Gli incentivi per le auto elettriche sono già finiti: la verità dietro l’erogazione record dei voucher
- Postato il 23 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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A giudicare dal click day da record la voglia degli italiani di auto elettriche dipenderebbe solo da un fattore di prezzi. Con la prospettiva di risparmiare migliaia di euro sono stati emessi oltre 40.000 voucher in poche ore. Una vera corsa per accaparrarsi la possibilità di acquisto di nuove auto e autocarri full electric. Numeri che, certificati dalla società di informatica Sogei del ministero dell’Economia incaricata di creare e gestire il sito internet per la prenotazione degli incentivi, mettono in luce l’importanza ma anche i rischi dell’iniziativa avviata dal Governo.
“La piattaforma per l’erogazione del bonus, a circa cinque ore dall’apertura, ha correttamente erogato oltre 40.000 voucher per i beneficiari”, è emerso in una nota della società. I rumor parlano di 597 milioni di euro stanziati e già tutti prenotati da persone fisiche, sebbene la somma esatta non sia stata ancora ufficializzata. Un primato che rischia di creare ulteriori fratture in una fase dove tutti aspettano il periodo degli sconti delle Case e del bonus per cambiare vettura.
Fondi già finiti? Non proprio
I voucher prenotati devono essere attivati entro 30 giorni, ossia abbinati a un contratto d’acquisto di un’auto elettrica. Potrebbero essere tanti coloro che hanno deciso di bloccare il bonus per poi valutare l’offerta giusta. Se i buoni non saranno validati in una concessionaria entro il 21 novembre prossimo saranno di nuovo reinseriti nel sistema. Quindi gli importi decaduti automaticamente ritorneranno a essere prenotabili dagli utilizzatori. Inoltre, i voucher potrebbero anche essere annullati da chi deciderà nei prossimi giorni di non usufruirne.
Ricordiamo che gli incentivi sono ad appannaggio di persone fisiche con Isee fino a 40.000 euro e le imprese fino a 10 dipendenti con un fatturato o con un bilancio annuo fino a 2 milioni di euro. L’iniziativa è limitata a chi rispetta il prerequisito di residenza o di sede legale in uno dei comuni che rientrano nelle 83 aree urbane funzionali. Inoltre, è necessaria la rottamazione di un veicolo fino a Euro 5. Chi non ha già un contratto con una concessionaria può dare una occhiata all’elenco delle strutture accreditate sulla piattaforma del ministero dell’Ambiente.
L’autocelebrazione del Governo
Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha addirittura celebrato l’evento come una prova di “efficacia delle misure” e di “crescente consapevolezza degli italiani”. Piuttosto che festeggiare un trionfo fatuo che nasce dallo stato di crisi delle famiglie italiane, costrette ad azzuffarsi sul web per strappare un miracoloso bonus per cambiare auto, occorrerebbe investire su una politica di decarbonizzazione a lungo termine.
La misera percentuale di EV, comprate con i bonus, non basterà a svecchiare il parco auto italiano, uno tra i più antiquati d’Europa. Tutti aspetteranno la prossima ondata di incentivi per evitare il reale esborso per l’acquisto di un’auto alla spina. Il meccanismo sta rischiando di dopare un sistema che è già afflitto da numerose criticità. I concessionari avranno una impennata di vendite nei prossimi 30 giorni, ma cosa accadrà nei successivi undici mesi dell’anno? Questa è la risposta che andrebbe data ai player del car market che, nel corso del 2025, sono piombati in una crisi con pochi precedenti storici.