Global Sumud Flotilla, gli attivisti accusano la polizia tunisina di aver fatto sparire delle prove
- Postato il 9 settembre 2025
- Di Panorama
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Continua a destare scalpore l’incidente occorso questa notte alla nave “Family” al largo del porto di Tunisi, l’imbarcazione appartenente alla Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza per tentare di forzare il blocco israeliano della Striscia e portare aiuti umanitari alla popolazione. Nella conferenza stampa indetta a Tunisi, il coordinatore italiano della flottiglia ha parlato di un tentato insabbiamento dell’accaduto da parte della polizia tunisina.
L’incidente notturno
I video diffusi dalla Global Sumud Flotilla attraverso i propri canali social documentano quello che gli organizzatori della missione umanitaria definiscono “inequivocabilmente” un attacco con drone. Le riprese delle telecamere di sicurezza installate in una nave ormeggiata accanto alla “Family Boat”, che trasportava i membri del comitato direttivo dell’organizzazione (tra cui Greta Thunberg), mostrano il momento esatto in cui un oggetto infuocato proveniente dall’alto colpisce l’imbarcazione.
Nelle immagini si osserva chiaramente Miguel Duarte, attivista portoghese che si trovava di vedetta, guardare verso l’alto con espressione terrorizzata prima dell’esplosione. «Ero sul ponte dell’imbarcazione quando ho sentito il rumore di un drone. Era tre-quattro metri sopra la mia testa, lo abbiamo visto muoversi, poi fermarsi un paio di secondi e poi lanciare un oggetto che è esploso provocando il fuoco a bordo», ha raccontato Duarte durante la conferenza stampa convocata dagli attivisti.
Tuttavia, le autorità tunisine forniscono una versione diametralmente opposta dell’accaduto. Il portavoce della Guardia nazionale, Houcem Eddine Jebabli, ha dichiarato categoricamente di “non aver rilevato alcun drone” e che «secondo i primi accertamenti si è verificato un incendio nei giubbotti di salvataggio a causa di un accendino o di un mozzicone di sigaretta». Il ministero dell’Interno tunisino ha definito «del tutto infondate» le ipotesi su un attacco con drone. Le prove visive, però, sembrano lasciare poco spazio a dubbi.
Le nuove accuse degli attivisti
La contradizione tra le evidenze video e la versione ufficiale tunisina ha scatenato dure reazioni da parte degli attivisti della Global Sumud Flotilla, che non si limitano a contestare la ricostruzione delle autorità locali ma lanciano gravi accuse di insabbiamento. Tony Lapicciarella, coordinatore italiano della missione, ha denunciato: «Sono saliti a bordo due poliziotti tunisini, pensavamo raccogliessero le prove e invece le hanno fatte sparire. Per la Tunisia ammettere un attacco sarebbe un problema».
Durante la conferenza stampa, gli attivisti hanno ribadito con fermezza la loro versione dei fatti. «È stato al 100% un drone che ha sganciato una bomba», hanno insistito i membri dell’equipaggio, qualificando l’episodio come «un attacco vergognoso». Miguel Duarte ha fornito una testimonianza dettagliata dell’accaduto: «Ho visto chiaramente un drone a circa 4 metri sulla mia testa. Ho chiamato un compagno e abbiamo continuato a guardare il drone. Poi si è spostato lentamente verso il ponte di prua della nave e ha sganciato quella che era ovviamente una bomba».
Melanie Schweizer, coordinatrice della Global Sumud Flotilla, ha sottolineato le potenziali implicazioni politiche dell’episodio: «Questo potrebbe avere gravi implicazioni a livello politico. Sappiamo che si trattava di un drone perché abbiamo visto le immagini riprese dalla nostra barca».
Nonostante l’incidente, gli attivisti hanno ribadito la determinazione a proseguire la loro missione umanitaria. «Gli atti di aggressione volti a intimidire e a far deragliare la nostra missione non ci scoraggeranno», hanno dichiarato in un comunicato, precisando che «la nostra missione pacifica per rompere l’assedio di Gaza e dimostrare solidarietà al suo popolo continua con determinazione e risolutezza».
La Global Sumud Flotilla, composta da circa 50 imbarcazioni e centinaia di attivisti provenienti da 44 paesi, dovrebbe ripartire da Sidi Bou Said nei prossimi giorni per tentare di raggiungere Gaza e provare a rompere il blocco navale israeliano alla Striscia.