Guerra in Ucraina, il Cremlino risponde a Trump: “Non c’è alternativa al proseguimento della guerra”

  • Postato il 24 settembre 2025
  • Di Panorama
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Dopo le dure parole pronunciate ieri dal Presidente americano Donald Trump contro la Russia, affidate ad un post social e reiterate durante gli incontri con Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron, è arrivata questa mattina la replica del Cremlino.

Le parole di Trump

Nella tarda serata italiana, infatti, Trump ha tenuto un colloquio con il Presidente ucraino, dove su espressa domanda di un reporter in merito al suo sostegno all’abbattimento di jet russi che sconfinano in territorio Nato il Presidente americano si è detto «assolutamente favorevole».

Durante l’incontro con Macron il tycoon ha invece sostenuto che «forse la Russia è una tigre di carta», completando quella che potremmo definire una “giravolta diplomatica” con un post social, in cui riferisce di credere che «l’Ucraina, con il sostegno dell’Ue, può combattere e riottenere i confini risalenti a prima dell’inizio del conflitto», affermando anche che a suo dire l’economia russa sarebbe «in grossi guai».

 Va detto che, al momento, il cambio di tono non ha prodotto alcun concreto cambio di rotta nelle politiche dell’amministrazione. Nel messaggio social Trump parla espressamente di “Ucraina e Unione Europea”, affermando semplicemente che «continueremo a fornire armi alla Nato e la Nato deciderà cosa farne», chiudendo il suo messaggio con un «buona fortuna a tutti!».

La replica russa

In mattinata è arrivata la risposta del Cremlino, per mezzo del Portavoce del presidente russo Dmitri Peskov: «La Russia non è una tigre di carta, ma un orso, e non esistono orsi di carta».

Messaggi allegorici a parte, Peskov ha anche lamentato uno stallo nei colloqui con gli americani, i cui risultati sarebbero «prossimi allo zero», il motivo, secondo il Portavoce, è che «gli Stati Uniti continuano a collegare qualsiasi negoziato, qualsiasi processo negoziale, esclusivamente alla risoluzione del conflitto ucraino».

Sull’insistenza del Presidente americano per la cessazione di acquisti da parte europea di idrocarburi dalla Russia, Peskov ha dichiarato: «Trump è un uomo d’affari che sta cercando di costringere il mondo intero a spendere più soldi in petrolio e gas americani». A tal proposito il ministro degli Esteri ungherese, nel frattempo, ha fatto sapere che Budapest continuerà ad acquistare petrolio russo, nonostante la richiesta di Trump.

In conclusione, Peskov ha reiterato che la Russia «proseguirà l’operazione militare speciale per tutelare i nostri interessi e raggiungere gli obiettivi che il Presidente Putin ha fissato fin dall’inizio. E lo stiamo facendo sia per il presente del nostro Paese che per il suo futuro. Non abbiamo alternative».

Non poteva poi mancare l’ironico commento dell’ex Presidente, nonché attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitri Medvedev. Che ha scritto sul suo canale Telegram: «Trump è tornato ancora una volta a vagare in una realtà alternativa, pronunciando una serie di incantesimi politici su ‘quanto sia debole la Russia’».

Aggiungendo che «l’importante è cambiare radicalmente il proprio punto di vista su ogni tipo di questione il più spesso possibile. E tutto andrà bene. Questa è l’essenza di una governance di successo attraverso i social media».

Collasso dei colloqui di pace?

Nonostante le bagarre diplomatiche, lo spiraglio di dialogo fra Washington e Mosca non si è ancora chiuso del tutto. Alle dure dichiarazioni di Trump fanno da contraltare quelle del segretario di Stato Marco Rubio, che alla riunione ministeriale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha caratterizzato quella in Ucraina come «Una guerra che non può concludersi militarmente.  Si concluderà al tavolo delle trattative.  È lì che questa guerra finirà».

Per oggi, d’altra parte, è previsto un colloquio fra Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Quasi certamente il bilaterale non produrrà risultati tangibili per porre fine al conflitto, ma il segnale che le prime due potenze nucleari continuino a parlarsi non può certo passare inosservato.

La guerra in Ucraina rimane un nodo di Gordio di difficile risoluzione. Appare ormai chiaro che Mosca e Kiev non siano disposte a scendere a compromessi, definendo la guerra come “esistenziale”.

L’amministrazione americana sembra aver riassunto le posizioni della precedente amministrazione Biden, fornendo a Kiev armi, munizioni (pagate dai Paesi europei) e aiuti nel campo dell’intelligence e delle comunicazioni. Il rischio di una “guerra all’ultimo sangue” si fa sempre più concreto.

Autore
Panorama

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