“Ho provato l’amfetamina e me la sono vista brutta. Mi hanno dato 40 gocce di Valium. Ora non tocco niente da trent’anni”: Bobby Solo si confessa
- Postato il 7 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo scorso 18 marzo Roberto Satti, in arte Bobby Solo, ha compiuto ottanta anni. Nonostante l’età, continua a esibirsi sui palchi e non ha intenzione di fermarsi. “Sto vivendo un’estate da rockstar. L’altra sera a Pieve di Soligo c’erano 4mila persone. A Camaiore 5mila”, ha raccontato il cantante a Il Messaggero. Palco sì, ma non televisione.
Almeno non a “Ballando con le stelle”: “Io a Ballando con le Stelle? Macché. Non fa per me. Io faccio il musicista. Sarei ridicolo. Ballo, ma solo sul palco quando faccio rock’n’roll. Deve sentire la mia versione di Boom, Boom, I’m Gonna Shoot You Right Down del grande John Lee Hooker, il mio idolo”.
Due vittorie al Festival di Sanremo (Nel 1965 con la canzone ‘Se piangi, se ridi’. La seconda è arrivata nel 1969 con ‘Zingara’, in duetto con Iva Zanicchi). Adesso, a ottanta anni, la voglia di tornarci: “Se mi prendono. Amadeus mi ha detto no 5 volte e l’anno scorso mi ha scartato pure Conti”. Anche perché, di smettere, Bobby Solo non ha proprio voglia: “No. Voglio morire sul palco“.
Elvis ed eccessi
Oltre sessanta milioni di dischi venduti per ‘Se piangi, se ridi’, con cui vince anche nel 1965. Proprio in quell’edizione del Festival, però, un mezzo scandalo dovuto al mascara per imitare l’idolo Elvis. “Lui se lo faceva mettere per imitare Tony Curtis. Quando nel ’65 tornai a Sanremo con ‘Se piangi, se ridi’ dopo aver sfiorato la vittoria l’anno precedente con ‘Una lacrima sul viso’, chiesi a due ragazzine che lavoravano in una profumeria di truccarmi come Elvis. Ma vuoi per i fari, vuoi per l’emozione, il trucco si sciolse. È stato un disastro. Nell’Italia bacchettona dell’epoca, un uomo che si truccava dava scandalo. Vinsi comunque”, ha raccontato.
Una lunga carriera nata proprio grazie a “The King of Rock ‘n’ Roll”: “Elvis è stato il Big Bang. A 14 anni non sapevo cosa fare: il re mi aprì la mente. Crescendo, però, mi sono chiesto a chi si fosse ispirato, nel compiere la sua rivoluzione: scoprire John Lee Hooker è stato come trovare l’anello di congiunzione. A Elvis, comunque, ho copiato tutto. Pure il mascara”.
A ottanta anni appena compiuti, Bobby Solo ha anche parlato di qualche eccesso: “Ho bevuto molto whisky, fumato tante sigarette. Ma drogato mai. Un po’ di marijuana. Nel ’66 provai anche l’amfetamina. Colpa del mio amico Ricky Shayne, che me la fece scoprire. Quella sera a Lamezia Terme me la vidi brutta”.
E ha concluso raccontando un aneddoto: “Era il ’67. Il mio bassista aveva una fidanzata che da Copenaghen gli spediva l’hashish. Prima del concerto avevo preso un paio di compresse di amfetamina. Lui mi disse: ‘Facciamoci una fumatina’. Ma io non ero pratico. Così feci dieci tirate. Stetti malissimo. Lo svegliai in piena notte: ‘Sento che sto per morire‘. Cercammo un medico. Mi guardò le pupille e vide che erano dilatate: ‘Dovrei chiamare i carabinieri, ma siccome sono un tuo fan ti voglio aiutare’. E mi diede 40 gocce di Valium. Tornai a Roma distrutto. Vivevo ancora con mamma all’Eur. Puzzavo di fumo. Mia mamma confuse quell’odore con quello dell’incenso. Mi disse: ‘Bravo, a mamma: sei stato in chiesa’. Sì, proprio in chiesa (ride, ndr). Da trent’anni non tocco più niente”.
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