Governo e giudici secondo Mantovano

  • Postato il 8 aprile 2025
  • Di Il Foglio
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Governo e giudici secondo Mantovano

Intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha messo in fila le ragioni di insoddisfazione del governo per comportamenti della magistratura che, a suo avviso, contrastano con il principio di sovranità popolare affermato nella Costituzione. Abbandonata la polemica con le “toghe rosse”, scenario, ha detto, “che forse aveva senso trent’anni fa”, Mantovano ha criticato invece la tendenza della magistratura a considerare sé stessa come “parte di un establishment che ha la funzione di arginare la ‘pericolosa’ deriva della coerenza tra la manifestazione del voto, la rappresentanza politica e l’azione di governo”. Il riferimento è alla riforma della Giustizia, ma anche a episodi stranieri, come l’applicazione immediata già in primo grado della pena accessoria che ha reso ineleggibile Marine Le Pen.

Non è il solo riferimento al livello europeo, che anzi viene citato come fornitore di un ampio ventaglio di appigli giurisdizionali che consentono anche la disapplicazione delle leggi nazionali. È il caso del contrasto all’immigrazione clandestina, il che comporta la “creazione della norma per via giurisdizionale” al fine di “negare spazi regolativi al legislatore”. E qui, la posizione pur sottile di Mantovano deve fare i conti con  pareri giuridici non solo figli di una magistratura invadente. Ma in conclusione conta l’appello a “ritrovare l’equilibrio” tra giurisprudenza e potere legislativo, e all’avvocatura a esercitare un “ruolo indispensabile” in questa direzione. Il pregio dell’intervento di Mantovano è la chiarezza, la volontà di non nascondere la profondità delle distanze. Non è un passo verso la pacificazione, apparirebbe posticcio o ipocrita; descrive invece i caratteri reali del contrasto: il che è necessario per cercare un terreno, che per ora non è stato individuato, per una soluzione. Esito del resto impossibile finché non saranno completati l’iter parlamentare e quello referendario della riforma sulla separazione delle carriere.

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Autore
Il Foglio

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