Halloween e l’intervallo di seconda minore: Van Der Graaf Generator, Bjork, The Who…

  • Postato il 26 ottobre 2025
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Per entrare nell’atmosfera di Halloween, in questo articolo vi propongo una sorta di gioco, a caccia di un intervallo musicale in grado di farci scorrere i brividi lungo la schiena. Ho chiamato questo gioco Halloween e l’intervallo di seconda minore. Si tratta di un gioco in cui si allena anche l’orecchio. L’allenamento dell’orecchio è una pratica comune per qualsiasi musicista, ma in realtà anche chi la musica la ascolta sviluppa un orecchio molto allenato: ad esempio, è in grado di tradurre immediatamente alcuni elementi musicali in emozioni, sensazioni, atmosfere, non appena le individua. Già l’anno scorso vi ho proposto un articolo su un intervallo musicale particolarmente adatto all’atmosfera horror: Halloween e il “diabolus in musica”. Lì si parlava del tritono, l’intervallo più horror che ci sia. Qui invece ho scelto di approfondire l’effetto che può generare il sapiente utilizzo dell’intervallo di seconda minore.

La seconda minore è l’intervallo più piccolo fra due note, ovvero la distanza minore possibile fra due suoni di altezza diversa. Corrisponde a quello che spesso viene chiamato semitono, presente in tutte le principali scale della musica occidentale e, a dire il vero, in quasi tutte le canzoni. Affinché questo comunissimo e apparentemente innocuo intervallo possa comunicarci qualcosa di specifico, è necessario che sia messo in particolare rilievo: ripetuto, magari in maniera ossessiva, isolato dal resto del tessuto musicale o magari utilizzato come unico elemento di movimento nell’armonia sotto le evoluzioni melodiche.

Quando viene trattato in maniera da farlo emergere, l’intervallo di seconda minore appare come un movimento piccolissimo, il più piccolo possibile, acquisendo sfumature di senso che vanno dalla claustrofobia alla subdola minaccia di qualcosa che si percepisce istintivamente ma non si può vedere. Lo conoscete molto bene tutti voi: è l’intervallo su cui è costruito il tema principale dello Squalo, film del 1975 con le musiche di John Williams. Lì, lo ricorderete, la sequenza di queste due note vicinissime viene ripetuta ossessivamente, supportata da un crescendo di intensità che sembra far avvicinare sempre di più l’invisibile minaccia di cui ci parla.

Effettivamente, l’uso particolare del semitono per creare paura e atmosfere sinistre è molto diffuso nelle colonne sonore di film, serie tv e videogiochi. Nel 1960 Bernard Herrmann scrisse la colonna sonora di Psycho, altro film che tutti ricorderete, caratterizzato da una musica che ci trasmetteva costantemente una sensazione di minaccia incombente. Qui il nostro intervallo di seconda minore domina tutta la narrazione musicale, comparendo in maniera sinistra nelle melodie e nella loro sovrapposizione. Pensate alla scena dell’omicidio, con i violini acuti che sembrano dipingere le coltellate: eccola lì, quella sensazione è creata facendo suonare quei violini un semitono sopra rispetto al tessuto sonoro sottostante.

La seconda minore è infatti considerata una dissonanza, probabilmente la più forte dissonanza dopo il tritono, quindi è naturale che possa trasmetterci la sensazione di “qualcosa che non va”. Ma una dissonanza è anche una tensione. E se la tensione viene prolungata a sufficienza prima di trovare una risoluzione, una stabilità, allora noi ascoltatori verremo tenuti sulle spine.

Quindi, in questo articolo siamo alla ricerca di semitoni, lavorati e messi in evidenza in maniera tale da creare un’atmosfera, una sensazione di pericolo incombente, minaccia sovrannaturale o nascosta, come un serpente nell’erba alta. Ma tenete a mente che la parte principale è proprio questa sensazione, e dobbiamo accertarci che provenga almeno in parte da quell’intervallo. Molto spesso, infatti, la seconda minore è presente, ma come un semplice e innocuo passaggio musicale che passa inosservato e non ci trasmette quella stessa sensazione.

Naturalmente, questo tipo di atmosfera può essere legata all’horror, al thriller, al sovrannaturale, a tutto ciò che ha a che fare con Halloween, ma può essere anche utilizzata per colorare di malevolo, sinistro e minaccioso un racconto, un’immagine, un concetto che altrimenti verrebbe percepito in maniera molto più serena. Vedremo alcuni casi di questo tipo negli esempi che vi proporrò più avanti.

Qualche esempio per scaldare i motori

Visto il tema di Halloween, mi pare giusto iniziare con qualche colonna sonora di film horror in cui il nostro intervallo ha un ruolo da protagonista, tanto per abituarci l’orecchio. Le musiche del film Halloween Kills del 2021, firmate da John Carpenter, Cody Carpenter e Daniel Davies, mi sembrano un buon punto di partenza. Nella colonna sonora del film, in particolare, compare un brano intitolato Unkillable, dove il semitono è una dissonanza preminente e contribuisce in maniera importante a far salire quel brividino sulla schiena. Anche nella colonna sonora di Noi, film horror del 2019, scritta da Michael Abels, ci sono diversi subdoli intervalli di seconda minore inseriti in un contesto timbrico già di per sé inquietante: probabilmente il brano in cui sono più evidenti è Immolation.

Gli esempi di colonne sonore spaventose e dense di tensione sarebbero molti, ma usciamo dall’ambito della musica per immagini, senza allontanarci troppo dalle atmosfere horror. I Bauhaus non sfigurano mai in un articolo su Halloween. Burning from the Inside, title track del loro album del 1983, è caratterizzata dall’ossessivo riff di chitarra iniziale: un riff costruito con una sequenza di intervalli di semitono che danno subito un tono sinistro alla canzone, contrapposti all’apertura strumentale decisamente più “solare”.

Un altro personaggio che si presta sempre bene alle atmosfere horror è Alice Cooper. Nella sua Dead Babies, uscita nel 1971 nell’album Killer, troviamo caratterizzanti intervalli di seconda minore nelle strofe, in particolare al basso, ma anche negli accordi di chitarra della seconda strofa.

I Comus sono una band britannica che si muove tra sonorità folk e progressive, ma sempre fortemente caratterizzate da un’atmosfera cupa e tetra. Il loro album di esordio First Utterance del 1971 si apriva con Diana, un brano in cui l’intervallo di seconda minore dava un tono molto inquietante ai cori che separavano le prime strofe.

Anche nell’ambito metal, ovviamente, possiamo trovare diversi esempi del nostro intervallo utilizzato per produrre la sensazione di pericolo. Mi limiterò a segnalarvene alcuni che trovo particolarmente evidenti, così da affinare il vostro orecchio prima delle proposte che ho scelto per voi. In Haunted, brano inciso dai Disturbed nell’album Indestructible del 2008, il riff di chitarra nell’intro e nella strofa si muove su un’alternanza di accordi a distanza di seconda minore. Anche in Possession dei Tales of Terror, dal loro eponimo album del 1984, la seconda minore è presente nel movimento degli accordi della strofa. Questa volta, troviamo però anche una sequenza di semitoni sul ritornello. Infine, in Children of the Night, brano dei Calabrese incluso nel loro The Traveling Vampire Show del 2007, gli accordi sulla strofa sono nuovamente costruiti su un movimento di seconda minore, con un’atmosfera che si contrappone all’apertura del ritornello. La contrapposizione con una parte musicale caratterizzata da un’atmosfera diversa è un potente strumento per dare maggiore visibilità e importanza al nostro intervallo, che altrimenti risulterebbe un innocuo, anonimo passaggio musicale.

Laura Karpman, Raphael Saadiq, Sundown Town

Tratta dalla colonna sonora della serie Lovecrat Country e pubblicata nel 2020 da Laura Karpman e Raphael Saadiq, Sundown Town è una musica che ci trasmette immediatamente il senso di inquietudine e pericolo. Un ruolo importante nella creazione di questa atmosfera è svolto dal nostro intervallo di seconda minore, particolarmente evidente negli interventi di tastiera, che oltretutto compaiono in una sorta di crescendo di intensità.

Van Der Graaf Generator, Killer

Killer è la traccia di apertura di H to He, Who Am the Only One, album del 1970 dei Van Der Graaf Generator. Qui la seconda minore torna in più punti come elemento fondamentale per creare la tensione, a partire dall’iconico riff suonato all’unisono dal sax e dalla tastiera. Il brano parla di uno squalo, che vive nelle oscurità marine e si sente molto solo, perché tutti gli altri pesci lo temono e la madre è morta alla sua nascita “perché non ci possono essere due assassini che vivono nello stesso posto”. Di nuovo il nostro intervallo torna prepotente e inquietante quando il testo ripete ossessivamente “death in the sea, death in the sea”. Nel video, un’esecuzione live dei Van Der Graaf Generator nel 2005.

Dead Kennedys, California Uber Alles

I Dead Kennedys hanno spesso utilizzato l’intervallo di seconda minore come mezzo per imprimere un senso di sinistra inquietudine in canzoni che erano tutt’altro che horror di fantasia. Due dei loro brani simbolo, Holiday in Cambodia e California Uber Alles sono esempi perfetti di come la presenza marcata del nostro intervallo contribuisca a veicolare il senso di pericolo mentre il testo dipinge le gesta di potenti assetati di potere. Qui ho scelto di proporvi California Uber Alles, il primo singolo del 1979 dei Dead Kennedys, poi incluso nell’album di esordio Fresh Fruit for Rotten Vegetables del 1980. La canzone è una vera e propria invettiva politica contro il governatore della California dell’epoca. Già il riff principale è evidentemente basato sulla seconda minore in posizione centrale e ripetuta. Sul ritornello, poi, è la melodia ad essere scandita con intervalli di seconda minore, a sottolineare il sinistro pericolo fascista che a loro dire si nascondeva dietro la scalata al potere del governatore della California.

Bjork, Hunter

La sensazione di una minaccia nascosta e pronta ad assalirci quando meno ce lo aspettiamo si sposa bene con il tema della caccia, sia in senso letterale che metaforico. E infatti eccolo qui, il nostro intervallo, a dominare il tessuto sonoro sotto le melodie di Bjork nella sua The Hunter. La seconda minore qui ha bisogno di essere un protagonista quasi assoluto del brano, altrimenti la sensazione sinistra di un pericolo in agguato si perderebbe. La troviamo nel movimento al basso e anche nei cori. The Hunter è la traccia di apertura di Homogenic, album pubblicato da Bjork nel 1997.

Portishead, Hunter

Ancora il tema della caccia, ancora la sensazione di un pericolo ignoto in agguato come un predatore. E, naturalmente, il nostro intervallo di seconda minore. In Hunter dei Portishead sono molti i livelli che producono quella sensazione di inquietudine, ma non è difficile individuare la seconda minore alla melodia, proprio sulla prima frase della voce, fra la prima e la terza nota. In realtà, in mezzo c’è una nota di passaggio, il cui effetto è però al massimo quello di smorzare un po’ l’effetto inequivocabile di una frase melodica che scende di un semitono. Una volta che l’avrete individuata, sono convinto che non vi sarà più possibile non collegarla alla sensazione generale di inquietudine del brano. Hunter è inclusa nel terzo album dei Portishead, Third, uscito nel 2008.

New Model Army, I Love the World

Un altro utilizzo interessante della minacciosa inquietudine provocata dall’intervallo di seconda minore lo troviamo in I Love the World dei New Model Army. Traccia di apertura del quarto album della band Thunder and Consolation, pubblicato nel 1989, I Love the World è costruita sulla contrapposizione netta tra le strofe, cupe e minacciose, e il ritornello, aperto e pieno di “amore per il mondo”. Nelle strofe, il testo dipinge le costruzioni mentali, le illusioni su cui abbiamo edificato il nostro modo di vivere e che saranno probabilmente il motivo della nostra fine: una sorta di profezia tenebrosa. E l’aspetto sinistro di tutto questo è sottolineato dal nostro intervallo, messo bene in rilievo nella tastiera che accompagna il cantato, ed evidenziato proprio dalla contrapposizione con il ritornello. Nel video, un’esecuzione dal vivo dei New Model Army nel 2003.

Faith No More, King for a Day

Anche in King for a Day dei Faith No More l’intervallo di seconda minore è utilizzato in maniera estremamente subdola e sottile per veicolare un senso di angosciosa anticipazione di un evento sinistro. Qui il testo è piuttosto ambiguo, anche se, da un punto di vista letterale, sembra parlare di una festa, di droghe, di un misterioso personaggio da conoscere prima di lasciare il party e del pericolo, del prezzo da pagare: “non fare mai festa prima di sapere chi sta vincendo”. A darci l’atmosfera generale è invece la musica, in particolare con il nostro intervallo nascosto in un movimento armonico. Non vi annoierò con questioni teoriche e tecniche, ma se ascoltate le parti melodiche di tastiera sotto il cantato potete facilmente riconoscere quel movimento di seconda minore in bella evidenza alla fine delle frasi, e anche il relativo brivido legato a un incombente pericolo, un predatore nell’ombra. King for a Day è contenuta nell’album King for a Day… Fool for a Lifetime uscito nel 1995.

Siouxsie and the Banshees, Christine

Christine, brano dei Siouxsie and the Banshees contenuto nell’album Kaleidoscope del 1980, è in qualche modo esemplare per il nostro gioco a caccia di seconde minori subdolamente minacciose. La protagonista del brano è una donna con un grave disturbo della personalità: “ora è vestita di viola, ora è una tartaruga, si sta disintegrando…”. E la seconda minore appare subito al basso, insistita per tutte le strofe, a comunicarci il senso di pericolo in agguato.

The Who, Boris the Spider

Ora parliamo di aracnofobia, una delle paure più inspiegabili e potenti che l’essere umano può provare. Scritta dal bassista John Entwistle e inclusa nell’album degli Who A Quick One del 1966, Boris the Spider è una canzone umoristica quanto macabra. L’atmosfera qui è pesantemente influenzata dall’intervallo di seconda minore, particolarmente evidente nella discesa iniziale del brano, che si ripete proprio sul ritornello, composta da una serie di semitoni discendenti, quasi a raffigurare in musica la tela a spirale intessuta dal ragno. Ed è ancora sull’intervallo di seconda minore, questa volta insistito, che è costruita la variazione della parte B del brano. Nel video, un’esecuzione dal vivo nel 1982.

Dead Can Dance, Anabasis

I suoni cupi dei Dead Can Dance, oltre al nome della band che è già tutto un programma, possono essere considerati una perfetta colonna sonora per Halloween. La loro ricerca nella musica modale di mezzo mondo ha sempre caratterizzato il loro sound in una maniera che, al nostro orecchio occidentale, suona vagamente inquietante. Vi stupirebbe sapere che uno degli elementi che costruisce quest’atmosfera è il nostro intervallo di seconda minore? In realtà, in moltissima musica modale i passaggi di semitono sono all’ordine del giorno, ma in alcuni casi i Dead Can Dance li hanno messi in rilievo, accompagnandoli con timbri e ritmi oscuri e misterici. In Anabasis, tratta da Anastasis del 2012, la melodia vocale parte proprio con un intervallo di seconda minore, straziante, ma anche misterioso. Provate a immaginarla come colonna sonora di una scena horror!

 

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Autore
Blitz

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