Giro d’italia, Carlos Verona ha vinto la tappa di Asiago e l’ha dedicata al compagno Ciccone, Roglic in crisi

  • Postato il 25 maggio 2025
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Spettacolo al Giro d’Italia: Carlos Verona, 32 anni, spagnolo, alfiere del team statunitense Lidl-Trek, ha vinto in solitaria la tappa n. 15 del Giro d’Italia.
Primo al traguardo di Asiago e ha dedicato la vittoria al suo capitano Ciccone che si è ritirato dopo una caduta nella tappa di Gorizia.

Una impresa vera. Carlos partito ai piedi della salita di Dori e riuscito ad arrivare solo alla meta con una tenacia encomiabile. Al traguardo lacrime di gioia e l’abbraccio della moglie e dei due figli.

LA TAPPA DEL MONTE GRAPPA

Giro d’italia, Carlos Verona ha vinto la tappa di Asiago e l’ha dedicata al compagno Ciccone, Roglic (nella foto) in crisi
Giro d’italia, Carlos Verona ha vinto la tappa di Asiago e l’ha dedicata al compagno Ciccone, Roglic in crisi – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Si conclude la seconda settimana del Giro d’Italia 2025 con la frazione da Fiume Veneto (Pordenone) all’Altopiano di Asiago (Vicenza). Dal Friuli al Veneto. Frazione di 219 chilometri, classificata una tappa 4 stelle di difficoltà. È stata la tappa più lunga dopo quella di Potenza.
La seconda settimana si è conclusa domenica 25 maggio con un tappone prealpino che ha visto al centro la vetta del Monte Grappa(1.611 m s.l.m.),  un nome che evoca ricordi forti, storici e ciclistici.
Stavolta però il Grappa è stato affrontato dal versante meno impegnativo anche se comunque 25 km di ascesa al 5,8% (con punte dell’11%) sono molto dispendiosi. Come si è visto. Ma dal temuto GPM ci sono stati ancora 90 chilometri.

Dopo la salita del “Monte sacro alla Patria” c’è stata l’ascesa di Enego affacciata sul Canale di Brenta con una pendenza del 5-6%; salita tosta verso il Gpm di Dori (16,4 km con medie del 5,4%) a circa 20 km dall’arrivo. Il che ha aumentato lo stress, alimentato dai fatti accaduti nella tappa di Gorizia. Ne è uscita la corsa che ci si aspettava: tirata, selettiva, senza risparmio, alla vigilia del giorno di riposo. Martedì il Giro riprenderà con una tappa durissima, quasi 200 chilometri e 5 mila metri di dislivello, il maggiore delle 21 tappe della Corsa Rosa.

IL GIRO DELLE CADUTE

La caduta nel finale della tappa di sabato a Gorizia (Ciccone ritirato, Tiberi ha perso quasi due minuti ed il laziale da terzo e’ scivolato all’ottavo posto) ha terremotato la Corsa Rosa. L’Italia ha perso le sue punte di diamante; ha perso soprattutto lo scalatore Ciccone proprio alla vigilia delle tappe di montagna. Il suo Giro non era ancora iniziato, addio alle grandi salite, il calvario del 30enne abruzzese continua.

Ed è comprmmessa la Corsa di Tiberi, la miglior carta azzurra per il podio finale di Roma di domenica prossima 1 giugno. Ora Antonio deve inventarsi un nuovo Giro che nelle prime 13 tappe lo aveva visto tra i protagonisti assoluti.  Al via sono rimasti 169 corridori (45 italiani). L’azzurro Fortunato è in testa alla classifica degli scalatori.
Partenza da Fiume Veneto (finalmente senza pioggia) alle 11.36.,soliti scatti dal gruppo, Conci vince il primo GPM di giornata (Ca’ del Poggio), Tiberi, in difficoltà, cumula ritardi, una quindicina in fuga tra cui sette italiani (Frigo, Cattaneo, Milesi, Garofoli, Fortunato, Scaroni, Conci).

Al km 89 c’è lo Sprint di Possagno quindi l’attacco al Grappa. La gara si fa dura. Comincia la seconda parte della corsa  dopo lo scollinamento del Sacro Monte . E sale in cattedra Carlos Verona.

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Autore
Blitz

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