Guerra in Ucraina: ad Istanbul il secondo round di colloqui, cosa si sono detti Russia e Ucraina
- Postato il 2 giugno 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Dopo la complessa operazione “Ragnatela” compiuta ieri dai servizi segreti ucraini, che ha visto droni Fpv ucraini controllati a distanza distruggere diversi bombardieri strategici in due aeroporti russi, oggi ad Istanbul si è tenuto il secondo round di colloqui fra Russia e Ucraina.
Come sono andati i colloqui
L’incontro fra la delegazione ucraina e quella russa, avvenuta nel palazzo Ciragan, sul Bosforo, è durato appena un’ora, alla presenza di alcuni esponenti dell’amministrazione turca, fra cui il ministro degli Esteri Hakan Fidan. Proprio quest’ultimo ha aperto la sessione, sottolineando che «gli occhi di tutto il mondo sono puntati su questi contatti». A detta di Fidan, l’obiettivo dell’incontro era quello di valutare le condizioni per un cessate il fuoco, di discutere un possibile incontro tra il presidente russo e ucraino, e di esaminare ulteriori opportunità di scambio di prigionieri.
Proprio riguardo quest’ultimo tema, parlando da Vilnius (in Lituania), Zelensky ha fatto sapere che ha seguito dei colloqui è stato deciso di portare avanti un altro scambio di prigionieri fra le parti. Scrivendo su Telegram, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha fatto sapere che l’Ucraina «ha ufficialmente consegnato alla parte russa un elenco dei bambini ucraini da rimpatriare».
Oltre a questo, oggi la delegazione russa, guidata da Vladimir Medinsky, ha consegnato ai negoziatori ucraini, guidati dal ministro della Difesa Rustem Umerov, la versione di Mosca del memorandum per raggiungere un accordo di pace. Nei giorni scorsi erano stati pubblicati i dettagli del memorandum ucraino. La proposta iniziava con un cessate il fuoco completo di almeno 30 giorni, seguito dalla restituzione di tutti i prigionieri detenuti da ciascuna parte e dei bambini ucraini portati in territorio russo, e quindi da un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il leader russo Vladimir Putin. Fra le clausole richieste da Kiev c’era anche lo stanziamento di soldati alleati in Ucraina e il rifiuto per l’imposizione di qualsiasi limite alla grandezza delle forze armate ucraine
Terminati i colloqui, il ministro della Difesa ucraino ha rilasciato una breve dichiarazione alla stampa, dove ha confermato i lavori per un nuovo scambio di prigionieri e ha annunciato che la Russia si è rifiutata sia di aderire ad un cessate il fuoco senza condizioni che a organizzare un incontro fra Putin e Zelensky. Lo scambio di prigionieri che verrà organizzato includerà anche tutti i feriti gravi e i soldati minori di 25 anni. Sempre Umerov ha dichiarato che la delegazione ucraina ha proposto di tenere nuovi colloqui fra il 20 e il 30 giugno.
Operazione “Ragnatela”, l’attacco agli aeroporti militari russi
I colloqui odierni si sono svolti all’ombra dell’incredibile operazione compiuta ieri dai servizi segreti ucraini contro l’aviazione russa. I paragoni con Pearl Harbour sono già stati fatti da più parti. Sebbene l’attacco di ieri non sia neanche lontanamente paragonabile al blitz compiuto dalle Forze imperiali giapponesi contro la base della flotta americana del Pacifico il 7 dicembre del 1941, ciononostante, per l’audacia dell’attacco e l’effetto sorpresa sull’avversario, il paragone rimane comunque calzante.
Ad organizzare l’operazione, per più di un anno, è stato lo Sbu, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina. i droni Fpv utilizzati nell’attacco sarebbero stati assemblati in Russia, in un magazzino nella città di Chelyabinsk, messi in dei container appositamente preparati, con tetto retraibile, e quindi caricati da diversi camion, i cui autisti ignari hanno trasportato i droni nelle vicinanze delle basi aeree.
Nel “day after” è già possibile valutare i risultati. Partiamo proprio da questi, sono stati 4 gli aeroporti attaccati: Olenya, nella regione di Murmansk, Belaya, nella regione siberiana di Irkutsk, Dyiagilevo vicino alla città di Ryazan e Ivanovo, nell’omonima regione. Le immagini satellitari pubblicate oggi evidenziano la probabile distruzione di 7 aerei nella base di Belaya, in Siberia, quattro bombardieri strategici TU-95MS e tre TU-22M3. Per quanto concerne gli attacchi ad Olenya, nella regione di Murmansk, qui le uniche fonti visive disponibili sono i video dei droni Fpv pubblicati dagli stessi servizi segreti ucraini, dai quali si può evincere la distruzione di quattro TU-95 e di un aereo da trasporto AN-12, 5 aerei in totale.
Per quanto concerne gli altri due aeroporti attaccati, sembra che qui la difesa aerea russa e i sistemi di guerra elettronica abbiano respinto l’attacco. Rimane invece il dubbio se un video circolato ieri su più portali, registrato nei pressi dell’aeroporto militare di Ukrainka, nella regione dell’estremo oriente russo, fosse collegato all’operazione “ragnatela”. Parrebbe di si, visto il tetto aperto dei container trasportati via camion e l’esplosione registrata pochi secondi dopo.
Con i dati attualmente disponibili risultano distrutti 12 aerei, di cui 11 bombardieri. Una cifra enorme per un solo attacco, ma comunque di molto inferiore alla cifra di 40 bombardieri diffusa dai servizi segreti di Kiev nelle ore successive alla storica operazione “ragnatela”.