Gli Usa di Trump lasciano di nuovo l’Unesco: “Agenda woke e retorica anti-israeliana”
- Postato il 22 luglio 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Donald Trump ha deciso, di nuovo, di ritirare gli Usa dall’Unesco, contestando all’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura politiche anti- americane e anti-israeliane, nonché un’agenda woke. Il presidente degli Stati Uniti lo scorso febbraio aveva chiesto ai suoi funzionari una revisione di 90 giorni della presenza americana nell’organizzazione che, nel loro parere, “hanno contestato le politiche dell’Unesco in materia di diversità, equità e inclusione, nonché i suoi pregiudizi pro-palestinesi e pro-Cina“, ha detto un funzionario della Casa Bianca al New York Post. “Il presidente Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’Unesco, che sostiene cause culturali e sociali woke e divisive, che sono completamente non in linea con la politica del buon senso per la quale gli americani hanno votato a novembre”, ha dichiarato al Post la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly.
Dopo le anticipazioni del quotidiano statunitense, sono arrivate le conferme ufficiali: “La continua partecipazione nell’Unesco non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”, ha detto Tammy Bruce, la portavoce del Dipartimento di Stato. Secondo l’opinione dell’amministrazione Trump, l’agenda dell’agenzia dell’Onu è volta a “promuovere cause sociali e culturali divisive“. La portavoce ha inoltre aggiunto che la decisione dell’Unesco “di ammettere lo ‘Stato di Palestina’ come Stato membro è altamente problematica, contraria alla politica degli Stati Uniti e ha contribuito alla proliferazione della retorica anti-israeliana all’interno dell’organizzazione”. Il Dipartimento di Stato ha motivato la decisione anche facendo riferimento all’agenda “globalista e ideologica per lo sviluppo internazionale” dell’organizzazione delle Nazioni Unite, “in contrasto con la nostra politica estera ‘America First‘”.
Donald Trump aveva già preso la stessa decisione di ritirare gli Stati Uniti dall’Unesco durante il suo primo mandato, citando un pregiudizio anti-israeliano. Ancora prima però, dal 2011, Washington aveva sospeso i finanziamenti all’organizzazione in seguito al riconoscimento della Palestina come Stato membro. L’amministrazione Biden aveva fatto marcia indietro nel 2023, rientrando nell’agenzia, ma il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha mischiato nuovamente le carte.
La direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha espresso “profondo rammarico” per la decisione del tycoon. “Per quanto deplorevole possa essere, questo annuncio era previsto e l’Unesco si stava preparando”, ha aggiunto. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato la decisione statunitense, garantendo “sostegno incondizionato” all’Unesco. “Sostegno incondizionato all’Unesco, custode universale della scienza, dell’oceano, dell’istruzione, della cultura e del patrimonio mondiale. Il ritiro degli Stati Uniti non indebolirà il nostro impegno”, ha scritto in un post su X.
Di segno opposto la reazione del ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar. “Accogliamo con soddisfazione la decisione dell’amministrazione Usa di ritirarsi dall’Unesco, questo è un passo necessario per promuovere la giustizia e il diritto di Israele ad avere un trattamento equo in seno al sistema Onu”, ha commentato il ministro. “Il prendere di mira Israele e la strumentalizzazione politica da parte degli Stati membri deve finire, in questa e in tutte le altre agenzie Onu”, ha concluso in un post su X.
L'articolo Gli Usa di Trump lasciano di nuovo l’Unesco: “Agenda woke e retorica anti-israeliana” proviene da Il Fatto Quotidiano.