“Ho rischiato di sbandare, devo tutto a Mara Venier. Una signora svizzera si è innamorata di me e mi ha regalato un anello, sono andato in crisi”: così Jerry Calà

  • Postato il 22 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Protagonista di tanti film che hanno raccontato le estati italiane, Jerry Calà riflette su quanto sia cambiato oggi il modo di vivere la bella stagione: “Paradossalmente qualcosa è rimasto. Prendi i figli di papà, quelli mica si sono estinti. Qui in Sardegna vedo giovanissimi girare di giorno su suv enormi, la sera li ritrovo nei locali a ordinare bottiglie di vodka più alte di loro, giusto per farsi vedere. Come se contasse solo apparire, mostrarsi, altro che relax”. Al Corriere della Sera l’attore, che elegge Checco Zalone come “il numero uno” della categoria, confessa anche come ha gestito il guadagno e la notorietà all’apice del successo: “Ho rischiato di sbandare. Ma devo tutto a una persona che mi ha tenuto con i piedi per terra: Mara Venier“.

Proprio sulla storia con la conduttrice c’è un aneddoto che circola, secondo cui alla festa di matrimonio, mentre cantava Renato Zero, Calà sarebbe sparito per poi essere sorpreso dalla Venier nei bagni con un’altra: “Lei esagera sempre un po’, diciamo che io e l’altra stavamo parlando fitti fitti, quando ci ha sorpreso” smorza lui. “In ogni caso con Mara siamo riusciti a trasformare un divorzio in un’amicizia. E non finirò mai di ringraziarla”.

Il ricordo dell’estate più rocambolesca risale invece a quando aveva 20 anni: “A Cesenatico. Conobbi una signora svizzera bellissima, che però di anni ne aveva quaranta, nacque l’amore ma non poteva durare” racconta Jerry Calà. “Dopo l’estate si presentò a casa mia a Milano con un anello, andai in crisi. Riuscii a troncare, lei se ne andò”. Il finale è tuto da ridere: “Preso dal panico, dopo dieci minuti buttai l’anello dalla finestra ma feci male i calcoli e l’anello piovve su di lei che era rimasta lì. Appollaiati alle finestre c’erano gli altri dei Gatti di Vicolo Miracoli che sogghignavano. Mi sarei sotterrato”.

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Il Fatto Quotidiano

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