Heysel, 40 anni fa la strage dove persero la vita 39 tifosi della Juventus

  • Postato il 29 maggio 2025
  • Calcio
  • Di Blitz
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Era il 29 maggio 1985, una data entrata tragicamente nella storia del calcio europeo. Quel giorno si sarebbe dovuta disputare la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles. Ma quella partita, invece di celebrare lo sport, si trasformò in un incubo. La struttura fatiscente dell’impianto, l’organizzazione caotica e la violenza degli hooligan inglesi contribuirono a un disastro annunciato. Il settore Z, destinato a tifosi juventini senza biglietto organizzato e a spettatori neutrali, era inspiegabilmente adiacente alla curva occupata dagli ultras inglesi. Prima del fischio d’inizio, i sostenitori del Liverpool sfondarono le recinzioni e caricarono, causando il panico. Decine di persone cercarono di fuggire, ma furono bloccate dalla polizia. Il muro del settore Z cedette sotto la pressione della folla: il bilancio fu drammatico, con 39 morti e oltre 600 feriti.

Una finale in un clima irreale

Nonostante la tragedia, la partita venne giocata ugualmente. La decisione fu presa per evitare ulteriori disordini, secondo le autorità belghe e l’UEFA. La Juventus vinse 1-0 grazie a un rigore segnato da Michel Platini. Tuttavia, i festeggiamenti bianconeri vennero duramente criticati per la loro inadeguatezza rispetto al dramma appena consumato. Molti protagonisti di quella serata, col tempo, si sono scusati pubblicamente per aver celebrato in quel contesto. La “coppa insanguinata” segnò un punto di non ritorno per il calcio europeo, scuotendo profondamente l’opinione pubblica.

Le conseguenze e la rinascita

La strage dell’Heysel, unita a quella di Hillsborough quattro anni dopo (96 morti), portò a profonde riforme nella gestione della sicurezza negli stadi. L’Heysel fu completamente ristrutturato tra il 1994 e il 1995 e ribattezzato “Stadio Re Baldovino”, in memoria del re del Belgio. Le nuove norme europee imposero stadi più sicuri, accessi controllati, maggiore presenza delle forze dell’ordine e strutture adeguate. Queste trasformazioni, nate dal dolore, hanno contribuito a rendere il calcio europeo più sicuro per gli spettatori. Oggi, a distanza di 40 anni, il ricordo delle 39 vittime dell’Heysel è un monito costante a non dimenticare mai che il calcio deve unire, non uccidere.

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Blitz

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