Il banco di sabbia conteso da Cina e Filippine
- Postato il 28 aprile 2025
- Di Agi.it
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Il banco di sabbia conteso da Cina e Filippine
AGI - La Cina e le Filippine hanno rilanciato le loro rivendicazioni sul banco di sabbia denominato Sandy Cay, 200 metri quadrati, in una zona contesa nel Mar Cinese Meridionale, dopo che Manila ha accusato Pechino di cercare di "intimidire e molestare" con le sue azioni intorno all'isolotto.
Sandy Cay si trova vicino all'Isola Thitu, conosciuta anche come Pag-asa, dove le Filippine hanno una base militare e una stazione di monitoraggio della guardia costiera. L'area è parte delle isole Spratly, un arcipelago strategicamente importante e ricco di risorse, ma conteso da diverse nazioni, tra cui la Cina, che ne rivendica quasi l'intero territorio.
Il botta e risposta
Il 26 aprile, il network statale cinese CCTV ha annunciato che la guardia costiera cinese aveva "attuato il controllo marittimo" sul banco Tiexian, parte di Sandy Cay, a metà aprile. Pechino considera queste azioni come un'operazione volta a proteggere i propri diritti" e a svolgere attività mirate "all'applicazione della legge" cinese.
Tuttavia, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale delle Filippine, Jonathan Malaya, ha respinto queste affermazioni, dichiarando che "non c'è alcuna verità" nell'ultimo rapporto cinese pubblicato sulla questione. Ha poi accusato la Cina di utilizzare il documento per intimidire Manila definendo tutta la questione come una "storia inventata" e un atto "irresponsabile".
Simbolismo delle Bandiere
La battaglia, nelle ultime settimane, ha interessato anche il gesto più antico del mondo: la rivendicazione di un territorio atraverso la propria bandiera piantata sulla sabbia. È stata la Cina a iniziare il 'botta e risposta' con la CCTV che ha pubblicato una fotografia con quattro ufficiali della guardia costiera cinese che sventolavano una bandiera nazionale sulla superficie bianca del banco di sabbia, descrivendo il tutto come un "giuramento di sovranità". Pochi giorni dopo, la guardia costiera filippina ha diffuso, a sua volta, una propria immagine che mostrava diversi marinai che sollevano la bandiera delle Filippine sullo stesso banco di sabbia, durante una missione mattutina.
Pechino, scrive il New York Times, ha consolidato una massiccia presenza militare nelle isole Spratly, allestendo una base militare su terreni bonificati intorno a Subi Reef, vicino all'isola di Thitu, il più importante avamposto militare delle Filippine. La Cina rivendica circa il 90% del Mar Cinese Meridionale, parte del quale è conteso anche da Vietnam, Malesia, Brunei, Indonesia e, ovviamente, le Filippine. Manila è da sempre in prima linea nella lotta territoriale, affermando come, già in passato, le navi cinesi abbiano bloccato l'accesso ai siti di pesca e ai giacimenti di petrolio e gas nelle ricche acque.
Esercitazioni congiunte tra Filippine e Stati Uniti e la Reazione della Cina
Nel frattempo, le forze militari statunitensi e filippine hanno continuato a condurre esercitazioni congiunte, denominate "Balikatan". La Cina ha criticato queste esercitazioni, considerandole una minaccia alla stabilità regionale. In risposta, le navi da guerra cinesi sono state avvistate nelle acque filippine, con la portaerei cinese Shandong che si è avvicinata a soli 2,23 miglia nautiche (circa 4 chilometri) dall'Isola Babuyan, nel nord delle Filippine. Manila e Pechino, inoltre, si sono accusate reciprocamente di contribuire alla degradazione ecologica di diverse formazioni terrestri e marine nel Mar Cinese Meridionale.
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