Guido Crosetto: “La presenza dell’Italia a Washington non era scontata. E penso sia più un riconoscimento a Giorgia, che al Paese”
- Postato il 20 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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“È molto positivo ciò che è accaduto a Washington. Intanto perché a tutti, anche agli americani, è sempre più chiara la realtà sul campo. E poi perché gli europei si sono coordinati, hanno costruito una linea comune e deciso di percorrerla tutti assieme. Non mi sembra poco”. Lo spiega a Repubblica il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ora si fa sempre più strada l’ipotesi di Meloni su un meccanismo basato sull’articolo 5. “È una delle possibili soluzioni e non è incompatibile con quella dei Volenterosi. Si possono realizzare entrambe – rimarca -. L’idea di Meloni, discussa anche ieri, è che possa essere la Nato – come alleanza difensiva – ad assicurare a un Paese esterno come l’Ucraina la sua protezione. In alternativa, potrebbero impegnarsi a farlo singole nazioni. Si sceglierà il meccanismo migliore. Di certo, con la Nato, si garantirebbe una deterrenza superiore”.
Francia e Regno Unito però dicono: l’articolo 5 non basta. E vogliono inviare truppe di volenterosi sul terreno. “Continuo a dire da mesi: vediamo le condizioni della tregua. Una di queste, se i russi accetteranno l’articolo 5, potrebbe essere quella di non avere truppe di altri paesi, per di più europei, in Ucraina”, evidenza il ministro.
L’Italia sembra non sia disposta a partecipare, in ogni caso, anche se oggi gli americani incontreranno i volenterosi – a livello di Stati maggiori – per coordinare le prossime mosse. “Più che un incontro dei volenterosi, a me risulta un incontro tra i capi di stato maggiore delle nazioni che si sono incontrate a Washington – prosegue -. Noi ci saremo con il generale Portolano che ho autorizzato a partecipare. Detto questo, la nostra linea non cambia. Per noi, qualcosa che riprenda l’articolo 5 pare una protezione adeguata. E non permette ai russi di dire: mandate truppe ai confini, state provocando di nuovo”.
“Quando ci saranno tutte le condizioni, decideremo cosa fare. Ad oggi la proposta sul campo che ha più peso è quella di Meloni – conclude -. La partecipazione dell’Italia al tavolo di Washington non era scontata. E penso sia più un riconoscimento a Giorgia, che al Paese”.
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