I metalmeccanici in piazza: “Vogliamo il contratto”. Bloccata la tangenziale di Bologna. La Questura: “Saranno denunciati, come prevede il nuovo Dl Sicurezza”
- Postato il 20 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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La giornata di sciopero dei metalmeccanici, proclamata da Fim, Fiom e Uilm, ha visto migliaia di lavoratori scendere in piazza in diverse città italiane, da Torino a Bologna, per chiedere la riapertura della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale.
A Torino alcune migliaia di lavoratori partecipano al corteo, aperto da uno striscione con la scritta “Vogliamo il contratto”.
A Bologna però la protesta ha preso una piega inaspettata: circa settemila manifestanti hanno invaso la tangenziale, bloccando il traffico in direzione San Lazzaro. Un’azione non autorizzata che ora rischia di costare cara. La Questura ha annunciato che scatteranno denunce penali contro i partecipanti, invocando le nuove disposizioni previste dal Decreto Sicurezza, che inaspriscono le sanzioni per blocchi stradali. “I dimostranti – spiegano dalla Questura – verranno denunciati penalmente, anche alla luce della recente normativa introdotta dal Decreto Sicurezza in materia di blocchi stradali. Hanno disatteso le prescrizioni di pubblica sicurezza, scegliendo di forzare l’ingresso alla tangenziale nonostante il presidio delle forze dell’ordine”.
Le proteste di Bonelli
“Oggi a Bologna – spiega in una nota il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli – diecimila lavoratrici e lavoratori metalmeccanici hanno esercitato un diritto costituzionale, quello di scioperare e manifestare per un contratto fermo da oltre un anno. La risposta dello Stato è stata l’annuncio di denunce penali, con l’applicazione di un decreto che prevede fino a due anni di carcere per chi partecipa a un blocco stradale durante una manifestazione. È l’ennesima prova che il decreto Sicurezza voluto dal governo Meloni non tutela la sicurezza dei cittadini, ma serve soltanto a intimidire e a criminalizzare il dissenso. Meloni non affronta la crisi sociale: la criminalizza, portando in carcere chi la subisce e osa protestare”.
E ancora: “Colpire chi chiede lavoro e diritti significa accendere un conflitto inutile e sbagliato che scarica sui lavoratori il costo di scelte miopi e di una politica industriale fallimentare. Questo decreto è una norma ideologica, repressiva e anticostituzionale. Non dà alcuna sicurezza agli italiani, non interviene sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nei trasporti, nella sanità, nelle periferie. Serve solo a colpire chi protesta contro l’ingiustizia sociale. L’Italia ha bisogno di più diritti, non di nuove galere. E ha bisogno di una politica che ascolti le piazze, non che le punisca”.
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