Guerra in Ucraina, morto il fotoreporter francese Antoni Lallican: è il primo giornalista ucciso dai droni russi

  • Postato il 3 ottobre 2025
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Di pace tra Ucraina e Russia non si parla più, mentre le armi non tacciono mai. Tra le vittime del conflitto, iniziato con l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, oggi si registra Antoni Lallican, 38 anni, fotoreporter francese. Lallican stava realizzando un reportage a Kurylivska, a circa 15 chilometri dal fronte nella regione del Dnipro, dove le truppe di Mosca spingono per conquistare terreno. Il giornalista è rimasto vittima di un drone.

La conferma è arrivata dall’Unione Nazionale dei Giornalisti, il principale sindacato di categoria in Francia: “Il fotoreporter documentava le conseguenze della guerra e ha condotto un lungo lavoro a fianco degli abitanti del bacino minerario del Donbass, nell’Ucraina sudorientale”. I dirigenti di Hans Lucas, l’agenzia per cui lavorava Lallican, hanno descritto il collega come un reporter esperto che aveva portato a termine diversi incarichi volte in Ucraina. Un tributo a Lallican è giunto dal presidente francese Macron con un messaggio sui social: “Il nostro connazionale, il foto-giornalista Antoni Lallican, accompagnava l’esercito ucraino sul fronte della resistenza. Ho appreso con profonda tristezza del suo decesso, vittima di un attacco di droni russi”.

Sono una decina i giornalisti che hanno perso la vita nel conflitto nell’Est; non è la prima volta che gli inviati francesi pagano un tributo di sangue, nel 2023 era toccato ad Armand Soldin dell’Afp. È però la prima volta che un giornalista viene ucciso da un drone, l’arma che ha caratterizzato e continua a segnare questa guerra. A questo proposito, Kiev denuncia che 60 droni e 35 missili russi hanno colpito le strutture dell’operatore statale Naftogaz, il principale gestore dei siti di produzione di gas, danneggiando seriamente le strutture. Per l’Ucraina si tratta del “più grande attacco” dal 2022 a siti del genere, e non è un caso che Mosca abbia scelto la Naftogaz alla vigilia della stagione fredda, quando gli ucraini si preparano a trascorrere l’ennesimo inverno difficile.

In Europa, allarme in Belgio e in Germania ancora per la presenza di droni; nel primo caso ne sono stati avvistati una quindicina sopra l’area militare di Elsenborn. Il portavoce della Commissione europea per la Difesa, Thomas Regnier ritiene che l’episodio dimostri come “l’intera Ue è a rischio”. A Monaco l’allarme è scattato nello scalo civile, chiuso per due ore, con disagi per 3.000 persone bloccate a terra. In questo contesto, il Dipartimento di Stato americano ha notificato al Congresso una vendita di armi all’Ucraina per 51 milioni di dollari, valutando anche un lavoro comune delle intelligence militari per individuare obiettivi a lungo raggio in Russia, nello specifico infrastrutture energetiche. Ennesima prova di un cambio di rotta dell’amministrazione Trump, passata dalla massima fiducia nella chiusura del conflitto in poco tempo dall’insediamento del tycoon grazie alla collaborazione del Cremlino, alla altrettanto massima “delusione” manifestata dal capo della Casa Bianca verso il presidente Putin.

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Il Fatto Quotidiano

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