I piccoli imprenditori tedeschi aprono a Afd. Critiche di Deutsche Bank e Spd
- Postato il 26 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’Associazione delle imprese familiari (Die Familienunternehmer Verband) che raccoglie aziende che generano almeno un milione di euro di fatturato annuo e hanno almeno dieci dipendenti, è la prima ad aver rotto gli indugi: ha dichiarato a Handelsblatt l’abbandono della “strategia firewall” anti AfD, seppure col fine di voler ridurre l’appeal del partito populista. L’Associazione raccoglie circa 6.500 aziende familiari e si considera rappresentante degli interessi di circa 180mila imprenditori. La presidentessa Marie-Christine Ostermann ha confermato al quotidiano economico tedesco che ad ottobre a Berlino, durante la sua serata davanti ai membri del parlamento, sono stati invitati anche delegati AfD, revocando a livello nazionale un divieto di contatto che nelle rappresentanze regionali non era già mai stato strettamente rispettato. Il fine dichiarato è che con AfD ci si possa confrontare, il che non significa in automatico cooperare. Qualche giorno fa anche il direttore generale dell’Associazione, Albrecht von der Hagen, ha motivato a The Pioneer che il “muro” non ha ottenuto alcun risultato e “stiamo ora avviando uno scambio professionale con loro per dimostrare che con la politica economica che hanno attualmente in programma, saremmo tutti vittime di un naufragio fenomenale”.
Leif-Erik Holm, portavoce del gruppo parlamentare AfD per la politica economica ed anche candidato di punta alle regionali del 20 settembre 2026 in Meclemburgo-Pomerania (dove AfD in base all’ultimo sondaggio Infratest dimap del 25 settembre potrebbe raggiungere la maggioranza relativa: 38% a 19% della SPD), ha comunque accolto con favore le aperture indicando ad Handelsblatt: “i problemi strutturali del nostro Paese sono semplicemente troppo grandi per perdere tempo con muri di protezione insensati”.
La decisione secondo il quotidiano economico avrebbe peraltro già sollevato reazioni negative. Deutsche Bank dopo l’invito di rappresentanti AfD all’evento di ottobre ha annullato l’affitto dei locali della sua sede di Berlino l’anno prossimo. Dure critiche anche dalla SPD: un partito classificato come “estremista di destra dichiarato” non può essere un interlocutore normale, ha detto a Handelsblatt Sebastian Roloff, portavoce per la politica economica del gruppo parlamentare socialdemocratico: “il fatto che molte persone votino attualmente perAfD, in parte per frustrazione nei confronti di altri partiti, non è un motivo valido per una normalizzazione”. Stessi toni da Konstantin von Notz e Andreas Audretsch, presidenti del gruppo parlamentare dei Verdi al Redaktionsnetzwerk Deutschland. E Dennis Radtke, deputato europeo e capo dell’ala sociale della CDU, ha dichiarato a Focus che allineandosi all’AfD, l’associazione imprenditoriale “colpisce alla radice il nostro modello economico” e “AfD è sinonimo di isolazionismo, protezionismo e un programma antieuropeo: questo è veleno per la nostra economia orientata all’export e per ogni media impresa che dipende da lavoratori qualificati”. Omettendo peraltro che in sede europea il PPE ha usato anche i voti AfD per approvare l’alleggerimento della legge sulle catene di rifornimento.
Anche per Gitta Connemann (CDU), presidente federale dell’Unione economica delle PMI (Mittelstands- und Wirtschaftsunion), l’AfD è un partner inadatto, sostiene una politica economica nazionalista che affosserebbe le esportazioni e distruggerebbe posti di lavoro. E Marcel Fratzscher, presidente dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (Deutschen Instituts für Wirtschaftsforschung DIW) è esplicito: trattare il partito come se fosse normale potrebbe danneggiare significativamente l’economia.
D’altronde l’Associazione tedesca per le piccole e medie imprese (Bundesverband Mittelständische Wirtschaft BVMW) sottolinea il rilievo degli ottimi risultati elettorali di AfD: nel rilevamento domenicale ARD-Deutschlandtrend del 6 novembre era data al 26%, quasi in parità con CDU/CSU al 27%. Perciò il direttore generale nazionale BVMW Christoph Ahlhaus ha riferito a Handelsblatt che è in corso un dibattito vivace tra gli iscritti, preannunciando lo sviluppo di “una linea” nazionale, e che a livello regionale rappresentanti AfD hanno già “occasionalmente partecipato agli eventi BVMW”.
La Fondazione per le imprese familiari (Stiftung Familienunternehmen) mantiene invece un netto rifiuto; Rainer Kirchdörfer, del Consiglio della Fondazione, ha indicato al foglio economico tedesco che rappresentanti AfD o della Linke non vengono invitati ai loro eventi, “perché il loro sistema di valori in gran parte non coincide con quello delle imprese familiari”. Della stessa opinione resta d’altronde la potente Confindustria tedesca (Bundesverband der Deutschen Industrie BDI); per il presidente Peter Leibinger l’ultima cosa di cui la Germania ha bisogno è un partito divisivo. Prima delle ultime elezioni nazionali aveva liquidato la piattaforma elettorale AfD come “catastrofica per l’economia tedesca”. Il successo dell’industria si basa “su condizioni quadro sociali e politiche stabili”, ha sottolineato ancora un portavoce BDI alla AFP e AfD sta cercando di “scuotere queste condizioni con le sue posizioni populiste”.
Il politico finanziario AfD Kay Gottschalk, intervenendo al Bundestag il 13 novembre, ha peraltro delineato il suo partito come vittima di pregiudizi: iscritti avrebbero subito l’arbitraria rescissione dei contratti di conto corrente da parte di vari istituti di credito. Tra essi la Berliner Volksbank – che in effetti un anno e mezzo fa aveva chiuso un conto per le donazioni al partito in risposta a una petizione del movimento Omas gegen Rechts (traducibile come “Nonne contro la destra”) – avrebbe posto fine ancora a nove rapporti; la Volksbank Düsseldorf-Neuss a quattro; Commerzbank a due, rispettivamente in Bassa Sassonia e Sassonia-Anhalt. Gottschalk ha incassato due rimproveri dalla presidente della sessione Andrea Lindholz (CSU) per aver affermato che i nazisti non avrebbero potuto fare di meglio rispetto al “comportamento opportunistico” di certe banche e ha chiesto che l’Autorità di controllo BaFin debba chiarire nelle linee guida che i servizi di pagamento e finanziari non possono essere rifiutati o limitati sulla base di opinioni o affiliazioni politiche. Anche se AfD non è bandita, è ritenuta “apertamente di estrema destra” dai servizi di controllo della Costituzione (Verfassungsschutz), le banche si possono dunque legittimamente richiamare ai principi dell’ordine democratico contro l’incitamento a discriminazioni.
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