I docenti di potenziamento “tappabuchi” per le supplenze: “Ulteriore stretta del governo sulla scuola”
- Postato il 26 ottobre 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il governo, con la nuova Legge di Bilancio, pur di risparmiare, è pronto a sacrificare i docenti appartenenti all’organico per l’autonomia a fare i tappabuchi in caso di supplenze temporanee alle superiori fino a dieci giorni. Sono le nuove disposizioni nate per destinare soldi al fondo per miglioramento dell’offerta formativa fino ad un massimo del 15%. Detto in altro modo: visto che la coperta è corta a viale Trastevere hanno deciso di tirarla creando qualche problema all’organizzazione didattica.
In realtà non si tratta di una vera e propria novità: la Legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” istituita ai tempi del governo Renzi aveva già previsto che i docenti di potenziamento potessero essere utilizzati per sostituire colleghi assenti fino a dieci giorni ma limitava questa modalità ad ore in cui il professore non fosse impegnato in attività didattiche previste dal Piano triennale dell’offerta formativa. Nei fatti, questi maestri e professori, venivano ben utilizzati dai dirigenti a supporto delle classi, in presenza di casi particolarmente difficili, di classi numerose o per dare una mano ai ragazzi migranti.
Ora la possibilità diventa un obbligo: i presidi, infatti, quando un professore si ammalerà dovranno utilizzare personale interno fatte salve particolari “esigenze didattiche”. Una brutta notizia per i capi d’istituto: “Fermo restando che esiste a livello nazionale un problema di contenimento della spesa per le supplenze, la misura per come è scritta può incidere negativamente sull’assetto organizzativo delle scuole. Quindi la nostra richiesta è che l’espressione “salvo motivate esigenze di natura didattica” sia rimpiazzata con “salvo motivate esigenze di natura organizzativa e didattica”, spiega il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli al fattoquotidiano.it.
Duro il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “Il provvedimento mira unicamente a contenere la spesa, col rischio però di creare forti disagi all’organizzazione delle scuole, ridurre le possibilità di supplenze e interrompere la continuità didattica. Innanzitutto, i dirigenti si ritrovano vincolati in una gestione più complessa del personale docente, con possibili conseguenze negative sull’organizzazione delle classi e sull’equilibrio didattico. In secondo luogo, questa imposizione non tiene conto dei docenti inseriti nelle graduatorie, diminuendo le possibilità di supplenza e quindi lavorative”.
La Uil sottolinea pure il fatto che la norma non si applica in modo vincolante alla scuola primaria e dell’infanzia, introducendo delle differenze di trattamento difficili da spiegare dal punto di vista educativo e organizzativo.
Valditara e Giorgetti offrono sul piatto d’argento alla Flc Cgil la possibilità di sfoderare le armi: “L’organico – dice la segretaria Gianna Fracassi – di potenziamento, istituito con l’obiettivo di soddisfare le necessità e le esigenze didattiche e formative di ciascuna istituzione scolastica e di ampliare le possibilità progettuali della scuola stessa, verrà così ridotto a pedina tappabuchi; si tratta di una disposizione che, associata alla prevista rideterminazione annuale dell’organico dell’autonomia, già applicata nel 2025 con la riduzione di 5660 docenti, avrà l’effetto di un drammatico impoverimento dell’offerta formativa. Non basta che gli eventuali risparmi di spesa derivanti potranno essere destinati all’incremento del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, in misura non superiore al 10 per cento del Fondo stesso: si tratta di un’elemosina, un palliativo rispetto a un provvedimento che di fatto pregiudicherà la progettazione e l’organizzazione dell’attività didattica, subordinandola ad esigente contingenti”.
Lapidario Vito Castellana della Gilda Scuola: “Le belle parole che tutti i governi indirizzano verso la scuola e i docenti si infrangono ancora una volta nella necessità di raschiare il barile per raccattare pochi spiccioli derivanti dalla mancata assunzione di supplenti temporanei”. Infine, interviene anche il coordinatore nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico: “L’ulteriore stretta sulle supplenze per una scuola che ha quasi un docente su tre precario sarà difficilmente realizzabile perché l’insegnante non è un tappabuchi ma un professionista della sua disciplina e non potrà essere sostituito da chi è in potenziamento. Peraltro il numero di docenti in potenziamento è stato ridotto dall’ultima legge di bilancio. Chiederemo al contrario di assumere su tutti i posti vacanti per contrastare la precarietà prima che la Corte di giustizia europea condanni l’Italia con pesanti sanzioni”.
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