Giorgio Armani, aperti due testamenti segreti: cosa cambia per l’eredità da 13 miliardi e per il futuro della maison
- Postato il 11 settembre 2025
- Di Panorama
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Due documenti scritti di suo pugno, un patrimonio stimato tra 11 e 13 miliardi di euro, e il futuro di una delle maison più iconiche del made in Italy. A pochi giorni dalla scomparsa di Giorgio Armani, la vicenda della sua eredità assume i contorni di un romanzo. Non solo per la cifra in ballo, ma per la modalità: due testamenti, entrambi recentissimi, messi in busta chiusa e custoditi con la stessa discrezione con cui il re dello stile ha sempre protetto la sua vita privata.
Due testamenti, un’unica visione
Il primo datato 15 marzo 2025, il secondo appena tre settimane dopo, il 5 aprile. L’apertura è avvenuta il 9 settembre, davanti al notaio Elena Terrenghi. Il fatto che esistano due documenti così ravvicinati nel tempo apre a due ipotesi: un’integrazione o una revisione. In entrambi i casi, la direzione resta la stessa: definire nel dettaglio la spartizione di un impero costruito in mezzo secolo, tra passerelle, boutique e un inconfondibile codice estetico.
Ville da sogno e un impero societario
Il lascito non è solo fatto di numeri: dietro ci sono luoghi e simboli. Le ville di Antigua, Saint Tropez, Saint Moritz, Pantelleria, Parigi, New York. L’attico da sogno nella Grande Mela, la storica villa a Forte dei Marmi, e persino la recente acquisizione della Capannina, icona della Dolce Vita versiliese. A questo si aggiungono yacht, opere d’arte e partecipazioni in colossi come EssilorLuxottica e The Italian Sea Group. Ma il cuore dell’eredità resta quel 99,9% della Giorgio Armani Spa – lo 0,1% è della Fondazione Armani – che custodisce il vero DNA del marchio.
Gli eredi e la squadra di fiducia
Senza figli e senza quote di legittima da rispettare, Armani ha avuto piena libertà di scelta. Sullo sfondo, la sorella Rosanna e i nipoti Andrea Camerana, Silvana e Roberta Armani. Ma soprattutto, i collaboratori che con lui hanno costruito e difeso il brand, come Leo Dell’Orco, braccio destro da decenni. Una famiglia allargata che è, a tutti gli effetti, parte integrante del destino della maison.
La Fondazione Armani, garante dell’indipendenza
Negli ultimi anni Armani aveva preparato la successione con precisione sartoriale. Nel 2023, ha modificato lo statuto societario introducendo sei categorie di azioni con pesi decisionali diversi. Le più importanti, le categorie A e F, sembrano destinate alla Fondazione, con un obiettivo chiaro: garantire che l’azienda resti indipendente, ancorata all’Italia e fedele alla sua identità, lontana da frammentazioni e scalate ostili. Un impegno che include anche la regola di non quotarsi in Borsa per almeno cinque anni.
La Milano Fashion Week senza Re Giorgio
Dal 23 al 29 settembre, Milano ospiterà la prima Fashion Week senza il suo re. Le sfilate di Armani resteranno in calendario, trasformandosi in un tributo alla sua eredità creativa. «Visione, qualità e coerenza», come ha ricordato Carlo Capasa, sono oggi più che mai valori preziosi per un settore in piena trasformazione. Il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato l’iscrizione di Armani al famedio di Milano, tra coloro che hanno reso la città grande nel mondo.
Giorgio Armani ha lasciato due testamenti, ma un’unica, inconfondibile eredità: quella di uno stile che non è mai stato solo moda, ma un’idea di Italia.