I primi 100 giorni di Trump nel segno dell'America First

  • Postato il 22 aprile 2025
  • Di Agi.it
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I primi 100 giorni di Trump nel segno dell'America First

AGI - Nei suoi 100 giorni al potere, Donald Trump ha imposto il suo ritmo, minato le alleanze degli Stati Uniti, minacciato di annettere territori e scosso l'ordine geopolitico globale come raramente prima. Ma, allo stesso tempo, il presidente americano 78enne, che si presenta come un "pacificatore" e spera di ricevere il premio Nobel per la pace, ha avviato negoziati senza precedenti con la Russia e l'acerrimo nemico Iran, con alterne fortune. Dai dazi totali, anche contro il grande rivale della Cina, al Canale di Panama e alla Groenlandia, fino al mettere gli europei con le spalle al muro e al taglio degli aiuti esteri, il presidente repubblicano sta portando avanti la sua visione di "America First".

Un approccio chiaramente unilateralista, basato unicamente sul principio di transazione, una sorta di dare e avere diplomatico. Pone fine a decenni di "soft power" americano (diplomazia d'influenza) e mette in discussione i fondamenti della globalizzazione e del libero scambio. "L'amministrazione Trump ha buttato tutte le vecchie certezze in un frullatore e le ha liquefatte", scrive Mark Leonard, direttore dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr), sul sito web dell'organizzazione. Tuttavia, è chiaro che il compito non è così facile come avrebbe potuto suggerire questo sostenitore della "pace attraverso la forza".

I conflitti (non terminati)

Israele ha ripreso l'offensiva nella Striscia di Gaza e il conflitto in Ucraina continua. Forse la svolta più drammatica è il suo riavvicinamento a Vladimir Putin, che lui stesso afferma di ammirare. Riprendendo i contatti con il presidente russo, Donald Trump ha posto fine al suo isolamento internazionale, anche se ciò significa farlo a spese di Kiev. Tuttavia, il leader del Cremlino era considerato un paria dalla precedente amministrazione Biden e dai paesi occidentali dopo la sua invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022. In seguito a ciò, americani e russi avviarono negoziati senza precedenti in Arabia Saudita, nella speranza di ristabilire le loro relazioni. Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno faccia a faccia? Lo hanno proposto, forse già da aprile, anche sul suolo del regno saudita trasformato in intermediario del lusso.

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno inasprito la loro posizione nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che lo spettacolare alterco avvenuto durante la sua visita alla Casa Bianca ha sconvolto il mondo.Gli europei, esclusi dalla discussione, sono stati coinvolti negli incontri trilaterali giovedì scorso a Parigi, prima di una nuova sessione a Londra questa settimana. Ma poiché i negoziati per il cessate il fuoco sono in stallo, Donald Trump ha minacciato di ritirarsi dalle discussioni se non si raggiungerà rapidamente un accordo.

I rapporti con l'Iran

Su un altro fronte, il presidente americano ha avviato rare trattative sul programma nucleare iraniano. Americani e iraniani, nemici fin dalla Rivoluzione islamica del 1979, hanno già tenuto due sessioni di colloqui indiretti, in Oman e a Roma, guidati, per parte americana, dal braccio destro del presidente, il suo amico miliardario Steve Witkoff. Washington, che persegue una politica di "massima pressione" nei confronti di Teheran, afferma di essere favorevole a una soluzione diplomatica con l'Iran, ma non esclude un intervento militare per impedirgli di ottenere armi nucleari. I funzionari dell'amministrazione Trump, a partire dal Segretario di Stato Marco Rubio, hanno ripetutamente sottolineato che il presidente degli Stati Uniti "pensa fuori dagli schemi" ed e' "l'unico" in grado di guidare tali negoziati.

Gli altri 'traguardi'

Tra gli altri successi conseguiti dal 20 gennaio: l'annunciato ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima e dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Inoltre, il presidente degli Stati Uniti ha avviato massicci tagli al bilancio degli aiuti esteri degli Stati Uniti, in nome della lotta agli sprechi e dei programmi che promuovono diversità, equità e inclusione. Attuo' inoltre una politica di espulsione degli immigrati clandestini e lanciò una guerra contro i cartelli della droga messicani, da lui descritti come organizzazioni terroristiche straniere.

"Le sue iniziative rappresentano una vera e propria rivoluzione rispetto a ciò che conoscevamo, almeno dalla Seconda guerra mondiale", afferma Melvyn Leffler, storico dell'Università della Virginia. "Penso che Trump sia un ritorno al darwinismo sociale di fine Ottocento, in cui credeva che tutte le nazioni fossero impegnate in una lotta per la sopravvivenza del più adatto", aggiunge, dubitando che gli Stati Uniti torneranno mai "allo stesso tipo di ordine liberale, globale ed egemonico che esiste più o meno dal 1945". 

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Autore
Agi.it

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