I dati sul Pil pro capite italiano, raggiunta la Francia e dimezzata la distanza dalla Germania, ma restano lontani i livelli di ricchezza del 2000

  • Postato il 4 giugno 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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Dopo la pandemia di Covid l’Italia ha vissuto una ripresa economica che ha fatto raggiungere al Paese risultati importanti. Uno di questo colpisce più di tutti: il Pil pro capite italiano a parità di acquisto, quindi togliendo differenze demografiche e di potere d’acquisto, è arrivato ad essere uguale a quello della Francia. Vediamo nello specifico cosa significa questo dato fornito dalla Ue aggiornato agli effetti della crescita post Covid.

L’Italia è arrivata ad azzerare una distanza con la Francia nel prodotto per abitante a parità di potere d’acquisto partendo da un 10,1% nel 2020 e un 8,8% nel 2015. Allo stesso tempo, l’Italia ha quasi dimezzato la distanza con la Germania passando in cinque anni dal 24,3% al 13,9%. Ora la distanza tra Pil pro capite italiano (senza quindi calcolare la parità di potere d’acquisto) e la media dell’area Euro è del 5,9% e non più del 10,7% come era nel 2020 e del 9,4% del 2015. Dati importanti che comunque certificano che in questa area del mondo la crescita sia al rilento un po’ dappertutto e a cominciare proprio dalla Germania.

La crescita dell’occupazione e i 20 anni di stagnazione

La crescita dell’occupazione ha sicuramente inciso su questo dato positivo. Resta però al palo la quantità di prodotto per occupato ed anche il benessere relativo che si era raggiunto in Italia 15 o 2o anni fa.

Ad aver inciso nella crescita italiana è stato il fatto che nel post-pandemia si è interrotta la lunga stagnazione cominciata nel 2000 e durata per 20 anni, quindi con governi di qualunque colore. Il tasso medio di crescita reale italiano, in questi 20 anni è stato di circa lo 0,38%, superando il +1% solo nel 2015 e nel 2016. L’economia italiana nel 2000 valeva il 18,9% dell’Eurozona. Nel 2020 è scesa al 15,3%, il minimo storico, fino a salire al 15,7% quest’anno.

Bandiere Ue
I dati sul Pil pro capite italiano, raggiunta la Francia e dimezzata la distanza dalla Germania, ma restano lontani i livelli di ricchezza del 2000 (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Come viene calcolato il Pil per abitante

I calcoli sul Pil per abitante sterilizzano gli impatti di una dinamica demografica da noi ancor più negativa rispetto al resto dell’area ma non riescono a sterilizzare l’impatto del debito pubblico che vede l’Italia prima in Europa dato che siamo ad un passo al superamento della Grecia.

Il conteggio viene quindi fatto a parità di potere d’acquisto. Leggendo questo dato, il Pil italiano ha recuperato il proprio posizionamento europeo pre-Covid arrivando a +1,1% e superando di poco le condizioni del 2015 quando era in linea alla media dell’Eurozona. Come detto, il Pil italiano pro capite ha raggiunto i livelli francesi ed ha quasi dimezzato il gap con la Germania. Più complicato invece il raffronto con la Spagna che sta crescendo più di tutti in questi anni.  Se nel 2025, il prodotto interno pro capite italiano è superiore del 6,2% a quello degli spagnoli, dieci anni fa la distanza era +5,9%. Confrontando invece i due dati al 2020, la distanza era del 13,1%.

Il peso dell’economia italiana in Europa, Francia in netto vantaggio

Se paragoniamo il peso dell’economia italiana con quella francese, oltralpe c’è un gap che resta ancora molto forte. Con la Francia, 25 anni fa eravamo in una situazione di pareggio. Ora si è passati a un -14,4%, dato in miglioramento rispetto al 17,3% del 2015 e al 21% del 2020. La Spagna invece si sta avvicinando all’Italia: 25 anni fa, Madrid produceva il 76,6% in meno di Roma. La distanza, oggi si è ridotta e di molto, dato che è passata al 26,9%.

Il problema italiano è legato alla produttività, all’organizzazione, agli investimenti, alle tecnologie e alle innovazioni di processo. Se leggiamo i dati in base al Pil medio per occupato, ossia la produttività delle economie nazionali espressa in relazione alla media dell’Unione europea, scopriamo che nel 2000 il lavoratore italiano produceva pro-capite un Pil superiore del 18,2% al collega medio dell’area euro. Dato che nel 2020 si è invertito fino ad arrivate a -1,1% nel 2020 e a tornare positivo nel 2025 con +1,1 %. 

Come devono essere letti i dati sul reddito pro-capite

Il Sole 24 Ore spiega la ragione di una crescita italiana del reddito pro-capite, ossia la quantità di prodotto interno lordo che produce in media un cittadino, a fronte di una bassa crescita del Pil medio per occupato che nel caso del confronto con la Francia resta più basso del 2,1% (nel 2020 era sotto del 9%, nel 2015 del 6,3%). Questo dato certifica il fatto che l’occupazione italiana cresce più del Pil  concentrandosi su settori il cui valore aggiunto non è in grado di sbloccare il dato della produttività, il vero problema dell’economia italiana.

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Blitz

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