“Giù le mani dai consultori”, il presidio di protesta di Fials: “Figure professionali demansionate, servizi a rischio”

  • Postato il 2 luglio 2025
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Protesta consultori

Genova. Oltre un centinaio di persone questo pomeriggio hanno partecipato al presidio sotto la sede di Regione Liguria in piazza De Ferrari organizzato da Fials – Federazione italiana autonomie locali sanità – per protestare contro la gestione dei consultori che in questa fase starebbero vivendo, secondo i promotori della richiesta, un vero e proprio depotenziamento.

“Siamo oggi in questa piazza nel 50° anno dalla nascita dei Consultori Familiari – istituiti con la legge 405/1975 – a chiedere sostegno a tutti voi per difendere e promuovere l’identità di questo prezioso servizio pubblico gratuito, inclusivo e ad accesso libero – hanno ribadito gli organizzatori durante la manifestazione – i Consultori Familiari costituiscono le fondamenta di una sanità pubblica e sostenibile nel XXI secolo. I Consultori Familiari sono servizi sociosanitari con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna, dell’età evolutiva, dell’adolescenza e delle relazioni di coppia e familiari. L’accesso è libero e gratuito, con garanzia di riservatezza. Nel corso degli anni, i Consultori Familiari sono stati ciclicamente bersaglio di attacchi politici e ideologici, con tentativi di ridimensionamento e di smantellamento; oggi vogliamo parlarvi della nostra attuale realtà genovese. Negli ultimi mesi infatti alcuni servizi sono stati messi in discussione, sminuiti come poco utili e tagliati perché non in grado di restituire un immediato ritorno economico, in un’ottica aziendalistica. Gli operatori sono stati in parte ridistribuiti sui servizi che danno più profitto – tendenzialmente destinati dunque all’assistenza al medico – e così demansionati, senza rispetto e riconoscimento dei diversi profili professionali che regolamentano e tutelano i professionisti. Il rischio concreto è una deriva verso la quasi totale privatizzazione della sanità a discapito delle persone, soprattutto dei soggetti più fragili”.

In altre parole la protesta nasce anche dal fatto che attualmente alcuni professionalità sarebbe demansionate: “Con la nuova direzione dei consultori – spiegano i sindacalisti della Fials – ad esempio le ostetriche sono state dirottate per il 50% della loro attività ad assistenza al medico invece di fare il proprio lavoro. Sono di fatto demansionate. Anche agli assistenti sociali e gli educatori spesso sono dirottati a fare segreteria amministrativa perchè semplicemnte manca il personale amministrativo. A volte fanno anche servizio Cup. Tutto a discapito di una struttura come quella del consultorio che dovrebbe fare altro“.

“Nella realtà ogni giorno gli operatori dei Consultori lavorano per portare l’attenzione al contesto e agli aspetti biopsicosociali intercettando precocemente eventuali segnali di disagio, creando benessere e un risparmio economico a lungo termine, che attualmente non viene riconosciuto – continuano – Così le visite domiciliari ostetriche sono state etichettate come “fare un bagnetto”, il massaggio infantile come “inutili carezze”, sui corsi di disostruzione delle vie aeree è stato detto “tanto lo fanno i pediatri di libera scelta a pagamento”, riguardo le visite per i campi estivi “lo fa il pediatra di libera scelta a pagamento quindi possiamo ridurre il servizio” e potremmo raccontarne molte altre ancora. Si è parlato di introdurre a livello ambulatoriale nuovi servizi medici definiti “all’avanguardia”, ma ciò delinea, invece, un panorama territoriale e regionale che non coltiva e migliora quello che già esiste – o dovrebbe esistere”.

Esempio? “Oggi la Regione Liguria non ha ancora un’agenda della gravidanza, che consentirebbe alle donne di avere un percorso definito e semplificato, oltre che di avere a disposizione la prescrizione prestampata degli esami di routine da eseguire in gravidanza – specificano i lavoratori Fials- Tutto ciò esiste nelle altre Regioni dal 2008. In Regione Liguria – e nello specifico nel nostro territorio genovese – gli ambulatori a basso rischio ostetrico sono gestiti per lo più a livello ospedaliero, nonostante siano stati pensati in origine come una competenza territoriale, che consentirebbe alle donne e alle famiglie di avere un percorso assistenziale di continuità, cosa che non accade. Il Consultorio Familiare è un servizio pubblico deputato a svolgere attività di prevenzione primaria e secondaria che raggiunge un’ampia parte della popolazione, offrendo spazi di ascolto, supporto psicologico e sociale per bambine e bambini, adolescenti, giovani adulti, genitori, nuclei adottivi e affidatari. Tale funzione potrebbe essere realizzata in maniera più efficace con le adeguate risorse per rispondere alla crescente complessità e ai reali bisogni della comunità”.

I commenti

“I Consultori familiari sono veri e propri pilastri della nostra sanità pubblica e del welfare locale: da 50 anni questi servizi rappresentano un presidio di prevenzione, tutela e supporto alle donne, alle famiglie e ai soggetti più fragili del nostro territorio, contribuendo in modo significativo alla salute e al benessere collettivo – commenta l’assessora al Welfare Cristina Lodi – In un momento storico così complesso, i bisogni sociali e sanitari richiedono risposte tempestive e multidisciplinari e non tentativi di ridimensionamento e, peggio ancora, di privatizzazione di questi servizi». Così  sullo sciopero dei lavoratori dei Consultori. La nostra città necessita di servizi sociosanitari gratuiti, inclusivi e rispettosi delle competenze professionali, che possano rispondere alle reali esigenze di prevenzione e cura senza essere ridotti a semplici attività medicalizzate o marginalizzate – continua l’assessora – Abbiamo già iniziato a lavorare sulla programmazione sociosanitaria in cui il Comune si mette a disposizione: in questi giorni abbiamo avviato un’interlocuzione politica con Regione Liguria. Uno degli obiettivi sarà quello che gli ambiti territoriali sociali e i servizi territoriali sanitari si parlino di più e funzionino in una integrazione sociosanitaria vera, che dia risposte complesse a bisogni complessi. Ovviamente, per questo i consultori sono un anello fondamentale per come sono stati pensati.  Servono strumenti concreti, percorsi assistenziali territoriali e risorse adeguate, che garantiscano continuità e qualità delle cure. È necessario investire nelle risorse umane e nelle strutture, vero fiore all’occhiello della nostra città, valorizzando il lavoro degli operatori che ogni giorno si impegnano per tutelare i diritti di tutti, in particolare dei più vulnerabili. Su questo l’amministrazione Salis c’è”.
Autore
Genova24

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