“Il buio parla al cervello”: ecco cos’è il darkshowering e perché dovreste provare a fare la doccia con la luce spenta

  • Postato il 28 ottobre 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Spegnere la luce mentre ci si lava: sembra un gesto bizzarro, e invece è una delle ultime tendenze nate sui social sotto l’hashtag #DarkShowering. Ma non è solo una moda. Il principio è semplice: il buio segnala al corpo che è ora di dormire, abbassando i livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – e stimolando la produzione di melatonina, che regola il ritmo sonno-veglia. In un mondo iperconnesso e dominato dagli schermi luminosi, anche pochi minuti di oscurità volontaria possono diventare un piccolo atto di disintossicazione sensoriale. Per capire se e quanto questa pratica abbia basi scientifiche solide, ne abbiamo parlato con la professoressa Cristina Colombo, primario dell’Unità Disturbi dell’Umore dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e docente ordinario di Psichiatria all’Università Vita-Salute San Raffaele.

“Il buio parla al cervello: stimola la melatonina e riduce lo stress”

Professoressa, il dark showering si basa sull’idea che il buio aiuti il corpo a rilassarsi e a prepararsi al sonno. Quali sono i meccanismi biologici che spiegano questo effetto?
Il nostro orologio biologico è sensibilissimo alla luce e al buio. Quando cala l’illuminazione, l’organismo interpreta il segnale come ‘ora di dormire’, avviando la produzione di melatonina e riducendo quella di cortisolo. Fare la doccia al buio combina due elementi potenti: l’assenza di stimoli visivi e l’azione rilassante dell’acqua, che insieme inducono un rapido stato di distensione psicofisica. Nel nostro lavoro clinico, per esempio, usiamo il buio anche in contesti terapeutici: nei disturbi bipolari, ridurre gli stimoli luminosi aiuta a contenere l’attivazione maniacale e ci permette perfino di diminuire le dosi di farmaci sedativi.

L’ora migliore per farla

Qual è il momento più adatto per fare la doccia al buio e favorire un buon sonno?
Idealmente va fatta mezz’ora o un’ora prima di andare a letto. Il corpo impiega un po’ di tempo per iniziare a produrre melatonina, quindi non serve farla subito prima di coricarsi. È utile invece inserirla in una routine serale che preveda anche lo stop a schermi e dispositivi elettronici – smartphone, tablet, TV – perché la luce blu emessa da questi strumenti è tra i principali fattori che disturbano il sonno.

Un aiuto anche per i disturbi stagionali

Il dark showering può essere utile anche a chi soffre di disturbo affettivo stagionale?
Sicuramente può far parte di una buona igiene del sonno, che per i disturbi dell’umore è essenziale. Bisogna dire però che in Italia la depressione stagionale non è molto diffusa come nei Paesi del Nord, dove il buio invernale è prolungato per mesi. Ma esistono forme di fragilità legate ai cambi di stagione: primavera e autunno sono i periodi più delicati, perché la variazione di luce può destabilizzare chi ha un ritmo circadiano più ‘rigido’. Su questo aspetto, ci sono studi interessanti che mostrano, per esempio, un aumento delle ricerche su Google di parole legate alla depressione proprio in queste due stagioni, sia nell’emisfero Nord sia in quello Sud. È la dimostrazione di quanto la luce influenzi il nostro equilibrio psicologico.

Spegnere, abbassare, rallentare

Come possiamo estendere i benefici del buio ad altre routine serali?
È semplice: mano a mano che si avvicina la sera, possiamo ridurre gradualmente la luce negli ambienti domestici, evitare attività troppo stimolanti e abbassare il volume dei rumori. L’errore più comune è fare sport tardi o guardare serie TV con schermi molto luminosi. Oggi sappiamo anche che l’uso eccessivo degli smartphone, specie nei ragazzi, può anticipare l’esordio di disturbi dell’umore. È importante usare le funzioni ‘notturne’ dei dispositivi, che filtrano la luce blu: non riducono solo la luminosità, ma cambiano la frequenza dello spettro, proteggendo il nostro orologio biologico.

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Il Fatto Quotidiano

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