Global Sumud Flotilla, il nervosismo di Meloni e il tono dialogante di Crosetto. E le opposizioni in aula sottolineano le differenze
- Postato il 25 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Venticinque minuti infarciti di nervosismo a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, lei. Due interventi dal tono distensivo e istituzionale nelle aule di Camera e Senato, lui. Il modo in cui nelle ultime ore Giorgia Meloni e Guido Crosetto hanno affrontato il delicatissimo dossier della spedizione della Global Sumud Flotilla a Gaza hanno portato l’opposizione a sottolineare, non senza una certa ironia: “Sembrate di due partiti diversi” (Elly Schlein dixit).
“La mia condanna è totale per quello che è accaduto stanotte”, ha premesso ieri Giorgia Meloni dinanzi a microfoni e telecamere al Palazzo di vetro di New York riferendosi all’attacco con i droni subito nella notte tra martedì e mercoledì dalla flottilla internazionale che punta a rompere l’assedio israeliano alla Striscia, sulla quale viaggiano diversi italiani tra cui 4 parlamentari. Ma poi ha messo nel mirino la spedizione: “Tutto questo è gratuito, pericoloso, irresponsabile. Non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare aiuti a Gaza che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore”, ha detto la premier, parlando di “iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo“.
Il tono ben al di sopra delle righe è evidente, dettato dal voto di domenica nelle Marche e dal messaggio inviato al governo dallo sciopero generale di lunedì: le 500mila persone scese in piazza hanno mostrato che il massacro in corso a Gaza ha colpito l’opinione pubblica al di là delle sensibilità partitiche. Un nervosismo che trova il suo culmine quando la premier domanda se l’opposizione ritenga “che l’Italia dovrebbe, per proteggere queste persone (sulla Flotilla, ndr), mandare le navi della propria marina militare e dichiarare guerra a Israele“. Non è un caso che poco prima il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva annunciato l’invio della fregata “Fasan” della Marina militare in funzione di soccorso dopo l’attacco subito dalla Flotilla. Una decisione su cui, raccontano i bene informati, non è stato facile trovare un’intesa tra Palazzo Chigi e via XX Settembre.
Al netto del fatto che quando la Flotilla è stata attaccata non era in un teatro di guerra ma in acque internazionali davanti all’isola di Creta e che è difficile pensare che una spedizione formata da delegazioni di 44 diversi paesi possa essere nata con il precipuo scopo di mettere in difficoltà proprio il governo italiano, ciò che spicca è la differenza di tono e sostanza tra le parole della premier e quelle pronunciate dal suo ministro della Difesa: “Continueremo a lavorare perché non accada nessun incidente alla Flotilla e chiedo su questo il vostro aiuto, indipendentemente dalle contrapposizioni politiche”, ha esordito Crosetto questa mattina nell’informativa alla Camera, sottolineando come “qualunque manifestazione, se rispetta il diritto, deve essere tutelata e non può essere soffocata con violenza”. Un invito al dialogo che Crosetto ribadisce poco dopo, parlando della necessità di dissuadere la Flotilla a proseguire verso Gaza: “Sto parlando con tutte le persone che hanno conoscenze a bordo e che possono interloquire perché penso che occorra fare ragionamenti di buon senso e ogni canale è buono per fare questo. Come ho fatto con altri deputati e senatori dell’opposizione“.
La differenza di postura rispetto alla Meloni è talmente palpabile che i giornalisti lo fanno notare a Crosetto dopo il suo intervento a Palazzo Madama. “Ho un tono mio – replica il ministro – che non è mai cambiato da 62 anni. Lo usavo anche quando ero all’opposizione. Ma nei contenuti non ho idee diverse da altri membri di maggioranza”, tiene a sottolineare. “Ha ragione la presidente del Consiglio quando sostiene che è pericoloso e inaccettabile che la situazione a Gaza venga usata come clava contro il governo italiano che nulla ha fatto se non aiutare quella popolazione”, rimarca quindi l’esponente di FdI. Che subito dopo il riallineamento supera a destra la sua leader parlando delle accuse di inazione dell’esecutivo in merito al “genocidio” in corso a Gaza: “E’ totalmente ingeneroso nei confronti di questo governo accusarlo di essere complici. Capisco la tensione della presidente Meloni. Questa parole nella testa di persone deboli – e ce ne sono, basta un pazzo – possono essere pericolose. A me non fa piacere che i miei figli vivano sotto scorta, così come a lei non fa piacere per sua figlia. E tutto questo perché uno serve il Paese è una cosa che lascia il segno. Dopo un po’ qualcuno esplode ed è giusto che esploda“, conclude riferendosi allo sfogo newyorkese della premier.
Nessun problema, quindi: sulla pericolosa necessità di alimentare un clima da caccia alle streghe sul modello di quello creato negli Usa e importato anche da noi dopo l’assassinio di Charlie Kirk – la premier aveva detto che in Italia il clima politico sta diventando “insostenibile” e il ministro Ciriani aveva evocato il pericolo delle Brigate rosse – Meloni e Crosetto vanno perfettamente d’accordo.
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