I dipendenti privati della Basilicata sono i più vecchi d’Italia
- Postato il 25 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
I dipendenti privati della Basilicata sono i più vecchi d’Italia
LA REGIONE italiana che presenta l’indice di anzianità dei dipendenti privati più elevato è la Basilicata (82,7%). A sostenerlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha estrapolato i dati emersi dalla periodica elaborazione realizzata dal Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Alle spalle della Basilicata troviamo a Sardegna (82,2%), il Molise (81,2%), l’Abruzzo (77,5%) e la Liguria (77,3%). Il dato medio nazionale, come ricordavamo più sopra, è pari al 65,2.
Le regioni meno “colpite” da questo fenomeno – anche se già da alcuni anni fanno comunque i conti con questa grave criticità – sono l’Emilia Romagna (63,5%), la Campania (63,3%), il Veneto (62,7%), la Lombardia (58,6%) e il Trentino Alto Adige (50,2%). In stretta relazione alle uscite dal lavoro per raggiunti limiti di età c’è, ovviamente, il progressivo invecchiamento dei dipendenti privati presenti nel nostro Paese. Se nel 2021 il tasso era del 61,2%, nel 2022 è aumentato al 62,7 per attestarsi nel 2023 al 65,2% (+ 4 punti in soli due anni).
Ma non è l’unico aspetto su cui si fonda lo studio. Tra il 2025 e il 2029, si stima che poco più di 3 milioni di lavoratori italiani (pari al 12,5% circa del totale nazionale) lasceranno definitivamente gli uffici e le fabbriche per andare in pensione. La quasi totalità lo farà per questo motivo; tuttavia, una piccola minoranza non timbrerà più il cartellino anche per altri motivi, quali il ritiro volontario, la perdita dell’impiego, l’emigrazione all’estero o il passaggio dal lavoro dipendente a quello autonomo e viceversa. Di questi tre milioni, 1.608.300 sono attualmente dipendenti del settore privato (pari al 52,8% del totale da sostituire), 768.200 lavorano nell’Amministrazione pubblica (25,2%) e 665.500 sono lavoratori autonomi (21,9%).
Secondo la Cgia, nel giro di qualche anno assisteremo a una vera e propria “fuga” da scrivanie e catene di montaggio. Un “esodo” mai visto fino a ora, con milioni di persone che passeranno dal mondo del lavoro all’inattività in pochissimo tempo con conseguenze sociali, economiche ed occupazionali di portata storica per il nostro Paese. “Lo sanno bene gli imprenditori che già adesso faticano a trovare personale disponibile a recarsi in fabbrica o in cantiere. Figuriamoci fra qualche anno, quando una parte importante della platea dei lavoratori attivi lascerà l’occupazione, in particolare per raggiunti limiti di età” si legge nel report. In tale scenario, la Basilicata è penultima in Italia per pensionamenti e, pertanto, per dipendenti da sostituire. Ma andiamo nei dettagli. In valore assoluto, le regioni più coinvolte dalla domanda di sostituzione saranno quelle, ovviamente, dove la popolazione lavorativa è più numerosa e tendenzialmente ha una età media più elevata. Al primo posto troviamo la Lombardia che sarà chiamata a rimpiazzare 567.700 lavoratori. A seguire il Lazio con 305.000 e il Veneto con 291.200. In coda alla graduatoria spunta l’Umbria con 44.800, la Basilicata con 25.700 e, infine, il Molise con 13.800 unità: in termini percentuali questo fenomeno interesserà prevalentemente i dipendenti privati.
Tra le maestranze private quelle lombarde saranno le più interessate d’Italia: sul totale regionale da rimpiazzare incideranno per il 64,6%. Seguono quelle dell’Emilia Romagna (58,6% del totale regionale) e quelle del Veneto (56,5%). I meno coinvolti, invece, saranno i lavoratori dipendenti privati sardi (il 38,5%del totale regionale), i molisani (38,4%) e, infine, i calabresi (36,6%). In queste ultime regioni, evidentemente, la maggioranza degli addetti da sostituire sarà riconducibile alle categorie dei dipendenti pubblici e dei lavoratori autonomi. Di questi 3 milioni di addetti che entro i prossimi 5 anni lasceranno il posto di lavoro, quasi 2.205.000 (il 72,5% del totale da sostituire) sono occupati nei servizi. Altri 725.900 nell’industria (23,8%) a cui vanno sommati 111.200 (3,6% occupati nell’agricoltura. In altre parole, a livello nazionale oltre 7 sostituzioni su 10 interesseranno il settore di servizi, con uscite particolarmente importanti nel commercio (379.600 unità), nella sanità pubblica/privata (360.800) e nella Pubblica Amministrazione (331.700). Nell’industria, infine, spicca il numero di rimpiazzi a cui dovrà essere sottoposto il comparto delle costruzioni (179.300).
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I dipendenti privati della Basilicata sono i più vecchi d’Italia