Germania, tornano i bunker anti-aerei: “Nel 2026 rifugi per un milione di persone”
- Postato il 26 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Erano il simbolo della Guerra Fredda: oltre duemila bunker sparsi in tutta la Germania Ovest, pronti a ospitare milioni di persone in caso di un attacco sovietico. Meno di vent’anni fa, in un’epoca di ottimismo e percepita pace duratura, le autorità tedesche ne decisero la dismissione, considerandoli un’inutile e costosa eredità del passato. Oggi, però, la Germania fa marcia indietro: come racconta Paolo Valentino sul Corriere della Sera, infatti, a Berlino gli esperti militari ritengono possibile un attacco a un paese NATO da parte della Russia già a partire dal 2028. All’interno del più grande piano di riarmo difensivo della sua storia repubblicana, volto a rendere il paese “combat ready” entro la fine del decennio, c’è anche l’obiettivo di creare nuovi rifugi per proteggere un milione di civili entro il 2026. Un progetto che fa parte dell’imponente piano di riarmo tedesco, varato dal cancelliere Friedrich Merz
La scelta strategica del cosiddetto Operationsplan Deutschland, tuttavia, non è quella di ristrutturare i vecchi e costosi bunker della Guerra Fredda. Dei 580 rifugi ancora esistenti, quasi nessuno è oggi operativo, essendo privo di attrezzature, acqua o scorte. Il piano è invece quello di costruire nuove strutture o, soprattutto, di trasformare edifici esistenti, con una filosofia diversa, plasmata dalle lezioni del conflitto in Ucraina. L’esperienza ucraina, infatti, dimostra che il rischio principale per i civili non proviene tanto da un bombardamento a tappeto, quanto da schegge di missili e, soprattutto, dai droni, considerati l’arma dei futuri conflitti. Per questo, la preferenza non va più a grandi bunker centralizzati, ma a strutture più piccole, disseminate sul territorio e raggiungibili in pochi minuti da quando scatta l’allarme.
Il Ministero dell’Interno e la Protezione Civile tedeschi stanno quindi lavorando per individuare e adattare strutture come garage sotterranei e stazioni della metropolitana, dotandole di letti da campo, servizi sanitari, sistemi di filtraggio dell’aria e magazzini per cibo e medicinali. Accanto a questi rifugi “essenziali” per la popolazione, il piano prevede anche la costruzione di bunker super-rinforzati a grande profondità, per assicurare la continuità delle attività di governo in caso di attacco.
Questo imponente sforzo non ha solo una valenza protettiva, ma anche strategica. Come spiega Tim Stuchtey, direttore dell’Istituto del Brandeburgo per la Società e la Sicurezza, inviare un segnale chiaro al Cremlino è fondamentale: “Una protezione civile robusta è anche un buon deterrente, per segnalare che prendiamo molto sul serio la minaccia della Russia“, ha dichiarato. Il progetto pilota, una volta realizzato, verrebbe poi riprodotto su scala più grande, in un monumentale tentativo di ricostruire da zero un’infrastruttura di difesa civile che si pensava non sarebbe mai più servita.
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