Grandi donne da riscoprire. Gabriela Mistral, primo Nobel sudamericano per la Letteratura

  • Postato il 3 agosto 2025
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  • Di Artribune
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Centouno anni fa Gabriela Mistral giungeva per la prima volta in Italia. Può sembrare insolito cominciare a raccontare la storia di questa grande donna della Letteratura da qui e non dalla sua data di nascita. Tuttavia, se ne capisce il senso nel momento in cui si comprende quanto questo “incontro” fu influente per la sua produzione. Visitare Firenze e Assisi, e poi ancora Napoli e Roma. Tante occasioni che le permisero di entrare in contatto con gli ambienti umanisti che aveva sempre ammirato da lontano e che la ispirarono nel profondo per le sue successive poesie.
Detta questa premessa che ci avvicina questa figura e ce la rende più familiare – chi visita a lungo l’Italia ne porta con sé almeno un pezzetto – riprendiamo con ordine le fila del discorso che mira a riportare alla luce il profilo di Gabriela Mistral: la prima donna del Sudamerica ad aver conquistato il Premio Nobel per la Letteratura.

Chi era Gabriela Mistral

Una maestra rurale, nonché poetessa femminista e attivista politica. Questo è un sunto un po’ semplicistico, utile a delineare il perimetro di azione di Maria del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga (Vicuna, 1889 – New York, 1957). Così si chiamava all’anagrafe: assunse più tardi il nome d’arte di Gabriela Mistral, in ricordo dei due poeti che più l’avevano ispirata. Ossia Frédéric Mistral – autore cileno, suo connazionale – e il “nostroGabriele d’Annunzio, che attesta una volta di più il suo legame con l’Italia.

Gabriela Mistral
Gabriela Mistral

Gabriela Mistral: il periodo di insegnamento

Nata in una famiglia cilena, si avvicinò alla poesia fin da piccola, riscoprendo per caso alcuni versi scritti dal padre. Quest’ultimo fu dunque per lei una figura essenziale, malgrado avesse abbandonato la famiglia quando lei aveva solo tre anni. La sua infanzia fu poi segnata da un secondo episodio spiacevole. A 11 anni a scuola fu ingiustamente accusata di aver rubato del materiale da una compagna. La famiglia decise di farle lasciare l’istituto, destinandola a lezioni private dalla sorella, più grande di lei.  Fondamentale, a 15 anni, fu l’incontro con il direttore di un periodico locale, che le fece scoprire le opere del poeta cileno Frédéric Mistral, a cui poi si sarebbe rifatta successivamente.
Nel 1905 riuscì a diventare insegnante e, con molta fatica, ottenne anche l’abilitazione che le consentì di cominciare a esercitare. Vittoria di brevissima durata: fu infatti espulsa dall’Ordine per i suoi pensieri – esplicitati in alcuni articoli – di sostegno a un’educazione democratica per tutte le classi sociali.

La carriera poetica di Gabriela Mistral

1906. Altra data importante: anno in cui conobbe Romeo Ureta Caravjal, di cui lei si innamorò. Il suo prematuro suicidio introdusse la tematica del dolore nel pensiero della scrittrice, che diverrà poi centrale.  Dopo qualche primo successo letterario si imbarcò in una nuova avventura alla volta del Messico, accogliendo l’invito di partecipare a un’impresa di riforma scolastica intesa a far decollare l’istruzione – ancora molto carente – nel Paese sudamericano. Erano quelli gli anni in cui pubblicò Lecturas para mujeres: antologia dal profondo significato di sostegno all’importanza di dedicare un’educazione specifica al genere femminile. Divenuta console nel ‘32, continuò a scrivere numerosi testi e poesie, viaggiando molto e soggiornando anche in Italia, come già abbiamo avuto modo di menzionare all’inizio. E poi si arriva al 1945: data storica per lei e per il mondo. Fu allora che le venne riconosciuto il Nobel per la Letteratura per “la sua opera lirica che, ispirata da potenti emozioni, ha reso il suo nome un simbolo delle aspirazioni idealiste di tutto il mondo latino americano“. Prima donna latino-americana a riceverlo. Quinta donna in assoluto. 

Il testamento di Gabriela Mistral

Un cenno al suo testamento è doveroso, quale documento che attesta il suo forte attaccamento alle radici popolari. In questo Gabriela Mistral nominò come erede universale Doris Dana, donna conosciuta negli ultimi anni della sua vita, a cui rimase sentimentalmente legata fino alla fine. Di seguito vi scrisse, inoltre, che i proventi dei suoi libri venduti in Sudamerica avrebbero dovuto andare ai bimbi poveri di Monte Grande, quartiere in cui lei stessa aveva trascorso l’infanzia. Una volontà, questa, che purtroppo non fu mai concretizzata a pieno.

La poesia di Gabriela Mistral

La poesia cilena in cui lei si inserisce è punto di incontro tra diverse lingue e culture. Tra Europa e mondo locale, di cui coglie spiccatamente la componente rurale. Regionalismi, identità religiosa, maternità e morte: alcuni dei temi chiave. Ma anche un senso di indignazione per le oppressioni subite dal popolo e il valore dato alla cultura indigena che fu il fattore determinante per il Nobel.

Una mostra su Gabriela Mistral

A raccontare al mondo la storia di questa grande donna è una mostra itinerante, che nel 2025 ha iniziato – e continuerà – a viaggiare per il Cile. Chissà che non possa anche raggiungere l’Italia. Si tratta infatti di un’esposizione incentrata sul suo legame con questa – a cui abbiamo accennato all’inizio – costruita con immagini e manoscritti risalenti agli anni trascorsi nella Penisola, tanto per viaggiare quanto al lavoro come console. Il percorso include 30 fotografie scattate in luoghi significativi del suo cammino italiano: Rapallo, Zoagli,
Firenze, Assisi e Roma, accompagnate da testi scritti da Mistral, in cui ella riflette su temi come la bellezza, la fede, la natura e il mistero dell’anima. Un progetto, questo, che si inserisce nel più ampio programma di eventi organizzati in occasione degli 80 anni dalla vittoria del Nobel per la Letteratura. Un momento storico indiscutibilmente rilevante, che merita di essere ricordato e diffuso per il suo valore che supera il settore della Cultura.

Emma Sedini

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Autore
Artribune

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