Giorgia Meloni respinge le accuse francesi e festeggia il record di occupati in Italia

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Di Panorama
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L’andamento dell’economia italiana è una minaccia per la Francia del presidente Emmanuel Macron e del premier François Bayrou. Le dichiarazioni nei confronti dell’Italia e l’accusa di dumping fiscale fatta da quest’ultimo ne sono la prova. L’Italia è stabile e più affidabile. È considerato un Paese solido e i numeri lo dimostrano. 

L’Istat ieri ha certificato che a luglio il tasso di disoccupazione è sceso al 6% in Italia, in ribasso dello 0,3% rispetto al mese precedente. Sono 13.000 gli occupati in più su mese, con un saldo positivo di 218.000 occupati su anno. L’istituto di statistica evidenzia come la disoccupazione giovanile sia anch’essa in calo, al 18,7%, e come il numero di occupati complessivo si attesti a 24.217.000 unità. Nello specifico, l’Istat sottolinea l’aumento dei dipendenti permanenti (16.448.999) e dei dipendenti a termine (2.567.000), mentre diminuiscono gli autonomi (5.202.000). L’aumento degli occupati a luglio (+0,1%, pari come detto a +13.000 unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti (permanenti e a termine), i 15-24enni e i 35-49enni; il numero di lavoratori invece diminuisce tra le donne, gli autonomi e nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione sale di conseguenza al 62,8% (+0,1%), con la diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,6%, -74.000 unità) che riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffusa in tutte le classi d’età. Un dato da tenere d’occhio secondo l’esecutivo è quello degli inattivi. 

La crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +30.000 unità) interessa invece le donne, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni; tra gli uomini, i 15-24enni e i 35-49enni il numero di inattivi è invece in diminuzione.

«Numeri incoraggianti» per il premier Giorgia Meloni, «che confermano l’efficacia delle misure messe in campo e ci spingono a proseguire con determinazione su questa strada: più opportunità, più lavoro, più crescita per l’Italia». Anche il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone parla di «trend positivo che continua», sottolineando come la maggior parte dei nuovi posti di lavoro sia a tempo indeterminato.

Non solo occupazione. «L’Italia in termini di bilancio oggi fa degli sforzi molto seri, e trovandosi prossimamente al 3% di deficit probabilmente uscirà dal “regolamento di co-proprietà” che ho appena evocato», ha commentato il presidente della Bce Christine Lagarde riferendosi alle regole di bilancio Ue che disciplinano la procedura per deficit eccessivo cui è attualmente sottoposta l’Italia. Nella stessa intervista, la Lagarde si è soffermata sulla situazione di bilancio della Francia e sul rischio che cada il governo Bayrou, due fattori che hanno fatto impennare lo spread francese. 

Insomma, Parigi soffre una competizione che non riesce più a vincere. Per questo il premier Bayrou ha mosso delle accuse al sistema fiscale italiano. Lo ha fatto quando ha citato l’esempio dell’Italia per giustificare la sua decisione di non applicare la tassa Zucman, un’imposta minima del 2% sui 537 milionari che posseggono un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro. 

Immediata la reazione di Palazzo Chigi. «Stupiscono le affermazioni, totalmente infondate, del primo ministro francese Francois Bayrou, secondo le quali l’Italia starebbe facendo “dumping fiscale”, penalizzando la Francia», si legge nella nota emanata a pochi minuti dalle dichiarazioni di domenica sera. «L’economia italiana è attrattiva e va meglio di altre grazie alla stabilità e credibilità della nostra nazione. L’Italia non applica politiche di immotivato favore fiscale per attrarre aziende europee e, con questo governo, ha addirittura raddoppiato l’onere fiscale forfettario in vigore dal 2016 a carico delle persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia. L’Italia è piuttosto, da molti anni, penalizzata dai cosiddetti “paradisi fiscali europei”, che sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse. Confidiamo che, dopo queste affermazioni del suo primo ministro, la Francia voglia finalmente unirsi all’Italia per intervenire in sede di Unione europea contro quegli Stati membri che applicano da sempre un sistematico dumping fiscale, con la compiacenza di alcuni Stati europei».

Il nervosismo francese è evidente. A coglierlo, ancora una volta, il vicepremier Matteo Salvini. «A Parigi sono parecchio nervosi», ha detto il leader della Lega, «un giorno convocano gli ambasciatori, il giorno dopo attaccano governi come quello italiano su un sistema fiscale che è assolutamente normale».

«Sono sbalordito, un’accusa frutto di un ragionamento totalmente sbagliato. Non voglio commentare la situazione politica ed economica in Francia, ma se l’Italia procede su un percorso economico positivo e mantiene una solidità politica rilevante questo non è perché pratica dumping fiscale, l’Italia non cospira contro altri paesi europei. Ci sono altri, veri paradisi fiscali in Europa, ci sono altre profonde anomalie nella Ue che andrebbero corrette, queste sono le anomalie da contestare», il commento del ministro degli Affari esteri e vicepremier Antonio Tajani anticipate ieri da un’intervista rilasciata al Messaggero. Ancora più duro il vicepresidente della Camera azzurro Giorgio Mulè: «Bayrou, che è disperato perché traballa, se ne è uscito con la storia assurda del dumping fiscale, mentre da noi si ignora un particolare da ortografia contabile e cioè che le tasse che i francesi pagano in Italia non sono recupero da evasione o un gentile omaggio ma vengono da reddito prodotto all’estero e dunque non sarebbero mai arrivate nelle nostre casse».

Autore
Panorama

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