Giappone, Takaichi Sanae è la prima donna premier ma la strategia resta conservatrice: per la parità di genere si dovrà attendere
- Postato il 24 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Come previsto Takaichi Sanae, 64 anni, conservatrice, è diventata prima ministra del Giappone, con forte consenso espresso anche dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini, come risulta dalle risposte nei sondaggi. Alcuni titoli di quotidiani riportano questa realtà come se nel paese si fosse infine infranto il soffitto di cristallo, tuttavia è difficile credere che sia davvero così, nonostante sia indubbio uno sviluppo significativo e simbolico nella politica giapponese, in cui le posizioni di vertice sono state storicamente dominate dagli uomini.
Perché i partiti di opposizione, analisti e analiste della politica di casa, più voci di gente comune, temono che la prima ministra Takaichi non cambierà le scelte politiche consuete, né sosterrà di fatto la parità di genere per stipendi, carriera lavorativa e tutte quelle richieste avanzate dalle donne nipponiche per un più equo trattamento e aiuto nella gestione della vita quotidiana?
Presto detto, basta analizzare come Takaichi è riuscita ad ottenere la vittoria nelle elezioni per la guida del Paese, ovvero scendendo a patti e coalizzandosi con il Partito populista, di destra e federalista “Nippon Ishin No Kai” (Japan Innovation Party). Il giorno prima che Takaichi diventasse prima ministra con il sostegno del JIP, le due parti hanno firmato un accordo in 12 punti che copre la sicurezza economica, la difesa e la revisione costituzionale. La nuova premier ha tra l’altro promesso al leader JIP, Yoshimura Hirofumi, di ridurre del 10% i membri della Camera Bassa durante la sessione straordinaria della Dieta, che si terrà fino al 17 dicembre.
Altri obiettivi condivisi sono: abolire l’imposta sui consumi alimentari per due anni, giungere a una conclusione sulla gestione delle donazioni politiche da parte di aziende e organizzazioni, compreso l’eventuale divieto delle stesse, abolire entro la fine dell’anno la tassa provvisoria sulla benzina in vigore da decenni, e abbandonare l’ex piano del governo di erogare sussidi pari a 20.000 yen (circa 120 euro) a persona, teso ad attenuare il fardello dell’aumento del costo della vita. Sembrerebbero finalità positive, ma questa nuova coalizione – necessaria per la vittoria di Takaichi e per la sopravvivenza del partito Liberal Democratico, mollato dopo 26 anni di coalizione dal Komeito (Soka Gakkai) che si è finalmente accorto di non poter più condividere le basi politiche LDP- chiede molto in cambio. Per esempio, essendo il JIP un partito nato, cresciuto e sostenuto fortemente a Osaka, e nella regione del Kansai che comprende anche Kyoto e Nara, i suoi vertici chiedono la creazione di una “capitale due”, ovvero vogliono che Osaka rafforzi il suo ruolo di centro economico e di risposta alle catastrofi, sfruttando la storia e la sua posizione.
Questa seconda capitale dovrebbe assumere il ruolo di guida della crescita economica del Paese, oltre a sostenere la funzione di capitale nazionale in caso di calamità. Le candidature saranno presentate da ciascuna prefettura e, una volta designata dallo Stato, Osaka potrà beneficiare un alleggerimento delle normative, e un trattamento fiscale speciale. LDP e JIP hanno concordato di legiferare il prossimo anno sul piano, che tuttavia solleverà molte obiezioni e difficoltà per essere raggiunto. Mercoledì, Takaichi ha formato il suo nuovo governo, e anche qui le scelte non sono né particolarmente sorprendenti, né vedono una presenza significativa di donne, anzi: se ne trovano solo due.
Takaichi ha nominato tre dei suoi ex rivali nella corsa alla leadership del Partito Liberal Democratico: Koizumi Shinjiro, suo principale avversario, che da ministro dell’Agricoltura nel governo Ishiba, passa a ministro della Difesa ((esperto di tutto?), e quattro dei suoi alleati più stretti e figure chiave, ovvero Kiuchi Minoru, nuovo ministro responsabile della Strategia di Crescita, Katayama Satsuki nuova ministra delle Finanze, nuova ministra della Sicurezza economica, a cui è stato assegnato l’ incarico di supervisionare le politiche relative ai residenti stranieri e ai turisti – una questione che ha avuto grande risalto nelle ultime elezioni generali – e Kihara Minoru nominato segretario capo di gabinetto, in pratica il braccio destro della prima ministra; ex ministro della Difesa, è noto per le sue opinioni conservatrici, non dissimili da quelle della stessa Takaichi.
Da lunedì della prossima settimana avremo un primo test su cui riflettere, perché arriva a Tokyo il presidente americano Donald Trump, che Takaichi incontrerà. Nella conferenza stampa avvenuta martedì, la prima ministra ha sottolineato “l’importanza delle relazioni tra Giappone e Stati Uniti” e l’intenzione di anticipare l’aumento della spesa per la difesa al 2% del prodotto interno lordo dal 2027, alla fine dell’anno fiscale in corso. Esattamente ciò che vuole il presidente degli Stati Uniti.
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