I meccanismi del cervello bambino

  • Postato il 14 novembre 2025
  • Di Focus.it
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Il cervello è un miracolo fin dalle sue prime fasi di sviluppo, durante la gravidanza. Capire in dettaglio che cosa accade, quali sono le fasi con cui si "costruisce" il cervello di un feto, un neonato, un bambino e poi un adulto è lo scopo dello Spoke 1, il sotto-progetto coordinato da Luca Bonini, docente di psicobiologia e psicologia fisiologica dell'Università di Parma: i ricercatori sono al lavoro per scoprire biomarcatori per monitorare malattie complesse e che generalmente compaiono nei più piccoli, come l'epilessia e l'autismo, ma anche per capire che cosa influenza di più la salute mentale fin dai primi stadi di vita, come cambia il neurosviluppo di chi è sano rispetto a chi ha una malattia o, ancora, quali effetti abbia l'ambiente sullo sviluppo di neuroni e cervello. il verde che protegge È su quest'ultimo tema che si sono concentrati Generation Echo, ARIEL e 2-BRAINED, tre progetti guidati da Livio Provenzi, docente di Psicobiologia dello Sviluppo e direttore del Developmental Psychobiology Lab (dpb lab) del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell'Università di Pavia – IRCCS Fondazione Mondino. Obiettivo, capire come le interazioni con l'esterno contribuiscano a modellare le connessioni neurobiologiche alla base dello sviluppo del bambino e quindi possano influenzarne crescita e benessere, specialmente nel periodo più cruciale per costruire il benessere futuro, ovvero i primi mille giorni dal concepimento. «Ci occupiamo del cosiddetto "parentoma", un sistema complesso di biologia e relazioni in cui i genitori sono l'interfaccia fra l'esterno e il bimbo, un "filtro" che ne plasma lo sviluppo», spiega Livio Provenzi. «Con Generation Echo abbiamo voluto studiare come l'esposizione all'inquinamento o alla natura impatti sulle future mamme e i loro figli, seguendo 500 donne e bambini dalla gravidanza ai due anni di vita dei piccoli. L'inquinamento aumenta lo stress materno e altera i geni di risposta allo stress nei bambini, "spegnendoli"; tuttavia se le future mamme hanno accesso al verde, anche solo vedendolo dalle finestre o meglio ancora frequentando parchi o giardini, l'effetto dell'inquinamento si riduce fino a non essere significativo. Questo significa che, pur non potendo eliminare completamente l'inquinamento urbano, possiamo favorire condizioni che tutelino il benessere delle donne in gravidanza, sostenendo così la salute dei futuri bambini». piange il telefonino Lo sforzo per creare un ambiente positivo per i bambini è fondamentale soprattutto nei primi mille giorni perché ciò che accade in questa fase lascia impronte per tutta la vita. A giudicare dai dati del progetto ARIEL – coordinato da Sarah Nazzari, ricercatrice del dpb lab – è un periodo in cui sarebbe bene chiudere i cellulari in un cassetto per ridurre la "technoference", l'uso intrusivo dei dispositivi digitali che interferisce nelle relazioni fra genitori e figli. «Quando un bimbo è coi genitori e li vede distrarsi prova stress e cerca di recuperare la connessione in vario modo, con meccanismi di auto-regolazione come mettersi un dito in bocca o guardare altrove o cercando di attrarre l'attenzione con il pianto», dice Provenzi. «Abbiamo analizzato la risposta dei bimbi misurando la temperatura dei loro visi (che cambia in caso di stress, ndr) quando il genitore si distrae per compilare un questionario o per guardare il cellulare: nel secondo caso lo stress è maggiore, probabilmente perché il dispositivo assorbe completamente l'attenzione, "immobilizzandola", e questo crea un allarme maggiore nel piccolo. I messaggi principali da trarre? Ritagliarsi momenti senza tecnologia assieme ai figli e non colpevolizzarsi, ma essere consapevoli della "potenza" della technoference e sfruttarla in positivo. I bambini infatti costruiscono significati anche a partire dal disturbo costituito dalla disconnessione della relazione con gli adulti, che è un fatto normale: pensiamo che lo sviluppo debba procedere senza scosse, ma non è così, si impara l'auto-regolazione anche dai momenti di disagio. Sapere che i figli si accorgono della distrazione potrebbe aiutare i genitori a "ripararla", a far capire ai piccoli che si può avere altro da fare ma poi si ricuce il legame e lo si vive appieno nei momenti senza schermi in mezzo». La relazione con mamma e papà è infatti un potente motore del neurosviluppo, come dimostrano i risultati del progetto 2BRAINED: quando un bimbo interagisce col genitore l'attività cerebrale di entrambi, misurata con l'elettroencefalogramma, si sincronizza «in una sorta di danza a due», specifica Provenzi. «Stiamo studiando queste interazioni nei bimbi prematuri, che vivono una precoce separazione dai genitori perché devono restare in incubatrice, per capire se il "ritmo" cambia e se consentire il maggior contatto possibile fra genitori e piccolo possa migliorare la "danza dei cervelli", proteggendo dagli effetti negativi a lungo termine della prematurità»..
Autore
Focus.it

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