Guida all’ISEE: cos’è, come richiederlo e quali documenti servono
- Postato il 13 settembre 2025
- Di Panorama
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Mai più senza ISEE. Il documento che misura la situazione economica e patrimoniale di una persona o famiglia non è obbligatorio, ma è sempre più necessario. È infatti la chiave d’accesso alla maggior parte di bonus e agevolazioni per i cittadini. Quindi se non si vuole restare esclusi è fondamentale. Ma come funziona, come si fa e cosa bisogna sapere?
ISEE: che cos’è, chi può chiederlo e che Isee esistono
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è un’attestazione, rilasciata dall’INPS dopo aver compilato la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), che permette di stabilire se si hanno i requisiti per accedere a prestazioni agevolate o a tariffe ridotte. Possono richiederlo tutti i cittadini residenti in Italia. Ne esistono diversi tipi, pensati per esigenze particolari: l’ISEE ordinario, l’ISEE per minorenni (per prestazioni legate a figli sotto la maggiore età), l’ISEE universitario, l’ISEE sociosanitario (per assistenza domiciliare o contributi a persone non autosufficienti), e l’ISEE per residenze sociosanitarie (per accesso a strutture come le RSA). La tipologia da usare dipende dalla prestazione per cui si fa domanda; quindi, va controllato sempre l’ISEE che serve per accedere a un bonus o un’agevolazione.
Come si ottiene l’ISEE: passo dopo passo (online, CAF o professionista)
Per ottenere l’ISEE bisogna compilare la DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica, che raccoglie dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare. Ci sono tre strade principali: la compilazione autonoma online sul sito INPS (tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica), l’assistenza di un CAF o lo studio di un professionista abilitato (commercialista o ragioniere). Sul portale INPS è disponibile la procedura di ISEE precompilato: molti dati (redditi, saldi conto, giacenze, proprietà catastali) sono già recuperati automaticamente da banche e amministrazioni pubbliche, resta il compito di verificare, integrare e trasmettere la DSU. Dopo l’invio l’INPS elabora la DSU e rilascia l’attestazione ISEE pronta per essere usata.
Documenti necessari per l’ISEE e tempistiche
La documentazione varia in base alla composizione del nucleo e alla tipologia di ISEE richiesta. I documenti che quasi sempre servono sono: il codice fiscale di ogni componente (compresi i figli), un documento d’identità valido del richiedente, lo stato di famiglia, la dichiarazione dei redditi più recente (modello 730 o modello Redditi/Unico) o in alternativa le Certificazioni Uniche, estratti conto e la giacenza media dei conti correnti, informazioni su partecipazioni (azioni, quote di fondi), atti di proprietà degli immobili, visure catastali, certificazioni sulla quota residua dei mutui, eventuale contratto di locazione registrato con ricevute dei canoni pagati, polizze vita, dati su autoveicoli e imbarcazioni e ogni altro documento che attesti redditi o patrimoni detenuti all’estero. Se ci si rivolge a un CAF o a un commercialista, viene fornito un elenco dettagliato in base alla propria situazione. Se si usa il precompilato INPS, molti documenti vengono già acquisiti automaticamente dal sistema e vanno soltanto verificati. Dal 2025 ci sono due novità. Sono esclusi dal calcolo i titoli di Stato e i libretti postali fino a un massimo complessivo di 50mila euro e le somme ricevute con l’assegno unico.
Non esiste una “scadenza” generale entro cui presentare la DSU, ma c’è un termine. L’ISEE vale fino al 31 dicembre dell’anno in cui viene rilasciato. Quindi ottenere l’ISEE nei primi mesi dell’anno è spesso la scelta più conveniente, per usare l’attestazione per l’intero anno solare.
ISEE sbagliato: come correggere errori e omissioni
Se dopo aver inoltrato la DSU ci si accorge di dati errati o mancanti, si può intervenire per evitare problemi amministrativi e, in casi gravi, sanzioni. Ci sono due opzioni possibili: la prima è compilare il modello integrativo FC3, a disposizione per comunicare all’Agenzia delle Entrate o all’INPS informazioni inizialmente omesse. Questo modulo va trasmesso entro 15 giorni dalla prima richiesta di calcolo. La seconda opzione è presentare una nuova DSU completa e aggiornata: la nuova dichiarazione sostituirà quella precedente e l’INPS procederà al ricalcolo dell’attestazione.