Giochi del Mediterraneo tra cantieri in ritardo e appalti fermi: ora anche il Comitato Internazionale si è reso conto del disastro
- Postato il 8 settembre 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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I nodi stanno venendo al pettine: adesso anche il Comitato Internazionale si è accorto dei problemi dei Giochi del Mediterraneo di Taranto. È rottura totale fra il CIGM (l’organismo che detiene i diritti dell’evento e che pure sarebbe presieduto da un italiano, Davide Tizzano, fresco n.1 anche della Federazione Canottaggio) e l’Italia. Ne avrebbe di buone ragioni il Comitato Internazionale per arrabbiarsi. Fin da principio, l’organizzazione italiana è stata un disastro: dalle beghe politiche e i pasticci combinati dagli enti locali che avevano in origine in mano la manifestazione, le infrastrutture in ritardo (il commissario nominato dal governo Massimo Ferrarese sta facendo i salti mortali per chiudere gli appalti in tempo, per quanto possibile), il budget sforato e i continui rabbocchi di contributi pubblici necessari per far quadrare i conti (altri 25 milioni sono stati stanziati proprio nell’ultimo Decreto Sport, e potrebbe non essere ancora finita). Ma queste, a ben vedere, sono grane tutte italiane, che ad Atene, dove ha sede il CIGM, interessano relativamente.
A far perdere la pazienza sono in realtà ragioni molto più venali: una serie di impegni mancati, emersi di recente, che il Comitato internazionale adesso pretende che vengano rispettati. Un pagamento di altri 500mila euro, oltre alla “fee” ordinaria di circa due milioni di euro che il Paese organizzatore versa all’organismo titolare dell’evento, motivato con la presenza di maggiori discipline, gare e atleti. Alcuni oneri aggiuntivi, relativi a servizi televisivi, sicurezza, antidoping, attività collaterali all’evento: non erano previsti dal contratto, ma dall’Italia erano sempre arrivate rassicurazioni informali sul fatto che non ci sarebbero stati problemi. Invece la firma sui nuovi contratti, nonostante ripetute sollecitazioni, non è ancora arrivata: il presidente (nonché commissario) Ferrarese prende tempo, perché manca il via libera da Roma, dai ministri Abodi (Sport) e Foti (Affari Europei e Sud) responsabili dell’evento. L’ultima parola spetta a loro. Ma il fatto che il Comitato italiano non si sia riunito per deliberare ha fatto infuriare il CIGM.
Questo si sta traducendo in una situazione di aperta conflittualità, in cui il Comitato Internazionale ha cominciato a fare le pulci all’Italia su ogni questione. E come detto, volendo se ne possono trovare tante: ad esempio, secondo l’ultimo monitoraggio pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, a Taranto soltanto 4 cantieri su 40 sono già conclusi, mentre tutti gli altri sono in corso con una percentuale di realizzazione tra il 15 e il 40%. L’altro grande tema che assilla gli organizzatori è la gara per le navi che faranno da “villaggio olimpico”: sarà bandita presto e da questa davvero dipende lo svolgimento della manifestazione, perché non esiste un’alternativa alle navi e senza di quelle non ci sarebbe modo di ospitare gli atleti (ma un’indagine di mercato ha già riscontrato la disponibilità di una nota compagnia, quindi, seppur a caro prezzo, una soluzione dovrebbe essere garantita). Il punto, comunque, è che il rapporto tra Comitato italiano e internazionale in questo momento è ai minimi termini. Nei prossimi giorni andrà in scena una riunione a Roma con i rappresentanti del governo: una soluzione andrà trovata, per accontentare le richieste del CIGM, magari con un compromesso sulle cifre. Perché se è vero che a meno di un anno dalla cerimonia inaugurale le minacce di revoca dell’evento sono poco credibili, specie per motivi così futili, è altrettanto inimmaginabile organizzare i Giochi con la contrarietà del Comitato internazionale. Specie a Taranto, con tutti i problemi che ci sono già.
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