I conti della Serie A: crescono i ricavi ma l’Europa resta lontana
- Postato il 12 giugno 2025
- Di Panorama
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Il calcio italiano continua ad essere malato, ma i parametri vitali della Serie A fanno segnare qualche indice finalmente positivo tanto da poter dire che la strada per il risanamento è lunga, ma è almeno stata intrapresa. E che un contributo importante, oltre ai risultati del campo, lo stanno dando anche le tanto contestate proprietà made in Usa: non hanno ancora compreso come si vince, ma alla voce ricavi commerciali il loro lavoro consegna i primi frutti concreti ai bilanci dei club e in complesso a tutto il movimento.
E’ la fotografia che emerge dalla 34° edizione della Annual Review of Football Finance, pubblicata da Deloitte Sports Business Group. Un dossier che accende i fari sulla gestione economico finanziaria della Serie A secondo gli ultimi bilanci depositati, relativi alla stagione che si è chiusa nel giugno 2024, e li compara con il resto d’Europa dove – ma non è una novità – a recitare la parte dei ricchi restano gli inglesi della Premier League.
Serie A 2023/2024: ricavi, stadi, entrate commerciali, diritti tv e bilancio finale
Secondo quanto emerso dal report di Deloitte, nella stagione 2023/2024 i club della Serie A ha fatto registrare un aumento complessivo dei ricavi del +2% rispetto all’anno prima, raggiungendo la soglia dei 2,9 miliardi di euro. A trainare la crescita, importante ma non del tutto soddisfacente in un settore industriale che nel resto d’Europa corre a maggiore velocità, sono state soprattutto le entrate commerciali (+9%), arrivate a toccare quota un miliardo di euro.
Una performance che ha consentito di assorbire la cattiva notizie, quella relativa ai diritti televisivi che hanno fatto segnare una contrazione del 2% scendendo a 1,5 miliardi di euro. Le ragioni? Di sicuro il peggiore comportamento nella manifestazioni Uefa delle squadre italiane rispetto alla primavera 2023, quando avevamo portato finaliste in tutte le coppe e un buon numero di semifinaliste. Ma va anche sottolineato come il mercato dei diritti tv sportivi stia vivendo un momento di difficoltà e contrazione che non interessa solo la Serie A ma anche sistemi più avanzati: i grandi broadcaster hanno budget limitati da suddividere su un’offerta sempre crescente.
Serie A 2023/2024, le buone notizie: costi stabili e utile operativo
In ogni caso il quadro è meno negativo di come viene dipinto pubblicamente. Secondo il dossier Deloitte, infatti, dal punto di vista finanziario, i club di Serie A nel 2023/2024 hanno mostrato segnali di stabilizzazione relativi soprattutto alle spese per gli ingaggi dei calciatori e degli staff tecnici: sono aumentati del 4% arrivando a 2 miliardi di euro, ma mantenendo un rapporto rispetto ai ricavi totali del 68% considerato pienamente sostenibile.
Il risultato finale è che, per il secondo anno consecutivo, la Serie A ha registrato un utile operativo aggregato positivo di circa 40 milioni di euro, mentre le perdite ante imposte sono diminuite del 22%, scendendo a 0,3 miliardi di euro. Non sono numeri da festeggiare, ma la fotografia di un calcio in cui non necessariamente si deve andare in perdita o indebitarsi per potersi presentare ai nastri di partenza.
Il boom dei ricavi commerciali per le (contestate) proprietà made in Usa
Attenzione. Non piacerà per come progettano la parte sportiva delle rispettive squadre, ma le proprietà che vengono dagli Stati Uniti (nella maggior parte dei casi fondi di investimento) stanno facendo, bene, il loro lavoro dal punto di vista della valorizzazione commerciale del calcio italiano. Lo dicono i numeri del report Deloitt che registrano una tendenza netta.
Se è vero che complessivamente i ricavi commerciali sono aumentati del 9% raggiungendo un miliardo di euro (nel 2022/23 erano 0,9), a fare da traino sono stati soprattutto gli accordi sottoscritti per le sponsorizzazioni dei club di proprietà nordamericana e dall’aumento delle vendite di merchandising. I cinque club italiani con soci di maggioranza degli Stati Uniti o Canada – non ne fa parte l’Inter passata sotto il controllo di Oaktree nel maggio 2023 – hanno registrato un aumento medio dei ricavi commerciali del 26% rispetto al 2022/23, mentre gli altri club di riferimento del campionato hanno aumentato i ricavi commerciali in media del 7%.

Report Deloitte 2023/2024: la classifica dei ricavi dei campionati europei
Allargando lo sguardo all’Europa, che è il vero motore del calcio mondiale, dal report Deloitte che fotografa la stagione 2023/2024 emerge che le 5 Top League del Vecchio Continente – Premier League, Bundesliga, Liga, Serie A e Ligue 1 – hanno generato ricavi per 20,4 miliardi di euro, con un aumento del +4%, superando per la prima volta la soglia dei 20 miliardi di euro. L’attesa per il 2024/2025 è che sia abbattuto anche il muro dei 21 miliardi di euro complessivi, salvo poi stabilizzarsi anche a causa delle enormi difficoltà della Ligue1 francese in tema di diritti televisivi.
La classifica dei ricavi dei maggiori campionati europei secondo l’analisi dei bilanci elaborata da Deloitte è la seguente:
- Premier League – 7,353 miliardi di euro
- Bundesliga – 3,797 miliardi di euro
- Liga – 3,764 miliardi di euro
- Serie A – 2,904 miliardi di euro
- Ligue1 – 2,551 miliardi di euro
Complessivamente, i club dei cinque grandi campionati europei hanno registrato un utile operativo aggregato di 0,6 miliardi di euro, seconda stagione consecutiva non in rosso. Il rapporto tra costi per gli stipendi e ricavi totali è sceso dal 66% al 64% nonostante la crescita generalizzata degli stipendi di calciatori e staff in tutti i cinque grandi campionati con eccezione della Liga spagnola.
“L’attenzione allo sviluppo degli stadi e alla diversificazione dei ricavi commerciali” ha dichiarato Tim Bridge, partner dello Sports Business Group di Deloitte “ha portato a una crescita del mercato calcistico europeo nella stagione 2023/24. Tuttavia, i club e le leghe non possono permettersi di perdere di vista le nuove sfide, tra cui l’evoluzione del panorama normativo e il cambiamento dei comportamenti dei tifosi”. “La pressione è sempre più forte per i club” ha aggiunto Bridge “perché devono riuscire a ottenere ricavi aggiuntivi e allo stesso tempo a gestire i costi crescenti. Più che mai, i dirigenti e i proprietari devono riconoscere la grande responsabilità che hanno nel gestire queste attività, catturando l’essenza storica di un club calcistico e onorando al contempo il futuro per le nuove generazioni”.