Il borgo Campidoglio a Torino diventa palcoscenico per acrobati under 35
- Postato il 25 agosto 2025
- Cittadini
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Acrobazie tra i murales, corpi che dialogano con l’architettura e uno spettacolo che nasce direttamente dalla città. Succederà mercoledì 27 agosto in via Rocciamelone, nel cuore del Borgo Campidoglio a Torino, dove il progetto “Attraversamenti e contatti” trasformerà l’area pedonale accanto al MAU – Museo di Arte Urbana in un palcoscenico a cielo aperto.
Promosso da Cordata For, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Città di Torino nell’ambito del bando “Circoscrizioni che spettacolo…dal vivo! Avviso pubblico 2025”, l’iniziativa porta in strada un gruppo di giovani acrobati professionisti under 35: Antonio Panaro, Camille Guichard, Davide Visintini e Francesco Germini. Guidati dal regista Francesco Sgrò, gli artisti proporranno una performance site specific con repliche alle 16, 18 e 20.30, in cui il tessuto urbano stesso diventa scenografia viva da attraversare e riscoprire.
Nei due giorni precedenti, lunedì 25 e martedì 26 agosto, gli artisti lavoreranno insieme ad alcuni cittadini selezionati tramite call, ma anche con residenti e passanti, per preparare l’intervento. Un laboratorio all’aperto che fonde circo, danza e teatro e che si nutre del contributo diretto della comunità.
“Chi vive o lavora in quella strada, ma anche chi ci capiterà per caso, sarà coinvolto in una narrazione collettiva che esplora il rapporto tra città e bellezza – spiega Giuseppina Francia, responsabile della produzione per Cordata For -. È un’occasione per riflettere insieme su cosa significhi davvero bellezza, in un tempo in cui spesso viene ridotta a modelli estetici irraggiungibili diffusi dai social”.
Il progetto mette al centro il dialogo e la partecipazione spontanea, con particolare attenzione ai cosiddetti “non pubblici”, ovvero coloro che di solito hanno meno occasioni di avvicinarsi a eventi culturali dal vivo. In questo senso, “Attraversamenti e contatti” non è soltanto uno spettacolo, ma un laboratorio di convivenza e immaginazione collettiva.
“Il progetto è una scintilla artistica e sociale – conclude Francia – che invita a riscoprire la bellezza nelle relazioni, nei gesti, nella fragilità, trasformando un angolo di Torino in un’esperienza condivisa di arte e comunità”.
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