Hamilton supera Schumacher, nessuno come lui con questo nuovo record
- Postato il 8 ottobre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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A Singapore Hamilton supera Schumacher e diventa il primo pilota della storia a segnare il giro più veloce in 16 stagioni consecutive di F1. In un momento in cui la Ferrari arranca e i critici lo danno per finito, Lewis ha risposto come sa: col cronometro.
Il colpo di coda del leone
C’è un momento, nel giro 48 del GP di Singapore, in cui Lewis Hamilton sembra tornare quello di un tempo. Davanti a lui, una Ferrari che arranca, dietro, una generazione di talenti che spinge forte. Eppure, in quell’istante, il cronometro si ferma a 1’33.808. Un giro veloce che non vale punti extra, ma pesa come un podio nella storia della F1. Con questo tempo, Hamilton diventa il primo pilota di sempre a realizzare almeno un giro più veloce in 16 stagioni consecutive, superando il record leggendario di Michael Schumacher, fermo a 15.
Un numero, sì. Ma anche un simbolo di longevità, della resilienza e della capacità di reinventarsi anche nei momenti difficili. In un momento della sua carriera in cui troppi parlano più di “bollitura” che di “brillantezza”, il campione britannico ha scelto di rispondere nella lingua che conosce meglio, quella del cronometro.
Quando i numeri raccontano una leggenda viva
Per capire il peso di questo primato, basta fare un passo indietro. Il record di Schumacher di 15 stagioni di fila con almeno un giro veloce, dal 1992 al 2006, sembrava scolpito nel marmo. Un traguardo quasi intoccabile, fissato in un’era in cui la Ferrari dominava e i regolamenti cambiavano di rado.
Hamilton, invece, ha costruito il suo in tre ere diverse: quella ibrida Mercedes, in cui era il riferimento assoluto; quella post dominio, in cui ha dovuto reinventarsi; quella di oggi, quella Ferrari, dove la rossa non è la più veloce, ma lui riesce comunque a trovare un lampo di classe.
Sedici stagioni di fila significano una cosa sola, che non esiste un solo anno, dal 2010 al 2025, in cui Hamilton non sia stato, almeno per un giro, il più veloce di tutti. A partire dal Chinese GP del 18 aprile 2010, quarta prova mondiale di quella stagione.
Singapore, circuito che non perdona
Stabilire un record a Singapore dà un significato ancora più profondo all’impresa. Il Marina Bay è un tracciato che sfianca con 23 curve, temperature oltre i 30°, alta concentrazione di umidità e oltre 60 giri a rischio errore. E Hamilton, con la sua Ferrari, ha dovuto gestire problemi ai freni fin dai primi giri. Lo si è visto dosare la potenza, allungare le frenate, trattenere la sua monoposto come un pianista che suona con un dito ferito.
Eppure, quando la finestra gomme si è aperta e il traffico si è diradato, il britannico ha spinto. Un solo giro, ma perfetto. Il risultato? Nuovo record storico, firmato nel circuito più esigente della stagione. Chi lo dava per spento, si è trovato davanti un lampo accecante.
Lewis bollente
Nelle ultime settimane, le critiche non sono mancate, su tutti i fronti. Il debutto in rosso non è stato all’altezza delle aspettative, i risultati altalenanti, il confronto interno con Leclerc più acceso del previsto. Sui social, il commento più diffuso: “Non è più quello di una volta“. E invece eccolo lì, appena ha potuto, ha scritto un nuovo capitolo di storia. Hamilton non è più quello del 2020, ma è diventato qualcosa di più cinico, un pilota che sa scegliere il momento perfetto per colpire. Proprio come i grandi pugili, che non hanno bisogno di un gancio per vincere, ma di un solo colpo ben piazzato.
Il confronto con Schumacher
Paragonare Lewis a Michael non è semplice, ma è inevitabile. Schumacher costruiva i suoi record nell’era del controllo totale, con la Ferrari più forte di sempre, regolamenti stabili e una squadra cucita su misura. Hamilton, invece, ha attraversato rivoluzioni regolamentari, cambi di motore, filosofie aerodinamiche, nuovi pneumatici, budget cap e soprattutto 3 team diversi. In tutto ciò, la sua forza è stata la capacità di adattamento.
Ogni volta che la F1 cambiava pelle, lui cambiava con lei. E così, mentre Schumacher rappresentava la perfezione meccanica di un’epoca, Hamilton è l’incarnazione della sopravvivenza sportiva nell’era moderna.
Ferrari, frustrazione e consapevolezza
Per la Scuderia di Maranello, il record è una piccola luce in un periodo complicato. La SF-25 non ha ancora trovato la costanza necessaria per lottare al vertice, e l’ambiente è in fermento tra voci, critiche e pressioni. Ma Hamilton, con il suo giro più veloce, ha ricordato a tutti che il talento può compensare per un attimo, i limiti tecnici.
Un messaggio per la squadra e per sé stesso: la Ferrari non è ancora pronta per il titolo, ma dentro quel garage c’è ancora un campione che se messo in condizione, può fare la differenza. Non basta a cambiare la classifica, ma può cambiare l’atmosfera.
Oltre i numeri: il significato del record
Un giro più veloce non vale più di un punto, ma vale tantissimo per la storia. È il segnale che Hamilton è ancora lì, nel gruppo dei migliori. In un paddock che vive di percezioni, di narrazioni e di momenti, un record come questo diventa una dichiarazione d’identità.
C’è anche un messaggio per i più giovani, la F1 non è solo velocità pura, ma anche longevità, dedizione, e capacità di restare competitivi quando la marea cambia direzione.
Il futuro? Ancora aperto
La domanda ora è semplice, dove si fermerà questa striscia? Hamilton compirà 41 anni a gennaio 2026, eppure la sua condizione fisica resta invidiabile. A parole, il britannico parla di altre 2 stagioni e se anche nel 2026 riuscisse a firmare un altro giro veloce, porterebbe il record a 17 stagioni consecutive. Un traguardo che, realisticamente, nessuno potrà toccare per decenni.
Ma, conoscendo Lewis, non è solo una questione di numeri: è una sfida personale. Perché finché c’è una bandiera a scacchi da inseguire, Hamilton non smetterà di provarci, anche con la monoposto più lenta della griglia.
Il lascito del record
Alla fine, questo giro a Singapore è più di una statistica. È un messaggio. Per la Ferrari, per i tifosi, per chi lo aveva dato per finito. Hamilton non è un ex, ma un simbolo vivente di resistenza sportiva. Sedici anni consecutivi a firmare almeno un giro più veloce significano che, in ogni stagione, ha trovato un modo per emergere. E in una F1 in cui tutto cambia rapidamente, dai motori alle gomme, dai regolamenti ai rivali, restare al top così a lungo è il vero miracolo.