Gomma auto a terra: i migliori kit fai da te per ripararla
- Postato il 1 luglio 2025
- Manutenzione
- Di Virgilio.it
- 1 Visualizzazioni

Notare una gomma a terra e scoprire di non avere la ruota di scorta è un’esperienza frustrante. Sempre più spesso le auto moderne forniscono un kit di riparazione che può sembrare complicato e poco affidabile. Vediamo come affrontare la foratura in autonomia, usando gli strumenti giusti e quando è meglio chiamare un professionista.
Cos’è il kit riparazione gomme
Il kit di riparazione gomme è lo strumento di emergenza che ha di fatto sostituito la ruota di scorta. Il suo unico scopo è offrire un rimedio rapido e temporaneo per consentire di rimettersi in marcia e raggiungere l’officina più vicina in sicurezza. Non è una soluzione definitiva e la sua efficacia dipende interamente dalla natura del danno subito dallo pneumatico. In commercio esistono principalmente due tipi di kit. Vediamo di fare chiarezza per capire quale sia la scelta più adatta alle diverse esigenze.
Kit di gonfiaggio
Il kit “gonfia e ripara” è la soluzione data in dotazione nelle auto senza ruota di scorta. Si tratta di una bomboletta spray o di liquido di riparazione che agisce in pochi secondi, ma presenta limiti precisi che è fondamentale conoscere. Per esempio:
- l’efficacia è limitata a forature minime, di un paio di millimetri, e solo se localizzate sul battistrada;
- è estremamente veloce da usare, non richiede attrezzi né particolare manualità;
- lo svantaggio principale risiede nel prodotto sigillante che, a causa dell’iniezione, sporca l’interno della gomma, rendendo quasi sempre impossibile una successiva riparazione da parte del gommista;
- il possibile intasamento del foro del sensore pressione pneumatico posizionato all’interno della gomma.
Kit di riparazione
Questo kit riparazione a verme è l’alternativa che, come tecnico, consiglio per una maggiore affidabilità. Prevede un intervento manuale ma garantisce una tenuta decisamente superiore per una riparazione temporanea:
- sigilla fori più importanti, come quelli causati da chiodi o viti, ed è la soluzione specifica per i moderni pneumatici tubeless;
- richiede un po’ di forza e l’uso corretto degli attrezzi per inserire il “verme” di gomma nel foro;
- vantaggio principale, non compromette in alcun modo la possibilità di una futura ispezione e riparazione professionale del pneumatico.
Quando l’unica soluzione è il gommista
È fondamentale essere onesti e riconoscere i limiti di questi strumenti. Un kit di riparazione, per quanto di qualità, non può fare miracoli. Esistono situazioni in cui tentare una riparazione “fai da te” non solo è inutile, ma potenzialmente pericoloso. È indispensabile rivolgersi a un professionista nei seguenti casi:
- il danno non è un foro netto, ma un taglio o uno squarcio di dimensioni importanti;
- la foratura si trova sul fianco del pneumatico, una zona strutturale che non può essere riparata in sicurezza;
- il foro è troppo vicino alla spalla della gomma, il punto di raccordo tra fianco e battistrada;
- lo pneumatico è stallonato, ovvero è uscito dalla sua sede sul cerchio;
- si è circolato per troppi chilometri con la gomma sgonfia, causando danni interni alla struttura non visibili dall’esterno.
In tutti questi scenari, l’unica azione sicura da compiere è montare la ruota di scorta, se disponibile, o chiamare il soccorso stradale. La sicurezza ha sempre la priorità assoluta.
Come ripararla
Vediamo ora come si interviene concretamente in caso di foratura. Le procedure cambiano in modo sostanziale a seconda del kit che si ha a disposizione. È fondamentale seguire i passaggi corretti per il proprio tipo di kit di riparazione per garantire un intervento efficace e sicuro. In entrambi i casi, la prima regola è sempre la stessa:
- accostare in un luogo sicuro, in piano;
- freno a mano inserito e la marcia innestata.
Procedura per il kit di gonfiaggio
Questa è la procedura più rapida, che non richiede attrezzi. È fondamentale agire con rapidità e seguire le istruzioni stampate sulla bomboletta:
- non rimuovere l’oggetto: se il chiodo o la vite sono ancora nello pneumatico, bisogna lasciarli dove sono. Aiuteranno il sigillante a tappare il foro;
- agitare bene la bomboletta: scuotere energicamente il contenitore per almeno 30 secondi per miscelare correttamente il contenuto;
- collegare alla valvola: avvitare il connettore della bomboletta alla valvola dello pneumatico;
- svuotare il contenuto: premere il pulsante di erogazione se si tratta di una bomboletta o svuotare il contenuto se si tratta del solo liquido;
- gonfiaggio: utilizzare il compressore in dotazione per regolare la pressione dello pneumatico stabilita dal costruttore;
- guidare immediatamente: questa è la fase più importante. Partire subito e guidare per almeno 5-10 chilometri a velocità moderata (non oltre i 50-60 km/h). La rotazione della ruota distribuirà uniformemente il sigillante di riparazione all’interno, chiudendo la perdita;
- controllare la pressione: fermarsi dopo pochi chilometri per controllare la pressione con un compressore o utilizzare quello in dotazione per riportarla al valore corretto.
Procedura per il kit a vermicelli
Questa kit è più manuale e richiede l’uso di attrezzi, ma offre una riparazione temporanea più solida:
- individuare il foro: ispezionare il battistrada e trovare il punto della foratura. Se necessario, usare acqua se possibile con del sapone per localizzare la perdita (cercando le bollicine);
- rimuovere l’oggetto: usando delle pinze, estrarre completamente il chiodo, la vite o l’oggetto che ha causato il foro;
- preparare il foro: inserire l’alesatore (l’utensile a “cavatappi“) nel foro e muoverlo con forza avanti e indietro. Questo pulisce e regolarizza il foro, preparandolo per l’inserimento del verme;
- preparare il verme: infilare la striscia di gomma (il verme) nell’asola del punteruolo (l’utensile con l’uncino), posizionandola a metà. Spalmare abbondante mastice sia sul verme che sulla punta dello strumento;
- inserire il verme: spingere con decisione il punteruolo con il verme all’interno del foro, fino a lasciare fuori circa due centimetri di entrambe le estremità della striscia;
- estrarre l’utensile: tirare via il punteruolo con un movimento secco e rapido. L’uncino è progettato per sfilarsi lasciando il verme in posizione, che sigillerà il foro;
- tagliare l’eccesso: con un taglierino, rifinire le parti del verme che sporgono dal battistrada;
- gonfiare e controllare: usare un mini – compressore per riportare la gomma alla pressione corretta. Dopo qualche minuto, verificare che la pressione sia stabile.
La durata di una riparazione
Una volta effettuata una riparazione d’emergenza, indipendentemente dal metodo usato, la domanda è sempre la stessa: quanto dura? È importante capire che sia il liquido sigillante, sia i vermicelli, offrono una soluzione strettamente temporanea. Il loro unico scopo è permettere al guidatore di lasciare una situazione di pericolo e raggiungere il primo gommista in sicurezza, non di sostituire un intervento professionale. Affidarsi a queste riparazioni per un lungo periodo, anche se per molti sono considerate definitive, è un rischio che non vale la pena correre. Una riparazione esterna non potrà mai garantire la tenuta e l’affidabilità di un intervento eseguito dall’interno del pneumatico da un professionista.
Quanti chilometri si possono percorrere
Sebbene non esista un valore assoluto, la linea guida più sicura, valida per entrambe le tipologie di kit, è molto chiara, percorrere una distanza massima di 80-100 chilometri a una velocità non superiore agli 80 km/h. Questo margine di sicurezza è pensato per permettere di raggiungere un’officina senza correre rischi. Le ragioni di questa doppia limitazione (distanza e velocità) sono puramente tecniche e specifiche per ogni metodo:
- nel caso del kit gonfia e ripara, il sigillante liquido crea un “tappo” la cui tenuta è precaria e tende a degradarsi con il calore e le sollecitazioni della guida;
- per il kit a vermicelli, sebbene la riparazione sia più robusta, il tappo inserito dall’esterno non ripristina la continuità strutturale della tela interna, rimanendo un potenziale punto debole.
In nessun caso, quindi, l’integrità originaria del pneumatico viene ripristinata.
Perché la riparazione va controllata
Considerare una riparazione “fai da te“ come definitiva è un grave errore. È fondamentale far controllare lo pneumatico da un gommista in entrambi i casi. Solo un professionista può smontare la gomma dal cerchio per una ispezione interna, l’unica che può rivelare danni strutturali causati dalla foratura o dalla marcia a bassa pressione. L’intervento del gommista varierà in base al kit utilizzato:
- se è stato usato un kit gonfia e ripara, il primo passo sarà una laboriosa pulizia per rimuovere ogni residuo di sigillante;
- se è usato usato un kit a vermicelli, basterà rimuovere il tappo.
In entrambi i casi, solo dopo l’ispezione e se lo pneumatico è giudicato integro, si procederà con una riparazione a norma, applicando dall’interno una “pezza a fungo” che garantisce sicurezza e affidabilità. Questa riparazione professionale è permanente e supera senza problemi la revisione periodica, a differenza di qualsiasi soluzione temporanea.
Quale kit scegliere
Il mercato offre una vasta gamma di kit di riparazione e, come spesso accade, non sono tutti uguali. Un prodotto di scarsa qualità può trasformare un piccolo imprevisto in un grande problema, magari lasciandoti a piedi con un utensile rotto o un sigillante inefficace. Scegliere la soluzione giusta è un investimento per la propria tranquillità e sicurezza. Dal mio punto di vista professionale, la differenza la fanno i materiali. Vediamo insieme cosa guardare per fare un acquisto intelligente, sia che si preferisca la rapidità del liquido o l’affidabilità dei vermicelli.
Kit di gonfiaggio
Se si opta per la massima semplicità, la scelta ricade sulla bomboletta o barattolo di liquido sigillante. Anche qui, però, ci sono differenze sostanziali:
- compatibilità con TPMS: è l’aspetto più importante. Se la vostra auto ha i sensori di pressione degli pneumatici (TPMS), è fondamentale scegliere un prodotto etichettato come “TPMS safe” o “compatibile con sensori TPMS“. Un liquido non idoneo può danneggiare irreparabilmente il sensore, con costi di sostituzione elevati;
- data di scadenza: il liquido sigillante ha una scadenza. Controllate sempre la data impressa sulla confezione prima dell’acquisto. Un prodotto scaduto potrebbe non sigillare correttamente il foro;
- volume del prodotto: verificate che il formato sia adatto alla dimensione dei vostri pneumatici. Una city car ha esigenze diverse da un SUV.
Kit a vermicelli
Se, come me, preferite una soluzione meccanicamente più robusta, il kit a vermicelli è la scelta giusta. Qui la qualità degli utensili è indispensabile:
- robustezza degli attrezzi: cercate sempre e solo kit con utensili interamente in metallo, inclusa l’impugnatura a T. Le versioni con manici in plastica sono economiche ma si rompono quasi sempre sotto sforzo. L’alesatore e il punteruolo devono essere solidi e non piegarsi;
- qualità dei consumabili: i vermicelli devono essere di buona qualità, flessibili e leggermente appiccicosi, non secchi o rigidi. Assicuratevi che il tubetto di mastice sia sigillato e il contenuto fluido;
- completezza: un buon kit include tutto il necessario e una custodia robusta per tenere tutto in ordine.
Da non dimenticare che nel kit non è compresa una pinza per la rimozione della vite o del chiodo, il taglierino e il compressore di gonfiaggio.
Mini-compressore
Qui bisogna essere chiari, nessun kit di riparazione è davvero completo senza un mini-compressore portatile da 12V. Alcune volte bisogna valutare l’acquisto separato del compressore ma anche di alcuni componenti, ma dal mio punto di vista è assolutamente essenziale per entrambi i metodi di riparazione:
- kit a vermicelli: la procedura di riparazione termina con la gomma a terra, che deve essere gonfiata da zero fino alla pressione corretta. Senza un compressore, un cutter e una pinza il kit risulta di fatto inutilizzabile;
- kit “gonfia e ripara“: il compressore è altamente consigliato, la bomboletta, infatti, gonfia la gomma solo a una pressione bassa, mentre il liquido va inserito con la gomma completamente sgonfia. Per guidare in sicurezza è indispensabile regolare subito dopo la pressione, e un compressore a bordo garantisce questa autonomia.