Gran Pajatén riemerge dalla giungla: oltre 100 strutture archeologiche svelano i misteri dei Chachapoya

  • Postato il 5 giugno 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Nel cuore del Parco Nazionale Río Abiseo, avvolto dalle nebbie perenni delle Ande nord-orientali, un segreto millenario è tornato alla luce. A Gran Pajatén, antico e misterioso sito della civiltà Chachapoya, sono state recentemente individuate più di 100 nuove strutture archeologiche. Questa scoperta epocale, la più significativa nella regione dagli anni ’80, sta rivoluzionando la comprensione di una delle culture precolombiane più affascinanti del Perù.

Immerso in una foresta tropicale dove l’accesso è ancora oggi rigidamente limitato per proteggere un ecosistema fragile e unico al mondo, Gran Pajatén è rimasto per secoli nascosto sotto una vegetazione fittissima, come sospeso nel tempo. Questo luogo leggendario, spesso definito “la città nella nebbia“, offre ora nuove risposte – e ancora più domande – sull’organizzazione sociale, l’architettura e la visione del mondo dei Chachapoya, il misterioso popolo che sfidò l’Impero Inca.

La scoperta: un tesoro invisibile nella foresta

Tra il 2022 e il 2024, un team del World Monuments Fund (WMF) ha condotto un’approfondita campagna di esplorazione e conservazione a Gran Pajatén, servendosi delle più moderne tecnologie di rilevamento. Grazie a strumenti avanzati come il LiDAR (laser scanner aereo e terrestre), fotogrammetria e analisi morfologiche del terreno, i ricercatori hanno mappato oltre 100 nuove strutture precedentemente nascoste dalla fitta vegetazione.

nuove strutture scoperte a Gran Pajatén
Fonte: ufficio stampa
Lavori di conservazione del basamento nord dell’Edificio 1 a Pajatén, Perù

Si tratta di un salto straordinario rispetto alle sole 26 strutture documentate negli anni ’80. Il sito, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco per la sua importanza culturale e ambientale, si rivela non più come un complesso isolato, ma come parte di una rete articolata e gerarchica di insediamenti preispanici. Gran Pajatén, scoperto originariamente negli anni ’60, è sempre stato un simbolo enigmatico della civiltà Chachapoya del Perù, con i suoi edifici circolari in pietra decorati da fregi geometrici e figure umane in rilievo. Ma questa nuova indagine ha ampliato drasticamente la sua portata, rivelando connessioni con altri siti della regione come La Playa, Papayas e Los Pinchudos, attraverso un’antica rete viaria in parte ancora visibile.

Perché questa scoperta è importante

Questa rivelazione ha implicazioni storiche, culturali e tecnologiche di grande rilievo. Innanzitutto, ridefinisce il ruolo di Gran Pajatén all’interno del mondo Chachapoya: non più un singolo centro cerimoniale, ma parte di un sistema più complesso, connesso e gerarchizzato. Le nuove strutture indicano una presenza umana che potrebbe risalire anche prima del XIV secolo, suggerendo un utilizzo del territorio molto più esteso e articolato.

In secondo luogo, la scoperta è un esempio virtuoso di archeologia sostenibile. L’impiego di tecnologie non invasive ha permesso di esplorare e documentare il sito senza danneggiare l’ecosistema delicatissimo del parco. Gran parte del sito resta infatti inaccessibile ai turisti proprio per preservarne la biodiversità unica.
Infine, il progetto ha incluso anche importanti interventi di conservazione fisica, come il rinforzo delle strutture e il restauro parziale di alcuni muri perimetrali, utilizzando tecniche compatibili con i materiali originari.

Questo lavoro servirà da modello per futuri progetti di tutela in aree simili. Per i viaggiatori interessati al tema, è consigliato visitare una mostra gratuita al Museo de Arte de Lima (MALI) aperta fino al 18 giugno dove sono presentate le nuove scoperte attraverso ricostruzioni digitali immersive e materiali inediti sul popolo della “foresta nebulare“.

Autore
SiViaggia.it

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