Gli studenti occupano l’istituto Rossellini a Roma in solidarietà con la Flotilla: “Israele un pericolo per l’umanità, governo italiano complice”
- Postato il 24 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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“Sappiamo di essere dalla parte giusta della storia”, dichiarano con fermezza gli studenti del movimento Osa, che hanno deciso di occupare la succursale dell’Istituto Roberto Rossellini in zona Ostiense a Roma. L’azione, arrivata dopo le imponenti proteste di lunedì e lo sciopero generale, si inserisce nel solco della mobilitazione internazionale in sostegno alla Global Sumud Flotilla, colpita da un attacco durante la notte mentre navigava verso la Striscia di Gaza. Lo striscione esposto davanti alla scuola, “Dalle piazze alle scuole, blocchiamo tutto”, sintetizza lo spirito dell’iniziativa, rafforzato dal disegno di una bandiera palestinese che richiama il filo diretto tra le manifestazioni di piazza e l’occupazione scolastica.
Il comunicato degli studenti e la solidarietà con i lavoratori
Attraverso un comunicato ufficiale, il collettivo ha spiegato le ragioni dell’occupazione: “Oggi 24 settembre, dopo che la Global Sumud Flottilla è stata attaccata, noi studenti del Rossellini occupiamo la nostra scuola, rispondendo all’appello lanciato dagli universitari di Cambiare Rotta da Lettere occupata, dopo il grandissimo sciopero di lunedì 22 settembre che ha visto a Roma scendere in piazza 200.000 persone e in tutta Italia un milione”. Gli studenti sottolineano la partecipazione attiva dei licei: “Anche noi studenti dei licei partecipiamo al blocco”.
Con questa presa di posizione, il collettivo ha scelto di proseguire la mobilitazione insieme al mondo del lavoro, ribadendo l’intenzione di unire le forze con operai e occupanti: la scuola diventa così, nelle loro intenzioni, non solo un luogo di formazione, ma anche un centro di resistenza politica e sociale.
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Le accuse a governo e Israele
Il tono del comunicato si fa più severo quando gli studenti prendono di mira le istituzioni: il governo italiano viene accusato di essere “complice di questo genocidio” e di continuare “imperterrito a finanziare accordi”. Per gli studenti, infatti, “le nostre scuole non devono e non possono essere luoghi neutrali della società. Davanti al genocidio del popolo palestinese, all’escalation militare e bellica, alla complicità del nostro governo, degli Stati Uniti e dell’Unione europea non possiamo rimanere in silenzio”.
L’accusa si concentra poi direttamente su Israele: “Lo Stato genocida di Israele rappresenta un pericolo per tutta l’umanità, da più di 77 anni porta avanti il progetto coloniale sionista, un piano di pulizia etnica occupando le terre dei palestinesi che continuano la strenua resistenza contro il mostro sionista”. In questo contesto, gli studenti giustificano la protesta con un’ulteriore dichiarazione: “Sappiamo di essere dalla parte giusta della storia. Come studenti da due anni continuiamo a mobilitarci nelle scuole, nelle piazze e nelle università solidali con il popolo Palestinese. Le nostre scuole devono essere un punto di riferimento per chiunque voglia mobilitarsi contro il genocidio”.
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