Guerra mondiale mai così vicina: Putin assaggia la difesa Nato e la Francia di Macron va in pezzi
- Postato il 11 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Donald Tusk, il leader polacco, parla all’Europa intera e dice sillabando le parole: “Mai così vicini alla guerra mondiale”.
A molti chilometri di distanza, Sergio Mattarella avverte: “Siamo sul baratro come nel 1914”. Non c’è più da scherzare, le chiacchiere e i proclami non servono a niente, se la situazione è quella che ci offre oggi la realtà.
Ora “non è più una guerra a pezzetti”, come sosteneva papa Francesco. I droni russi sulla Polonia debbono spaventare e svegliare i grandi per correre subito ai ripari. Va bene usare la cautela ed essere prudenti, ma fino a che punto?
Il leader del Cremlino non conosce ostacoli e il suo intervento contro Varsavia ne è una dimostrazione lampante.
Per il momento è soltanto un “crash test” che gli serve per valutare le capacità di reazione dell’Europa. Se tutto andrà come Vladimir spera, allora l’idea di grandezza e di ritorno al passato non saranno soltanto una meteora e si dovrà aver paura di quel che sta accadendo nel vecchio continente.
Fin dove vuole spingersi Putin? Al momento, sono solo prove, assaggi si potrebbe dire. Non c’è dubbio però che in futuro questo atteggiamento potrà essere più aggressivo e minacciare davvero i 27 paesi volenterosi, i quali non non dovranno più stare a guardare.
Occorre usare il cervello, d’accordo, ma mostrare anche che non siamo inerti, ma pronti ad uscire dal letargo e far sentire forte la nostra voce.
Non è soltanto in Ucraina o nella striscia di Gaza che le armi hanno partita vinta. La tensione si tocca con mano pure in altri Stati, assai vicini ai droni ed ai bombardamenti dall’alto. La Polonia invoca l’articolo 4 che vuole una immediata riunione della Nato per rendersi conto di quel che sta accadendo o che è già accaduto.
Meloni vede la minaccia di guerra

– Blitzquotidiano.it (foto ANSA)
Giorgia Meloni parla “di una violazione inaccettabile”. Quei droni che violano lo spazio aereo della Polonia sono una vera minaccia e debbono essere respinti affinchè in futuro questa “operazione” non si ripeta. In realtà è tutto il vecchio continente a ribellarsi, compresa la Gran Bretagna che è fuori per colpa della Brexit.
Le liti interne, i dissapori, le lotte intestine per il predominio nazionale debbono lasciare il passo ad atti più concreti che non possono essere più rimandati.
È quel che succede in tono minore pure in Italia, ma che esplode nella Francia di Emmanuel Macron, dove al grido di “blocchiamo tutto”, si è vissuta una giornata che forse non ha precedenti. Duecentocinquanta mila persone in strada, cortei a Parigi e in molte altre città, ottantamila agenti pronti ad intervenire nella sola capitale.
Nessuna prova di forza dell’Eliseo è riuscita a frenare l’onda. Scuole occupate, manifestazioni spontanee, scioperi in vista che bloccheranno nuovamente la Francia in cui sono state arrestate ieri più di 800 persone.
Di fronte a una situazione così violenta, come risponde il presidente? Dando l’incarico ad un giovanotto suo fedelissimo di formare un nuovo governo. L’accusa contro di lui è pesante: “È incollato alla poltrona”: Ma c’è chi giura che quel posto dovrà lasciarlo al più presto se vuole salvare il salvabile.
Come si comporta Donald Trump in questo putiferio? È prudente, quasi ottimista, spera che la sua diplomazia riesca a vincere pure l’ennesima battaglia. Ma quale diplomazia se i grandi si muovono soltanto a parole?
La posizione di Trump
Un giorno si è per il pugno duro, il giorno seguente si arretra di modo che la situazione non cambi di una virgola. È dunque suonata l’ora delle decisioni che debbono avere un unico obiettivo: fermare questa spirale molto pericolosa e piena di incognite. “Meglio il disonore o la guerra?”, ammoniva Winston Churchill. “Sei hai scelto il primo, ecco la guerra”, rifletteva.pp
Nel bel mezzo di una situazione che potrebbe precipitare, nel nostro Paese si gioca con l’ironia e le magliette che hanno scritte volgari. Ad esempio quella che è apparsa in una delle tante feste dell’Unità che si svolgono da Nord a Sud.
Due parole che non avremmo mai voluto riportare: “Frocia Italia”, al posto dello slogan caro a Silvio Berlusconi.
Pier Luigi Bersani era lì e si è fatto fotografare mostrando un gran sorriso. Chissà che cosa ne penserà l’onorevole Alessandro Zan, un Pd doc, esponente della comunità LGBT, un acronimo che vuol dire lesbica, gay, bisessuale e transgender
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