Guerra in Ucraina: Zelensky accetta il nuovo piano. E Trump manda Witkoff a Mosca, ma la pace non è ancora vicina
- Postato il 26 novembre 2025
- Di Panorama
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Giornate frenetiche sul fronte diplomatico della guerra in Ucraina. La giornata di ieri si era conclusa con l’annuncio da parte ucraina di aver trovato una nuova quadra in merito al piano di pace in 28 punti, ora ridotti a 22.
Il Presidente Volodymyr Zelensky, durante la riunione della cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi” svoltasi martedì sera, aveva inoltre affermato la sua disponibilità a recarsi negli Stati Uniti per finalizzare l’accordo: «Sono pronto a incontrare il presidente Trump: ci sono punti delicati da discutere, e riteniamo che la presenza dei leader europei potrebbe essere utile».
Non è difficile intuirne il motivo, la presenza dei leader europei, principali sponsor di Zelensky, servirebbe a evitare brutti scivoloni, come avvenuto nell’incontro tra Trump e Zelensky lo scorso 28 febbraio alla Casa Bianca.
Le parole di Trump
Tale incontro non è però al momento nei piani del tycoon, che parlando ai giornalisti nella notte tra martedì e mercoledì ha fatto chiarezza su diversi punti critici sorti negli ultimi giorni.
In merito alla visita di Zelensky, Trump ha affermato che sebbene «lui vorrebbe venire in visita, io ritengo che sia prima necessario avere un accordo pronto» con entrambe le parti.
Proprio in merito all’accordo, che ha visto il piano originale in 28 punti, fortemente sbilanciato a favore della Russia, essere sostituito da una versione rivista, questa volta più favorevole all’Ucraina, il Presidente americano ha detto che «stiamo facendo progressi, il piano in 28 punti era solo un concetto, da lì ogni singolo punto è stato trattato, e ora sono 22, molti sono stati risolti, vedremo cosa accadrà».
In merito alla cessione di territorio, che Kiev vorrebbe non concedere, il tycoon ha fatto notare che «se guardate a come stanno andando le cose, [il fronte di guerra] si sta muovendo in una sola direzione. Alla fine si tratta di territori che, nei prossimi mesi, potrebbero comunque essere conquistati dalla Russia».
Mosca non accetterà la nuova proposta
Sempre in serata, Trump ha inoltre annunciato che nei prossimi giorni il segretario all’Esercito Dan Driscoll tornerà in Ucraina per continuare i negoziati con Kiev, mentre la prossima settimana l’inviato speciale Steve Witkoff sarà a Mosca per coordinarsi con la parte russa.
Questo lascia presumere che la bozza di pace rivista con gli ucraini non sia la versione definitiva, anche perché sarebbe sicuramente rigettata dai russi. Non a caso in mattinata il Portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha invitato “a non affrettarsi a trarre conclusioni sul fatto che la guerra sia vicina alla fine“.
Se nel piano originale l’Ucraina rinuncia costituzionalmente alla Nato, e l’Alleanza dichiara ufficialmente che non ammetterà l’Ucraina, nel secondo, invece, a Kiev non è richiesto un tale passo.
Nel primo piano le garanzie di sicurezza fornite all’Ucraina dagli alleati sono simili all’articolo 5 della Nato, nel secondo, stando a quanto dichiarato ieri da Andrij Yermak in un’intervista ad Axios, l’intervento in difesa di Kiev è addirittura “legalmente vincolante” (nemmeno l’articolo 5 lo è).
Infine, nel piano originale in 28 punti è fatto espresso divieto di dispiegare truppe appartenenti ai Paesi Nato in Ucraina, nel secondo, al momento, ancora non è chiaro se tale disposizione sia rimasta. È certo però che questa sia la volontà di Mosca.
Il processo di pace è insomma in continua evoluzione e nient’affatto vicino alla sua conclusione.
Scoppia il caso “Witkoff”
Negli Stati Uniti intanto, sembra essere scoppiato il “caso Witkoff”. Nella notte tra martedì e mercoledì, infatti, Bloomberg ha pubblicato quelle che sembrerebbero essere le trascrizioni e le registrazioni di una telefonata intercorsa tra Witkoff e l’inviato speciale russo Yuri Ushakov.
Nella telefonata, che in realtà non contiene assolutamente nulla di compromettente o illegale, l’americano dà suggerimenti al russo su come a suo dire dovrebbero essere portate avanti le trattative per arrivare ad un accordo di pace, suggerendo di intraprendere il meccanismo usato con successo a Gaza.
Lo stesso Trump ha subito difeso il suo inviato, asserendo che quanto detto da Witkoff «sia una pratica standard di negoziazione, è questo che fa un dealmaker, immagino dica le stesse cose all’Ucraina».
Alcuni media americani all’attacco dell’amministrazione
Poco dopo, è stata Nbc News a pubblicare uno scoop secondo cui Dan Driscoll avrebbe «avvertito Kiev di una sconfitta imminente, mentre spinge per il piano di pace iniziale».
Secondo il canale americano, questo esempio non sarebbe che «l’ultimo esempio di una frattura di lunga data all’interno dell’amministrazione americana su come porre fine alla guerra in Ucraina».
L’attacco politico ha causato la risposta diretta del segretario di Stato Marco Rubio, che ha scritto su X: «Questa storia è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di notizie false al 100% che sostengono l’esistenza di una spaccatura all’interno dell’amministrazione. Queste persone non solo fraintendono le cose, ma le inventano letteralmente».