Hojilund o Vlahovic? Costi e differenze dei due attaccanti nella lista del Milan

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Di Panorama
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La prima pista porta sempre a Dusan Vlahovic, che per il calcio italiano è una certezza e che con il passare dei giorni può diventare un’opportunità sempre più a costi accettabili per il Milan. L’alternativa porta alla Premier League e a una vecchia conoscenza della Serie A: Rasmus Hujilund, attaccante esploso con l’Atalanta e finito al Manchester United dove la sua carriera ha rallentato. Tanto che ora i Reds se ne vogliono sbarazzare e l’Italia è tornata ad essere un’opzione.

Venduto con soddisfazione Theo Hernandez e Reijnders, rifatto da zero il centrocampo e puntellate le fasce difensive, ora Tare e Furlani si stanno dedicando all’ultimo tassello da consegnare a Max Allegri per una squadra che deve cancellare il fallimento dell’ottavo posto dello scorso campionato. Un numero nove che il direttore sportivo ex Lazio aveva descritto “da area di rigore”, con caratteristiche differenti rispetto a Santi Gimenez per il quale in gennaio i rossoneri hanno investito 35 milioni di euro.

Quella di Tare potrebbe essere stata una bugia bianca, soprattutto se dovesse prendere corpo il sorpasso di Hoijlund su Vlahovic che è sempre stata la priorità per il Milan. Entrati nelle ultime settimane di mercato, però, i dirigenti rossoneri hanno l’obbligo di allargare gli orizzonti della loro ricerca per evitare di trovarsi spiazzati come capitò nel 2023 con il mancato arrivo in extremis dell’iraniano Taremi.

Milan, la pista che porta a Hoijlund

Rasmus Hoijlund, danese classe 2003, è diventato un giocatore di prospettiva internazionale nella stagione vissuta all’Atalanta sotto la guida di Gasperini: 10 gol in 34 partite. Le due successive annate con la maglia del Manchester United non ne hanno confermato la prolificità, tanto che i Reds si sono convinti della necessità di mandarlo altrove. Ha cominciato male e non è più riuscito ad invertire la tendenza fermandosi a 26 centri in 95 presenze.

I numeri, però, non dicono tutto delle difficoltà incontrate dal danese nel calcio inglese. Una parabola discendente che ne favorisce la partenza a cifre contenute rispetto al maxi investimento dello United dell’estate 2023: 85 milioni di euro. Un record anche per l’Atalanta abituata a cedere i propri talenti a caro prezzo.

Passati due anni, Hoilund pesa sul bilancio dei Reds per ancora una cinquantina di milioni che nel 2025 potrebbero scendere a meno di 35. Ecco perché il Milan può immaginare di trattare il danese con una formula flessibile che ne preveda il prestito con diritto di riscatto per ammorbidire le pretese future dello United. L’ingaggio è alto ma non impossibile: 7 milioni lordi a stagione che significa circa 4 netti.

Dal punto di vista tecnico, però, Hoijlund sarebbe molto distante dall’identikit del centravanti ricercato da Tare. Non è una prima punta che vive l’area di rigore, ma un attaccante con nel bagaglio molti strappi. Sa dare profondità, ma ama partire un po’ più da distante rispetto agli ultimi metri e l’heatmap della sua stagione fortunata all’Atalanta disegna una serie di puntini rosso fuoco distribuiti su tutto il fronte offensivo e quasi mai negli ultimi sedici metri.

Milan, perché Vlahovic può essere l’uomo giusto

Dusan Vlahovic rappresenta l’usato sicuro, pur essendo un classe 2000 che ha ancora un percorso davanti per esprimere il meglio della carriera. Di lui si conoscono pregi e difetti. E’ un attaccante che, pur avendo solo 25 anni d’età, ha già segnato 87 reti in un campionato tatticamente evoluto come la Serie A ed è complessivamente a quota 107 (253 partite) con le maglie di Fiorentina e Juventus.

E’ sul mercato perché la rottura con i bianconeri è ormai conclamata. Arrivato nel gennaio 2022, pagato a peso d’oro (85 milioni tra cartellino, bonus e commissioni varie), ha uno stipendio insostenibile per i conti juventini: 12 milioni di euro netti. Pesa sul bilancio per 42 milioni e non ha accettato alcun rinnovo con spalmatura dell’ingaggio. Tradotto: deve partire e la Juventus non ha il coltello dalla parte del manico avvicinandosi la scadenza del 2026.

Il trascorrere dei giorni complica sempre più il lavoro del plenipotenziario della Continassa, Damien Comolli. Una matassa quasi impossibile da sbrogliare. Per il Milan può essere un’occasione enorme (arrivati ad agosto, passati due mesi di questa stagione, il valore del cartellino a bilancio è sceso intorno ai 16 milioni), ma resta sempre il nodo dell’accordo con il serbo che non vuole perdere nemmeno un centesimo di quanto sottoscritto con la Juventus.

Vlahovic è certamente un centravanti che risponde all’identikit ricercato da Tare. Però è anche un rischio, perché per portarlo a lavorare ancora con Allegri i rossoneri devono mettere insieme le esigenze della Juventus e quelle dell’attaccante, su cifre per quest’ultimo incompatibili con la gestione degli stipendi nello spogliatoio. Ecco perché, pur tenendolo in cima ai desideri, è normale che Casa Milan si muova anche per analizzare altre opportunità.

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Panorama

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