”.
Altri cinque milioni di euro saranno messi a disposizione da Berlino al Programma alimentare mondiale ONU per gli aiuti nella regione e la Germania finanzierà anche un ospedale da campo dell’organizzazione medica Malteser. Secondo il Ministero degli Esteri, gli aiuti umanitari tedeschi per i Territori Palestinesi dall’inizio di questa guerra ammontano già a oltre 330 milioni di euro – oltre il 95% utilizzato per la popolazione di Gaza – e sono stati aumentati a maggio di quasi 31 milioni di euro. E Wadephul ha chiesto al governo israeliano di restituire all’autorità palestinese i soldi delle tasse trattenute che appartengono di diritto ai palestinesi. L’esistenza e la sicurezza di Israele restano però “parte della ragion di Stato tedesca”. Nel tripartito è lo junior partner CSU a dimostrarsi sempre il più solidale con Israele. Il segretario generale Martin Huber è categorico: “E’ possibile criticare il governo israeliano, ma le sanzioni tra amici non sono assolutamente possibili”. Intervistato da RND Huber ha anche escluso divieti d’ingresso nei confronti dei ministri israeliani di estrema destra eletti democraticamente, sulla scia di Gran Bretagna, Canada e Paesi Bassi. Il Cancelliere Friedrich Merz, per contro, ha lasciato aperta la decisione su possibili sanzioni contro Israele. Ha affermato di voler attendere il rapporto del Ministro degli Esteri Johann Wadephul di rientro dalla regione. Tutti e tre i partiti di Governo in Germania concordano però sul fatto che Hamas deve rilasciare gli ostaggi, deporre le armi e riconoscere pienamente il diritto di Israele all’esistenza. “Non potrà esserci pace finché le forze in Medio Oriente cercheranno di distruggere Israele e la vita ebraica” ha detto nettamente Huber e Möller ha affermato “Hamas non può svolgere un ruolo nel futuro politico di Gaza”.
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