Gesù disse: “Donna, perché piangi?”, era risorto: da duemila anni miliardi di cristiani sperano nella resurrezione
- Postato il 27 aprile 2025
- Libri
- Di Blitz
- 1 Visualizzazioni

Gesù disse: “Donna, perché piangi?”. Era risorto: da duemila anni milioni, miliardi di cristiani muoiono sperando nella resurrezione, anche se Gesù ha avvisato: non risorgeremo in carne e ossa ma come angeli.
Cristo risorto è centrale alla narrazione evangelica dei giorni post pasquali. Domina il racconto di Giovanni.
(Gv 20,2-8) Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Importanza della resurrezione di Gesù

“La resurrezione corporea di Gesù” e anche il titolo di un saggio di Benjamin C. F. Shaw.
L’affermazione della resurrezione corporea di Gesù, afferma, è centrale nel messaggio cristiano, in quanto pietra angolare di ogni affermazione di divinità ed efficacia salvifica, e sebbene sia stata fortemente contestata da coloro che hanno presupposti naturalistici, i dati storici supportano l’affermazione cristiana della resurrezione.
L’affermazione della resurrezione corporea di Gesù è centrale nel messaggio evangelico. Senza la sua resurrezione corporea, le affermazioni di Gesù sulla divinità sarebbero vane e l’affermazione del Vangelo di essere la potenza di Dio per la salvezza sarebbe falsa.
Sebbene molti con presupposti naturalistici abbiano messo in dubbio la legittimità dell’affermazione della resurrezione, sei fatti supportano la credibilità dell’affermazione storica.
In primo luogo, la morte per crocifissione non era qualcosa che i seguaci di Gesù avrebbero potuto inventare.
In secondo luogo, il racconto della sepoltura concorda con tutte le prove storiche in nostro possesso.
In terzo luogo, l’affermazione della tomba vuota era facilmente verificabile, ma non ci sono resoconti contraddittori.
In quarto luogo, gli apostoli affermano di aver incontrato Gesù risorto faccia a faccia.
In quinto luogo, questi apostoli erano disposti a soffrire e morire per queste affermazioni.
In sesto luogo, coloro che avevano scarse probabilità di convertirsi a questa fede si convertirono comunque grazie alle esperienze personali del Cristo risorto.
La risurrezione di Gesù è “di primaria importanza” per il messaggio del Vangelo (1 Corinzi 15:1–3).
Inoltre, la stessa potenza che risuscitò Gesù dai morti risusciterà anche i credenti (Romani 6:5, 8:11; 1 Corinzi 6:14; 2 Corinzi 4:14; Filippesi 3:20–21; 1 Tessalonicesi 4:13–14). Ma senza la risurrezione, siamo ancora nei nostri peccati, abbiamo mentito riguardo a Dio, abbiamo una fede vana e siamo i più miseri (1 Corinzi 15:12-19, 32-34). Data la sua centralità nel messaggio cristiano, non dovrebbe sorprendere che la risurrezione di Gesù si trovi anche nei sermoni degli Atti (2-5, 10, 13, 17). In questi sermoni, gli apostoli avrebbero sottolineato di essere stati testimoni di Gesù risorto (2:32, 3:15). Paolo si riferisce alla risurrezione come alla prova che è stato fissato un giorno in cui l’uomo sarà giudicato (17:31, cfr. 10:42) e coloro che credono e seguono Gesù ricevono il perdono dei peccati (10:43, 13:38). La risurrezione offre immensa speranza, conforto, pace e gioia. Poiché tutto ciò è di tale importanza, è necessario che i credenti tengano a mente le prove della loro fede nella risurrezione, in modo da essere pronti a rendere ragione della speranza che nutrono quando richiesto (1 Pietro 3:15).
Situazioni in cui potremmo essere chiamati a rendere tale resoconto potrebbero presentarsi nel contesto dell’evangelizzazione (Atti 17:18-20, 32-34) o in situazioni di dolore o sofferenza personale (1 Tess. 4:13-14; 1 Pietro 1:3-9).
Di seguito presenteremo sei fatti che non solo supportano la risurrezione di Gesù, ma che si oppongono anche fortemente alle teorie naturalistiche. Inoltre, ciascuno di questi sei fatti è supportato da molteplici criteri storici.
Il racconto di Marco
Riprendiamo i racconto evangelico con la sintesi di Marco. (Mc 16,9-15) Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Altri dettagli in Giovanni. (Gv 20,11-18) Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!».
Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Luca racconta la cena in Emmaus, immortalata da Caravaggio anche per i non credenti. (Lc 24,13-35) Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?».
Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Prosegue Luca. (Lc 24,35-48) In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Aggiunge Giovanni. (Gv 21,1-14) In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Ancora Giovanni. (Gv 20,19-31) La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
L'articolo Gesù disse: “Donna, perché piangi?”, era risorto: da duemila anni miliardi di cristiani sperano nella resurrezione proviene da Blitz quotidiano.