Haaretz rivela: l’Idf ha ordine di sparare sui civili palestinesi

  • Postato il 28 giugno 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Haaretz rivela: l’Idf ha ordine di sparare sui civili palestinesi

Share

L’inchiesta del quotidiano israeliano, Haaretz rivela: l’Idf ha ordine di sparare sui civili palestinesi. Il business delle demolizioni: l’esercito offre fino a 1.500 dollari per ogni casa palestinese distrutta.


La notizia pubblicata ieri da Haaretz, uno dei più importanti quotidiani d’informazione di Israele, ha davvero dello scioccante. Il principale giornale di opposizione dello Stato ebraico sostiene infatti che «l’esercito (israeliano, ndr) ha deliberatamente sparato contro i palestinesi vicino ai luoghi di distribuzione degli aiuti nell’ultimo mese». A supporto di questa terrificante tesi, che ovviamente necessita di ulteriori verifiche prima di poter assurgere a verità, Haaretz cita diversi soldati e membri delle Forze di Difesa Israeliane (Idf), che hanno parlato al giornale con la condizione dell’anonimato.

«Conversazioni con ufficiali e soldati rivelano che i comandanti hanno ordinato alle truppe di sparare sulla folla per allontanarla o disperderla, anche se era chiaro che non rappresentava una minaccia», secondo quanto riporta il quotidiano, che ricorda come – secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza – sarebbero ben 549 i palestinesi uccisi nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari, con oltre 4000 civili feriti. Dopo aver interrotto l’introduzione degli aiuti nella Striscia, Israele ha infine permesso nuovamente l’afflusso a condizione che venisse organizzato dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), una società fondata nel febbraio 2025 e diretta dall’imprenditore americano (nonché ex veterano di guerra) Jake Wood. Lo scorso maggio Wood si è dimesso dal suo ruolo, citando l’impossibilità di adempiere alla sua missione in modo conforme ai «principi umanitari».

Da allora il Direttore esecutivo della Ghf è il leader cristiano evangelico Johnnie Moore, personalità molto vicina al Presidente americano Donald Trump nonché membro del gruppo di pressione filo-israeliano Anti-Defamation League.

“OPERAZIONE PESCE SALATO”, I CENTRI DI DISTRIBUZIONE DEGLI AIUTI COME “CAMPO DI STERMINIO” PER I CIVILI PALESTINESI

Secondo uno dei militari sentiti da Haaretz, i quattro centri di distribuzione della Ghf si sarebbero tramutati in «un campo di sterminio». Il soldato continua la sua testimonianza affermando che «dove ero di stanza io, ogni giorno venivano uccise da una a cinque persone. Vengono trattati come una forza ostile, niente misure di controllo della folla, niente gas lacrimogeni, solo fuoco vivo con tutto ciò che si può immaginare: mitragliatrici pesanti, lanciagranate, mortai. Poi, una volta aperto il centro, gli spari cessano e sanno che possono avvicinarsi. La nostra forma di comunicazione sono gli spari». I centri di distribuzione della Ghf, infatti, aprono in genere solo per un’ora ogni mattina.

Secondo gli ufficiali e i soldati che hanno prestato servizio nelle loro aree, l’Idf sparerebbe quindi alle persone che arrivano prima dell’orario di apertura, per impedire loro di avvicinarsi, o, di nuovo, dopo la chiusura dei centri, per disperderle. «Apriamo il fuoco la mattina presto se qualcuno cerca di mettersi in fila da qualche centinaio di metri di distanza, e a volte lo carichiamo da vicino. Ma non c’è alcun pericolo per le forze armate», testimonia un altro soldato. Il quale afferma anche di non essere a conoscenza di casi in cui ci sia stata una risposta al fuoco israeliano. La fonte ha anche detto che questo macabro svago nella sua area di servizio sarebbe chiamato “Operazione pesce salato”, il nome della versione israeliana del gioco per bambini “Un, due, tre, Stella!”.

LA GUERRA DIVENTA UN BUSINESS E LE INDAGINI INTERNE

Un’altra testimonianza sentita da Haaretz, sempre dall’interno delle Idf, riporta un altro sconcertante particolare secondo il quale «ogni appaltatore privato che lavora a Gaza con attrezzature ingegneristiche riceve 5.000 shekel [circa 1500 dollari] per ogni casa che demolisce». «Stanno facendo una fortuna. Dal loro punto di vista, ogni momento in cui non demoliscono case è una perdita di denaro, e le forze armate devono assicurare il loro lavoro», ha raccontato il testimone, un veterano della guerra a Gaza. La distruzione totale della Striscia starebbe quindi diventando anche un business per taluni.

Le altre testimonianze portate dal quotidiano israeliano mostrano come molti soldati provino profondo rimorso per le azioni compiute dentro Gaza, uno di loro afferma: «Il fatto che il fuoco sia diretto contro la popolazione civile – sia con l’artiglieria, i carri armati, i cecchini o i droni – va contro tutto ciò che l’esercito dovrebbe rappresentare». L’Ufficio dell’Avvocato Generale Militare, organo che funge da “procuratore militare” presso le corti marziali che processano i soldati accusati di reati penali, avrebbe dato istruzioni ai suoi funzionari affinché gli incidenti siano indagati dal “Meccanismo di Valutazione dei Fatti” dello Stato Maggiore dell’Idf, avviando così ufficialmente un’indagine. La speranza è che si possa fare definitivamente luce sui più di 500 civili uccisi nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari.

ADOLESCENTI CIVILI PALESTINESI DISPOSTI A RISCHIARE LA VITA PER UN SACCO DI RISO

Naturalmente, il giudizio definitivo in merito alla veridicità di tutta questa storia non può ancora essere emesso, certo è che la distruzione della Striscia assume ogni giorno contorni più drammatici, anche per molti soldati israeliani: «Perché le persone che raccolgono cibo vengono uccise solo perché hanno oltrepassato la linea? Perché siamo arrivati al punto in cui un adolescente è disposto a rischiare la vita solo per togliere un sacco di riso da un camion? Ed è a lui che spariamo con l’artiglieria?». Domande che, almeno per ora, restano senza risposta.

Share

Il Quotidiano del Sud.
Haaretz rivela: l’Idf ha ordine di sparare sui civili palestinesi

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti